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Non voglio agitarmi

14 Giugno 2011 | Filed under: Catechesi
     

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L’agitazione è uno dei mali della società, particolarmente in questo tempo. Il Venerabile don Dolindo Ruotolo ci dona un prezioso messaggio, ispirato da Gesù, per liberarsi da questo male. Dice Gesù: Perché vi confondete, agitando­vi? Lasciate a me la cura delle vostre cose e tutto si calmerà. Vi dico, in verità che ogni atto di vero, cieco, completo abbandono in me produce l’effetto che desi­derate e risolve le situazioni più spinose.


Abbandonarsi a me non signifi­ca arrovellarsi, sconvolgersi e di­sperarsi, volgendo poi a me una preghiera agitata perché io segua voi, e cambi l’agitazione in pre­ghiera. Abbandonarsi significa chiudere placidamente gli occhi dell’anima, stornare il pensiero dalla tribolazione, e rimettersi a me, perché io solo operi dicendo: pensaci Tu. È contro l’abbandono, essenzialmente contro, la preoc­cupazione, l’agitazione, il voler pensare alle conseguenze di un fatto.


È come la confusione che por­tano i fanciulli che pretendono che la mamma pensi alle loro necessi­tà e vogliono pensarci loro, intral­ciando con le loro idee e le loro fisime infantili il suo lavoro. Chiudete gli occhi e lasciatevi portare dalla corrente della mia grazia; chiudete gli occhi e non pensate che al momento presente,stornando il pensiero dal futuro come da una tentazione; riposate in me credendo alla mia bontà, e vi giuro per il mio amore che, dicendomi con queste disposizio­ni: pensaci Tu, io ci penso in pieno, vi consolo, vi libero, vi conduco.


E quando debbo portarvi in una via diversa da quella che vedete voi, io vi addestro, vi porto nelle mie braccia, vi faccio trovare, co­me bimbi addormentati nelle brac­cia materne, all’altra riva. Quello che vi sconvolge e vi fa un male immenso è il vostro ragionamen­to, il vostro pensiero, il vostro assillo, ed il volere ad ogni costo provvedere voi a ciò che vi affligge Quante cose io opero quando l’anima, tanto nelle sue necessità spirituali quanto in quelle mate­riali, si volge a me, mi guarda, e dicendomi: pensaci Tu, chiude gli occhi e riposa! Avete poche grazie quando vi assillate voi per produrle, ne avete moltissime quando la preghiera è affidamento pieno a me. Voi, nel dolore, pregate per­ché io operi, ma perché io operi come voi credete…


Non vi rivol­gete a me, ma volete che io mi adatti alle vostre idee; non siete infermi che domandano al medico la cura, ma che gliela suggerisco­no. Non fate così, ma pregate come vi ho insegnato nel Pater: Sia santificato il tuo nome, cioè sii glorificato in questa mia neces­sità; venga il tuo regno, cioè tutto concorra al tuo regno in noi e nel mondo; sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra, cioè disponi Tu, in questa necessità, come meglio ti pare, per la vita nostra eterna e temporale.

Se mi dite davvero: sia fatta la tua volontà, che è lo stesso che di­re: pensaci Tu, io intervengo con tutta la mia onnipotenza, e risolvo le situazioni più chiuse. Ecco, tu vedi che il malanno incalza invece di decadere? Non ti agitare, chiudi gli occhi e dimmi con fiducia: sia fatta la tua volontà, pensaci Tu. Ti dico che io ci penso, e che intervengo come medico, e com­pio anche un miracolo quando occorre. Tu vedi che l’infermo peggiora? Non ti sconvolgere, ma chiudi gli occhi e di’: pensaci Tu. Ti dico che io ci penso, e che non c’è medicina più potente di un mio intervento di amore. Ci penso, solo quando chiudete gli occhi.


Voi siete insonni, voi volete tutto valutare, a tutto pensare, e vi abbandonate così alle forze uma­ne, o, peggio, agli uomini, confi­dando nel loro intervento. È que­sto che intralcia le mie parole e le mie vedute. Oh, come io desidero da voi questo abbandono per benericarvi, e come mi accoro nel vedervi agitati! Satana tende pro­prio a questo: ad agitarvi, per sottrarvi alla mia azione e gettarvi in preda alle iniziative umane.


Confidate perciò in me solo, riposate in me, abbandonatevi a me in tutto. Io faccio miracoli in proporzione del pieno abbandono in me, e del nessun pensiero di voi; io spargo tesori di grazie quando voi siete nella piena povertà. Se avete vostre risorse, anche in poco, o se le cercate, siete nel campo naturale, e seguite quindi il percorso naturale delle cose, che è spesso intralciato da satana. Nessun ragionatore o ponderatore ha fatto miracoli, neppure fra i santi: opera divinamente chi si abbandona a Dio.


Quando vedi che le cose si complicano, di’ con gli occhi del­l’anima chiusi: Gesù, pensaci Tu. E distraiti, perché la tua mente è acuta… e per te è difficile vedere il male e confidare in me distraendoti da te. Fa’ così per tutte le tue necessità; fate così tutti, e vedrete grandi, continui e silenziosi mira­coli. Ve lo giuro per il mio amore. Ed io ci penserò, ve lo assicuro.


Pregate sempre con questa di­sposizione di abbandono e ne avrete grande pace e frutto, anche quando io vi faccio la grazia del­l’immolazione di riparazione e di amore, che comporta la sofferenza. Ti sembra impossibile? Chiudi gli occhi e di’ con tutta l’anima: Gesù, pensaci Tu. Non temere, ci penserò e benedirai il mio Nome, umiliandoti. Mille pre­ghiere non valgono un atto solo di abbandono: ricordatelo bene. Non c’è novena più efficace di questa:
O Gesù mi abbandono in te, pensaci Tu!
Don Dolindo Ruotolo


     

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