L’uomo eucaristico risorge
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Chi si nutre di Cristo non ha più la morte in sè, infatti “se uno mangia di questo pane vivrà in eterno” (Gv 6,51).
La morte, secondo un’importante espressione paolina, viene addirittura inghiottita dalla vita (1Cor 15,54): l’Eucaristia non elimina la morte fisica, ma se ne impadronisce, la ingoia.
Quando io morirò, se sarò trovato in Cristo, non farò l’esperienza della morte come separazione, perchè la morte è ingoiata e quando è ingoiata è “digerita”.
Cosa succederà allora quando morirò?
Nel libro “Un cipresso per maestro” si narra la storia di un tabaccaio che viveva a Prato, Renzo Buricchi; era un convertito – prima era un anarchico comunista – e aveva la tabaccheria nella piazza centrale di Prato, per cui lo conoscevano tutti.
Era grande e grosso: quando uno entrava nella sua tabaccheria, dopo un po’ lui cominciava a fare catechesi spicciola.
Ebbene, il 3 ottobre 1983, questo tabaccaio ebbe un infarto; lo portarono subito all’ospedale in sala di rianimazione.
Sia i medici che gli infermieri lo riconobbero, anche se non era ancora stata fatta la sua identificazione, a causa del suo lavoro.
I sanitari gli diagnosticarono un grave attacco cardiaco, ma prima ancora di poter prendere decisioni, il suo cuore cessò di battere. Fecero un tentativo, doveroso quanto disperato, di massaggio cardiaco e qualche minuto dopo incredibilmente quel cuore tornò a pulsare.
Ma quando egli riprese conoscenza e potè parlare, si verificò un fatto imprevisto.
Renzo Buricchi con il volto pieno di gioia disse: “E’ bellissimo! Mi sono trovato in una grande luce e ho provato una beatitudine così grande che è impossibile da raccontare, ma poi tutto questo è scomparso perchè voi – disse rivolgendosi ai medici con rammarico . mi avete riportato da questa parte”.
I sanitari, pieni di sorpresa, compresero la grande esperienza che aveva fatto più che dalle parole dall’espressione raggiante e gioiosa del suo volto; sia pure per pochi attimi, era entrato nel tunnel di quel processo che noi chiamiamo morte.
L’ordine dato dei medici fu di riposo assoluto.
Racconta l’autore del libro che, quando fu ammesso per una breve visita all’amico, la prima cosa che Renzo Buricchi gli disse fu: “Marcello, lo dico a te e lo devi dire a tutti: morire è meraviglioso, si passa di colpo dentro una luce che non ha eguali e provi una pace e una beatitudine che non è confrontabile con nessun’altra sensazione”.
Gli chiese insistentemente di promettere che fino a quando egli fosse vissuto avrebbe annunziato a tutti che la morte non esiste.
La frase più bella è l’ultima: “Dì a tutti che la morte non esiste”.
La morte, che ci fa tanta paura solo a parlarne, non c’è.
Naturalmente questo tabaccaio era un uomo che viveva in grazia di Dio, che era nel Signore e il Signore si stava preparando ad accoglierlo in una beatitudine che non ha eguali in questo mondo.
Questo è l’uomo che riceve la santa Comunione.
E’ un uomo che risorge. è un uomo che va incontro a “sorella” morte con il sorriso.
Non abbiate paura della morte: preoccupatevi piuttosto di essere in grazia di Dio.
Padre Serafino Tognetti
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