Meditiamo – 342
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POVERTÀ’ – VIRTÙ’ IMPORTANTISSIMA
La virtù della povertà consiste nel distaccare il cuore da tutti i beni terreni in modo che sia completamente disponibile ad essere ricolmato di Dio e dei beni spirituali ed eterni, perciò è una virtù di prima e somma importanza. Se viene a mancare non si riesce a fare neppure un passo verso Dio. Oggi, in questa società del grande benessere, delle illeciti tangenti, dell’esasperato consumismo è più urgente che mai riscoprire questa virtù.
Gesù dice a tutti: “Nessuno può servire a due padroni: non potete servire a Dio e al denaro” (Matteo 6,24). “Non ammassate tesori sulla terra, ove la ruggine e il verme consumano e i ladri sfondano e portano via tutto. Ammassate dei tesori in cielo: lassù non ci sono né vermi né ladri che consumano e rubano” (Matteo 6,19ss).
Gesù dice agli apostoli nel momento che li manda ad annunciare il Regno di Dio: “Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche” (Luca 9,3).
I primi cristiani vivevano la virtù della povertà in grado altissimo: “Nessuno chiamava suo ciò che gli apparteneva, ma, fra loro, tutto era in comune. Perciò nessuno era in necessità. Chi possedeva terre o case le vendeva e ne deponeva il prezzo ai piedi degli apostoli. E o-gnuno riceveva secondo i suoi bisogni” (Atti 4,32-35).
La povertà è la prima delle 8 Beatitudini proclamate da Gesù. II Concilio afferma: “Lo spirito di povertà e di amore è la gloria e il segno della Chiesa di Cristo” (Gaudium et spes, 88).
“Come Cristo ha compiuto la redenzione attraverso la povertà e le persecuzioni, così pure la Chiesa è chiamata a prendere la stessa via per comunicare agli uomini i frutti della salvezza” (L.G., 8).
Occorre una povertà interna ed esterna, collettiva e personale, e quei beni che, così facendo, rimarranno, sono dei poveri e devono essere destinati a loro (cf. Perfectae charitatis, 13).
Belle le parole di S. Chiara (incise nel portone del povero monastero di Clarisse Cappuccine di Lagrimone di Parma): “Ho in me tutte le gioie del cielo: la povertà me ne apre le porte”. Anche a te la povertà darà gioie e slanci di amore, ardenti desideri di felicità celeste.
P. Crispino Lanzi
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