La Sacra Famiglia
Comunemente si afferma che la famiglia è una società fondata sull’amore, definizione questa che trova la sua più alta espressione nella Santa famiglia di Nazareth: qui l’Amore divino è sempre presente, lo Spirito Santo aleggia continuamente su tutti e su ciascuno di loro. E come potrebbe essere diversamente? In essa c’è Gesù, il Figlio unigenito del Dio-Amore, la Beata Vergine Maria, diletta sposa dello Spirito Santo-Amore, Giuseppe, il Giusto, che l’Onnipotente ha scelto quale amoroso custode e Capo della Sua Famiglia. Una famiglia singolare, certamente, ma una vera famiglia, unita dai vincoli più stretti che rendono solido e lieto il focolare domestico.
Una famiglia umile, sebbene di antiche e nobilissime origini (Maria discende da Giacobbe e Giu-seppe è un diretto discendente del re Davide) e piuttosto povera dato che l’attività di Giuseppe è quella del falegname, un modesto artigiano, mentre Maria si industria a cucire ed a tessere qualche indumento. Gesù – il Verbo di Dio fatto carne – sceglie di nascere povero per far comprendere che ci sono valori molto più importanti del denaro (“Non di solo pane vive l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”). Non per nulla Gesù insegnava: “Beati i poveri… “. La felicità di una famiglia dunque non consiste nel possedere molto denaro (sforzandosi magari di procurarsene ancora dell’altro) ma nel fare “la volontà di Dio”, confidando nella sua Provvidenza.
Uno dei maggiori insegnamenti di San Paolo, che si ispirava alla Sacra Famiglia, è questo: “Rivestitevi, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza … Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo della perfezione … Voi mariti amate le mogli, come il vostro corpo, perché chi ama la moglie ama se stesso … e non inaspritevi con esse. Voi mogli siate rispettose verso il marito. E, a proposito dei figli, dice: Voi figli siate obbedienti ai genitori, perché questo è giusto. Onora tuo padre e tua madre, perché questo è il primo comandamento”, ma ai genitori raccomanda: “Voi genitori non inasprite i vostri figli, ma allevateli nell’educazione e nella disciplina del Signore”. Tale infatti è lo stile di vita nella Santa Famiglia dove l’amore e la tenerezza si associavano al rispetto ed alla comprensione reciproca. Il rispetto assoluto che Gesù dimostra nei confronti della madre e del padre putativo è testimoniato anche nel Vangelo: “Tornò a Nazaret e stava loro sottomesso”. Va ancora sottolineato l’altro punto della Scrittura: “Soccorri tuo padre nella vecchiaia … Anche se perdesse il senno compatiscilo e non disprezzarlo”. Gesù si mostra tenero e premuroso verso il Buon Giuseppe quando questi diventa vecchio e malato: lo assiste, lo conforta ed è presso il suo capezzale quando il buon patriarca affronta l’ultima agonia. E’ un momento molto triste questo, sia per Gesù che per Maria, ma la sofferenza deve accompagnare la vita dell’uomo e la famiglia deve accettare tale sofferenza come offerta a Dio in espiazione dei peccati (propri e del mondo). Così leggiamo la profezia fatta a Maria: “La spada del dolore ti trapasserà l’anima”. Così vediamo l’ansia e l’angoscia della Santa Famiglia in fuga verso l’Egitto per salvare il Bambino da Erode. Così rileviamo le sofferenze inflitte a Gesù e, parimenti, patite dalla sua celeste madre.
Per altro la famiglia pur nella sofferenza non deve chiudersi in sè, ma deve aprirsi alle altre famiglie: gioie, dolori, ansie, preoccupazioni vanno condivise con altre famiglie, affinchè ci possa essere una compartecipazione attiva e proficua, anche nella preghiera che sempre accomuna.
La Preghiera non deve mai mancare nella famiglia e la Sacra Famiglia era il santuario da cui saliva al Cielo l’incenso della preghiera più viva e più gradita Dio il Quale riversava sulla povera umanità innumerevoli benedizioni. Certo, nella Santa Famiglia era presente, fisicamente, Gesù ma noi ricordiamo che “Dove anche solo due o tre di voi si riuniranno nel mio nome, io sarò in mezzo a loro”. Ecco dunque che ogni famiglia cristiana – unita nel vincolo del Sacramento – può elevare a Dio, per mezzo di Gesù, la propria preghiera fatta con “inni, salmi e cantici spirituali. In verità, si può pregare in molti modi: recitando il rosario (possibilmente meditato), celebrando la Liturgia delle ore, recitando novene, meditando un passo del Vangelo, con una serie di preghiere spontanee. L’ideale è quando un gruppo di famiglie si ritrova a pregare nell’Assemblea Liturgica (in Chiesa).
Guardiamo dunque con attenzione alla Santa Famiglia fonte di tanti e luminosi esempi. Lì Gesù inizia a seminare il suo Vangelo. Lì si impara ad osservare e a meditare il senso della manifestazione del Figlio di Dio in mezzo a noi. La Santa Famiglia di Nazareth è un’autentica maestra di vita: in essa regna la pace (“… Io vi do la pace, la mia pace. Non come la dà il mondo io la do a voi… “), il silenzio che dispone all’ascolto della Parola e alla meditazione. Impariamo ad apprezzare questa dolce atmosfera indispensabile per l’anima, ricordiamo che nel tumulto, fatto di clamori, frastuoni, voci umane e “meccaniche” non si può udire la voce dello Spirito. Diamo importanza alla vita interiore, allo studio, alla preghiera che Dio solo vede nel silenzio.
La Sacra Famiglia ci faccia ricordare che cos’è la comunione d’amore, la sacralità inviolabile della famiglia, la preziosità dell’educazione dei figli nella santa legge di Dio oltre che alla cultura umana. Ci insegni anche il valore da attribuire al lavoro non solo come mezzo di sostentamento economico ma anche sotto il profilo della dignità, per cui il lavoratore ne viene nobilitato. Nella Scrittura leggiamo: “Ama il tuo lavoro e invecchiaci”.
E’ giusto dunque pregare la Santa Famiglia di Nazareth perché nelle nostre famiglie fioriscano le stesse virtù e lo stesso amore attraverso cui si possa vivere nell’armonia e nella pace che viene da Dio.