Il Ringraziamento negato
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Dal Concilio Vaticano II la Chiesa ha spesso ripetuto: “L’Eucaristia è la fonte e il culmine di tutta la vita cristiana”. L’importanza vitale dell’Eucaristia per la vita del cristiano è stata più volte ripresa in numerosi convegni Eucaristici e attraverso Encicliche e Lettere pastorali. Molti giornali e riviste cattoliche hanno scritto sull’argomento così che, in parecchi cristiani si è fatta strada la coscienza della necessità di accostarsi a questo grandissimo Sacramento.
Grazie a Dio, oggi, non solo nei santuari e nelle basiliche ma anche nelle parrocchie è possibile vedere anche in giorni feriali, i fedeli che partecipano devotamente alla Santa Messa. Al termine della celebrazione, quando la massa dei fedeli esce dalla chiesa, c’è sempre un manipolo di fedeli che resta in devoto raccoglimento per ringraziare Gesù del Dono di Sé e per aprirsi in un dolce dialogo col Salvatore.
In alcune chiese però, dopo pochi minuti, questo meraviglioso momento viene già disturbato: si cominciano a spegnere le luci della chiesa e si ode un fragoroso sferragliare di lucchetti e catenacci che serrano le porte del tempio. Se poi i fedeli presenti cercano di trattenersi ancora in adorazione si ode una voce stentorea: “Signori dovete uscire, si chiude!”.
I fedeli, chiaramente delusi, si avviano mestamente verso l’uscita sotto l’occhio severo del Sagrestano che li esorta: “Andiamo via, su!”. Qualcuno protesta: “Ma nemmeno dieci minuti si può rimanere per dire una preghiera?”. La risposta: “Andatevene a casa e pregate tutto il tempo che volete!”.
Forse, però, il sagrestano (o il Parroco) che chiude la chiesa non riflette che, una volta usciti dal Tempio, si perde il raccoglimento e inoltre difficilmente, ritornati a casa, si può trovare l’atmosfera giusta per pregare. Viene così da domandarsi: se quelli che vorrebbero trovare la pace, l’amore, la Grazia nella comunione-dialogo con Gesù Eucaristico ne vengono impediti, come riusciranno ad essere “Testimoni del Risorto?”.
Don Manlio
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