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UN PENSIERO AL GIORNO CON DON GIÒ (1975- 2004)
Dal diario: “Io sono un sogno di Dio” (ed. Gamba – Verdello)
1 aprile 2012 – Domenica delle Palme
Gesù ha dato tutto
Gesù, il Cristo.
Così divinamente uomo,
così umanamente Dio.
Non sembri Dio, o figlio dell’uomo.
Quasi non sembri neppure uomo,
tanto ti abbiamo rovinato.
Eppure sei.
Splendidamente,
nel tuo corpo lacerato,
trafitto,
aperto,
ci appare la tua gloria.
Sapevi,
e non ti sei tirato indietro…
ci ami.
È stato il fine di una scelta,
la scelta della fine,
la fine della morte.
Anche appeso su quel legno,
solo con te stesso,
hai pensato a noi, prima che a te.
Le tue mani:
aperte all’infinito da quei chiodi fissi
da quei chiodi finiti
dei nostri peccati senza fine.
Le tue braccia:
aperte in un tenero abbraccio
di Padre
le abbiamo aperte noi,
ma tu già ci avevi pensato.
E altri mille abbracci,
prima di quello decisivo,
hanno avvolto il mondo.
Il petto:
aperto… la porta stretta!
Tutto di te ci hai donato,
fino all’ultima goccia.
Il tuo volto:
incoronato del nostro peccato.
I tuoi piedi:
hanno percorso il mondo
della nostra indifferenza.
Ora siamo noi che aneliamo
verso Te.
Paradossalmente Tu,
al primo sguardo,
sembri non poterci dare niente.
Invece ci dai tutto.
Commento di don Arturo Bellini.
Questa sorprendente preghiera è di un adolescente di 16 anni, Giovanni Bertocchi, familiarmente chiamato Giò. La scrisse nel suo diario: “Io sono un sogno di Dio”, Gamba editore – Verdello, 2011), in occasione di una giornata di spiritualità.
Giò guarda il Crocifisso di Grünewald (l’opera si trova a Colmar, in Francia, in un museo ricavato in un ’ex convento dei domenicani), una rappresentazione che sconcerta chi è fragile nella fede. L’impatto è duro e forte. Il braccio orizzontale della croce pare non reggere il peso del corpo morto di Gesù. Giò adolescente ne rimane profondamente colpito. Gesù non ha più neanche l’aspetto d’uomo tanto “lo abbiamo rovinato”.
Giò avvia con Gesù un colloquio intimo e personale, di rara intensità. Il Crocifisso di Grünewald è un dipinto bello da ammirare e da leggere nei suoi simboli, ma per Giò è una persona che parla alla sua anima. Parla con il suo corpo, il suo volto, i suoi piedi e le sue mani. Parla e attende di essere accolto nel cuore, con amore. E allora accade il miracolo di essere illuminato da dentro e trasformato dalla sua luce e dalla grazia.
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