“Mysterium tremendum”
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Dio ci ama infinitamente, ma che proporzione vi è fra la creatura e Dio? Come potrebbe l’uomo sostenere il peso dell’amore di Dio?
L’amore stesso di Dio non sarebbe per l’uomo un peso che lo opprime, un fuoco che lo consuma e lo distrugge? Dio non può non far paura.
Ci fa paura perfino la vastità sconfinata dell’universo.
Ricordate l’orrore di Pascal nella percezione di questi spazi sconfinati della creazione in cui si sentiva come perduto? Sentirci in questo mondo ci dà sgomento.
Che cos’è mai l’uomo in questa immensità?
Non è nulla la terra, e allora che cosa sono mai io?
E se l’uomo si sente come perduto nella vastità dell’universo, come volete che possa sopportare il contatto con Dio?
Noi si sopporta facilmente, ma perchè ci facciamo un Dio domestico, a nostra misura.
Siamo tutti dei poveri imbecilli, perchè crediamo di poter trattare con Dio come se fosse un nostro fratello maggiore.
E’ l’infinito! E’ l’eterno! … Che cosa sei tu di fronte a Dio?
Se tu non provi terrore di fronte a Dio, non sai nulla di Dio, non sei nemmeno un’anima religiosa.
Il primo sentimento che l’anima prova nei confronti di Dio, se ne percepisce l’esistenza, è il senso del terrore.
Se non c’è questo, non c’è religione: nè Cristianesimo nè altra religione.
Dio è Dio!
La prima reazione dell’uomo è quella di fuggire nel tentativo di difendere se stesso nei confronti di una immensità che lo schiaccia, di una grandezza che non ha nessuna proporzione con lui.,
Leggete il più grande etnologo delle religioni: egli dice che la prima reazione della creatura dei confronti di Dio è la fuga.
Mysterium tremendum è Dio.
EPPURE DIO CI AMA; MA COME PUO’ AMARCI?
DIO PER ACCOSTARSI A NOI HA DOVUTO FARSI UOMO.
PRIMA CHE NOI CI POTESSIMO PROPORZIONARE A LUI, E’ LUI CHE HA VOLUTO PROPORZIONARSI A NOI.
Vi ho sempre detto e ripetuto che sul piano naturale non vi è nessun rapporto fra Dio e l’uomo. Nemmeno l’angelo può aver rapporto con Dio, nemmeno l’angelo può esser termine di un rapporto con Dio.
Lo dice la Bibbia: “Nessuno può vedermi e vivere” (Es 33,20). Il contatto con Dio brucia e consuma.
SE EGLI APPARE, TU SEI MORTO; NON C’E’ POSSIBILITA’ PER TE DI SUSSISTERE.
Lo diceva perfino Omero: se Giove china lo sguardo, i monti ballano.
E ugualmente la Bibbia: “Tocca i monti ed essi fumano” (Sal 104, 32; 144, 5).
E che cosa sei tu per reggere il peso di Dio?
MA ECCO, PROPRIO PER QUESTO, DIO SI FA UOMO. SICCOME EGLI TI AMA, EGLI PROPORZIONA SE STESSO A TE.
Tutta la vita religiosa del mondo, dice sant’Ireneo, non è che un adattarsi progressivo di Dio all’uomo. EGLI DISCENDE.
Tutta l’economia della divina rivelazione nella Bibbia E’ LA DISCESA DI DIO VERSO L’UOMO, FINO A FARSI UNO DI NOI, PERCHE’ SI FA BAMBINO CHE TU PUOI PORTARE SULLE BRACCIA, PERCHE’ MUORE PER TE SULLA CROCE.
E’ soltanto in questo farsi uomo che l’uomo può accostarsi a Dio e anche Dio può entrare in comunione con noi: ATTRAVERSO IL SUO CUORE, IL CUORE DI CRISTO.
Cosicchè il cuore di Cristo rimane come l’espressione ultima di tutto l’amore di Dio per l’uomo.
Anche quando, nell’Antico Testamento, Dio manifesta la sua predilezione per Israele, lo sceglie, lo vuole per Sè, stabilisce un’alleanza con lui, tutta questa provvidenza divina non è altro che un’ANTICIPAZIONE DELL’INCARNAZIONE.
Dice Gesù nel IV Vangelo: “Abramo vide il mio giorno e tripudiò” (Gv 8, 56). E al capitolo 12 Gesù dice che Isaia “vide la sua gloria e parlò di lui” (Gv 12, 41).
Tutte le teofanie dell’Antico Testamento, tutti i rapporti che Israele ebbe con Dio, suppongono l’Incarnazione, la annunziano, la promettono, la anticipano in qualche modo nell’esperienza del popolo santo.
SEMPRE CRISTO, SOLO CRISTO, E SENZA IL CRISTO NULLA.
Don Divo Barsotti
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