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7 Aprile 2012 | Filed under: Senza categoria
     

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Cari amici,
la Redazione di LaSacraFamiglia desidera rivolgere a voi tutti ed alle vostre famiglie l’augurio di poter vivere una Santa Pasqua nella pace e nella gioia di Gesù risorto.
Domenica 8 aprile 2012
Pasqua di Risurrezione 

Vangelo: Mc 16,1-8

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
COMMENTO
Tre donne, Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Salome, sono figure centrali del vangelo di Marco. Esse, le mirofore, hanno seguito Gesù in Galilea (Mc15,41), hanno assistito a distanza alla sua crocifissione (Mc15,40), hanno osservato bene il luogo del suo seppellimento (Mc15,47) e ora «passato il sabato…vennero al sepolcro al levar del sole» per ungere con oli aromatici il corpo di Gesù (mc16,1-2). Un venire accompagnato da una preoccupazione: «chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?» (Mc15,3). Tre donne ricche di nostalgia di Gesù e piene di premura per il suo corpo morto, e lontane al pensare qualcosa tipo resurrezione dalla morte. In definitiva senza speranza.

È a queste donne che improvvisamente si apre uno scenario inedito: la pietra è stata rotolata via e, entrate nel sepolcro, vedono «un giovane vestito d’una veste bianca», indice della sua origine e provenienza celesti, e costatano l’assenza del corpo di Gesù. Motivi sufficienti per essere prese dallo stupore e dal panico, terrorizzate (Mc16,4-5). Se l’andare al sepolcro era nella tristezza per una vita spenta, ciò che accade al sepolcro le getta nello spavento. Una paura non attutita dall’annuncio del giovane: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto» (Mc16,6). Un annuncio seguito da un compito: «Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro:Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto» (Mc16,7).


Un invito alla non paura e un mandare a dire la cui risposta è stata una paura-spavento tali da ridurle a creature fuori di sé, a fuggitive precipitose e a bocca cucita: «Esse uscirono e fuggirono via piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno» (Mc16,8). Marco conclude così il suo vangelo, ciò che segue è una aggiunta successiva per addolcire il racconto.

Di fatto, annota l’evangelista, si fugge sempre: dinanzi a un Messia crocifisso, dinanzi a un Messia risorto e dinanzi a compiti ritenuti troppo forti per noi. Si fugge meravigliati e impauriti dinanzi a eventi che ci sovrastano. Il cammino verso il sì a quel Risorto, e quindi alla vittoria sulla morte, conosce percorsi di paura del credere per non incorrere in nuove illusioni (Lc24,21) e in gioie senza fondamento (Lc 24,41). E si pensa a trafugamenti di cadavere (Gv 20,13), a apparizioni di fantasmi (Lc 24,27) e a gente allucinata; si pensa a tutto eccetto che all’essenziale: «Il crocifisso è risorto». Un essenziale suggerito al cuore di ciascuno dalla parola rivelatrice di un messaggero di Dio.

Marco è chiaro: la tomba vuota da sola genera il «Non è qui» con la variante delle molteplici supposizioni, unicamente la parola di Dio capace di persuadere il cuore introduce al «veramente è risorto». È questo il passaggio ultimo che le tre donne, e il noi che rappresentano, devono compiere.

Dal non capire che incute paura e fuga all’adesione al messaggio dell’inviato di Dio dai molti nomi. Marco lascia la cosa in sospeso a voler dire che continuazione del racconto è la risposta dei suoi uditori-lettori: credono con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti in base alla parola del giovane da lui registrata nel vangelo? Una resurrezione vera, non nell’ordine del probabile o del puramente metaforico, tipo è risorto nel ricordo dei suoi o nella sua causa portata avanti dai suoi; un evento dunque realmente accaduto a Gesù al cospetto del quale non resta che il linguaggio di un silenzio gravido di stupore e di adorazione (Mt 28,9.17). Evento che riguarda un Tu e in lui il tutto umano-cosmico: passato il sabato, il primo giorno della settimana, quella domenica dunque, un sole si leva dalla tenebra della morte (Mc16,2) per illuminare il giorno dell’uomo e l’ora della morte dell’uomo e del mondo.

Per questo è nato, per «dirigere i nostri passi sulla via della pace» (Lc1,79). Il mattino del natale del Sole alla terra sfocia nel mattino del Sole al cielo, da dove continua a illuminare.


E dire che questo crocifisso è risorto equivale anche a «rifiutarci di accettare una storia in cui il carnefice abbia in eterno ragione.
P. Giancarlo Bruni

* * * * * * * * * * * * * 

DOMENICA
Preghiamo per i Sacerdoti
 
O Gesù, sommo ed eterno sacerdote, custodisci il tuo sacerdote dentro il Tuo Sacro Cuore.
Conserva immacolate le sue mani unte che toccano ogni giorno il Tuo Sacro Corpo.
Custodisci pure le sue labbra arrossate dal Tuo Prezioso Sangue.
Mantieni puro e celeste il suo cuore segnato dal Tuo sublime carattere sacerdotale.
Fa che cresca nella fedeltà e nell’amore per Te e preservalo dal contagio del mondo.
Col potere di trasformare il pane e il vino donagli anche quello di trasformare i cuori.
Benedici e rendi fruttuose le sue fatiche e dagli un giorno la corona della vita eterna.
O Gesù, sommo ed eterno sacerdote, custodisci il tuo sacerdote dentro il Tuo Sacro Cuore.
Conserva immacolate le sue mani unte che toccano ogni giorno il Tuo Sacro Corpo.
Custodisci pure le sue labbra arrossate dal Tuo Prezioso Sangue.
Mantieni puro e celeste il suo cuore segnato dal Tuo sublime carattere sacerdotale.
Fa che cresca nella fedeltà e nell’amore per Te e preservalo dal contagio del mondo.
Col potere di trasformare il pane e il vino donagli anche quello di trasformare i cuori.
Benedici e rendi fruttuose le sue fatiche e dagli un giorno la corona della vita eterna.

     

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Tu ci hai dato un modello di vita
nella famiglia di Nazareth,
aiutaci, o Padre buono,
a fare della nostra famiglia
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l'amore, la pace e la gioia.
Fa' che la nostra vita,
sia profondamente contemplativa,
intensamente eucaristica
e vibrante di gioia.
Aiutaci a rimanere insieme
nella gioia e nella sofferenza
attraverso la preghiera familiare.
Insegnaci a vedere Gesù
nei membri della nostra famiglia
specialmente nelle loro difficoltà.
Possa il Cuore Eucaristico di Gesù
rendere i nostri cuori miti ed umili
come il suo e possa aiutarci
a compiere i nostri doveri familiari
in modo santo.
Possiamo amarci
come Dio ama ognuno di noi,
ogni giorno sempre più,
e possiamo perdonarci le offese
come Dio perdona le nostre.
Aiutaci, o Padre buono,
a prendere ciò che ci dai
e a darti tutto ciò che ci chiedi
con grande gioia.
O Immacolato Cuore di Maria,
causa della nostra gioia,
prega per noi.
S. Giuseppe, prega per noi.
S. Angelo Custode,
rimani sempre con noi,
guidaci e proteggici.
AMEN

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