Vivere con piena coerenza la Parola di Dio
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Nel Vangelo ci vengono presentati alcuni dei temi più importanti della Rivelazione, come la dimostrazione dell’Onnipotenza di Gesù, la sua padronanza nel dominare la malattia e i diavoli, i miracoli, la Fede che sposta le montagne, la docilità necessaria ai cristiani di mettersi al servizio della Parola di Dio.
La suocera di Pietro dopo l’immediata guarigione comprese che il miglior ringraziamento era il servizio. “Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e Lo serviva”. Questo aspetto è conosciuto da pochi, mentre molti di quelli che ricevono Grazie dimenticano presto Gesù e ritornano ai passatempi precedenti.
Se questo avviene nei confronti di Gesù, figuriamoci come si comportano gli ingrati verso quanti hanno pregato per ottenere una Grazia.
Questo motivo fa dire ai cattolici avanti nella spiritualità che vivere con qualche sofferenza è una benedizione, perché rimangono nell’umiltà, pregano di più e con grande partecipazione, vogliono rimanere nella Grazia di Dio e vigilano sui loro comportamenti, i pensieri vengono controllati come anche le parole.
Quanto il cattolico scopre che è una gioia pregare, meditare, andare a Messa anche ogni giorno se ne ha la possibilità, confessarsi spesso, osservare diligentemente i Comandamenti, praticare le virtù e fare sempre del bene, è una persona risorta.
Mette in atto la parola di Gesù rivelata a Nicodemo: “In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il Regno di Dio” (Gv 3,3).
Vivere con piena coerenza la Parola di Dio è l’obiettivo del cattolico che ha compreso il senso della sua vita e vuole crescere!
Occorre una Fede pura e certa, ed è possibile raggiungerla, Gesù lo spiega in molte occasioni, dice che può tutto chi ha Fede.
“Verrò e lo guarirò”.
Così risponde Gesù al centurione che incontra per la prima volta. Cosa suscita l’immediatezza del miracolo, la disponibilità del Signore? La Fede del centurione, eppure non è un cristiano. Le sue parole però sono cariche di una profonda Fede nei confronti di Gesù.
“Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente. (…) Signore, io non sono degno che Tu entri sotto il mio tetto, ma dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito”.
Per esempio, è la Fede a farci praticare i primi 5 Sabati del mese in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria.
Riparazione e consolazione sono termini non più utilizzati nei seminari, da oltre trent’anni pronunciarli per molti Ministri di Dio è come dire una bestemmia. Fu Gesù però a rivelare che bisogna consolare la Madre che rimane addolorata per quanti si dannano nell’inferno.
Gesù non vuole che sua Madre venga ancora offesa, bestemmiata, oltraggiata nelle immagini!
La Madonna il 13 giugno 1917 disse a Suor Lucia di diffondere la devozione al suo Cuore Immacolato, perché era volontà di Gesù. Dopo otto anni in un’altra apparizione parlarono Gesù e la Madonna.
«Il 10 dicembre 1925 mi apparve in camera la Vergine Santissima e al suo fianco un Bambino, come sospeso su una nube. La Madonna gli teneva la mano sulle spalle e, contemporaneamente, nell’altra mano reggeva un Cuore circondato di spine.
In quel momento il Bambino disse: “Abbi compassione del Cuore della Tua Madre Santissima avvolto nelle spine che gli uomini ingrati gli configgono continuamente, mentre non v’è chi faccia atti di riparazione per strapparglieLe”.
E subito la Vergine Santissima aggiunse: “Guarda, figlia mia, il mio Cuore circondato di spine che gli uomini ingrati infliggono continuamente con bestemmie e ingratitudini. Consolami almeno tu e fa sapere questo:
A tutti coloro che per cinque mesi, al primo sabato, si confesseranno, riceveranno la Santa Comunione, reciteranno il Rosario e mi faranno compagnia per quindici minuti meditando i Misteri, con l’intenzione di offrirmi riparazioni, prometto di assisterli nell’ora della morte con tutte le Grazie necessarie alla salvezza”.
È questa la grande Promessa del Cuore di Maria che si affianca a quella del Cuore di Gesù.
Per ottenere la promessa del Cuore di Maria si richiedono le seguenti condizioni:
1) Confessione, fatta entro gli otto giorni precedenti, con l’intenzione di riparare le offese fatte al Cuore Immacolato di Maria. Se uno nella Confessione si dimentica di fare tale intenzione, può formularla nella Confessione seguente.
2) Comunione, fatta in Grazia di Dio con la stessa intenzione della Confessione.
3) La Comunione deve essere fatta nel primo sabato del mese.
4) La Confessione e la Comunione devono ripetersi per cinque mesi consecutivi, senza interruzione, altrimenti si deve ricominciare da capo.
5) Recitare la Corona del Rosario, almeno la terza parte, con la stessa intenzione della Confessione.
6) Meditazione: per un quarto d’ora fare compagnia alla Santissima Vergine meditando sui misteri del Rosario.
Un confessore di Lucia le chiese il perché del numero cinque. Lei lo chiese a Gesù, il quale le rispose: “Si tratta di riparare le cinque offese dirette al Cuore Immacolato di Maria.
1) Le bestemmie contro la sua Immacolata Concezione.
2) Contro la sua Verginità.
3) Contro la sua Maternità divina e il rifiuto di riconoscerla come Madre degli uomini.
4) L’opera di coloro che pubblicamente infondono nel cuore dei piccoli l’indifferenza, il disprezzo e perfino l’odio contro questa Madre Immacolata.
5) L’opera di coloro che La offendono direttamente nelle sue immagini sacre”.
Un figlio o una figlia ama la propria madre e le è riconoscente per tutto quello che di buono ha fatto, piange di dolore quando sente che altri ne parlano male, la diffamano o le rivolgono parolacce.
Solo il cattolico maturo, di una spiritualità profonda, comprende la necessità di riparare le bestemmie rivolte alla Madonna Addolorata con la recita di preghiere e atti di amore; inoltre, La consola con quelle stesse identiche parole che un figlio o una figlia perbene rivolge alla propria madre offesa da molti denigratori.
Noi abbiamo una Madre in Cielo che viene di continuo offesa, oltraggiata, odiata da molti diffamatori. Consoliamola con parole d’amore!
Iniziamo oggi il primo dei cinque sabati del mese con l’intenzione espressa dalla Madonna.
Padre Giulio Scozzaro
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