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9 Marzo 2013 | Filed under: Catechesi, Eucaristia
     

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LE CINQUE GUARIGIONI 

DELLA SANTA MESSA 

Come dice anche S. Paolo nella lettera ai Corinzi: “Noi pensiamo secondo Dio”. Noi abbiamo il pensiero di Dio, addirittura!!! Questa Parola di Gesù riscalda il cuore come ai due discepoli di Emmaus! “Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre ascoltavamo questo Viandante che ci parlava così bene?”. Di cosa parlava il Viandante? Parlava delle Scritture. Aveva fatto una lettura a memoria, camminando, e poi aveva fatto l’omelia cioè la spiegazione dei testi.

Ovviamente il Viandante era Gesù, la Sapienza incarnata, ci credo che avesse loro scaldato il cuore! Ma credete forse che Gesù non parli più? Credete forse che, dopo Emmaus, abbia detto “Adesso mi ritiro?” Ma no! Dio continua a parlare! Nei testi! Nella predicazione! Questa Parola di Dio demolisce le nostre resistenze!

Questo è allora come dobbiamo atteggiarci, quando ci sediamo all’ascolto: “Parla, Signore, che il Tuo servo Ti ascolta!”. Possibilmente senza foglietto!!! Le letture non sono da leggere: sono da ascoltare!!! E speriamo che le legga bene, chi le legge!
Ma questa Parola è che io sono lì tranquillo e ascolto. E a volte mi basta captare una Parola.

E’ abbondante, l’ascolto della Messa domenicale! Perchè abbiamo la Prima Lettura, c’è il Salmo, c’è la Seconda Lettura, c’è il Vangelo: quanta roba!  Allora io ricerco, in quelle parole che vengono dette, quella parola che può essere per me. Avete presente la parabola del seminatore? Il seminatore semina molto e alcune cadono sul terreno buono, altre in un terreno meno buono. Io devo solo preparare il mio terreno. E quando ho preparato il terreno ascolto avidamente cosa succede.

Quella parola che viene detta, se mi colpisce, ecco: la prendo! E la custodisco.
E dico: “Ecco, Signore, questa Parola è per me. Questa è la Verità. Questo sei Tu, riconosco la Tua voce perchè Tu hai detto: ‘Le pecore’  (nel Vangelo di Giovanni) ‘riconoscono la voce del Pastore’ “.
Poi, questa guarigione, può scaturire naturalmente anche nell’omelia e qui, nell’omelia, casca l’asino, il cavallo e il cammello e tutto il resto! Perchè io qui ho un libro interessante, è un libro sulle omelie. Pensate come si intitolano: 1) “La predica: tormento dei fedeli!”
2) “Come difenderci dalle prediche!”.  E in questo secondo, che si intitola “Come difenderci dalle prediche”, il sottotitolo precisa: “E da che pulpito!”.

  
E’ un libro di un simpatico giornalista, Roberto Beretta, il quale ha preparato, proprio pensando anche all’importanza che ha la spiegazione della Parola di Dio … e che tante volte si scontra sul fatto che un sacerdote, per testimoniare … ti fa un po’ addormentare.
O non riesce, come dire, a entrare bene nel testo; interpreta male, o la fa troppo lunga, o fa discorsi che non c’entrano. E in effetti è la parte, se si vuole, un po’ più complicata.
Perchè il sacerdote che spiega, nell’omelia, la Parola di Dio deve parlare col cuore, deve parlare cuore a cuore, ma deve essere BREVE.

Il titolo di questo libro, infatti, è un po’ provocatorio: “Da che pulpito: come difendersi dalle prediche!”. Bello, simpatico. In un capitolo dice: “Il prete è meglio se ha un’amante!”. NON SCANDALIZZATEVI perchè è ovvio che qui si parla di un testo assolutamente bello e ortodosso ….. e adesso vi dico di quale amante si parla! Dice questo autore, Roberto Beretta: “Se dovessimo cercare un paragone adatto al ruolo del predicatore, forse quello che è giusto è quello che rimanda all’immagine dell’innamorato.

Che ogni domenica, in cinque minuti, spiega e rispiega ad altri amanti, come e perchè lui personalmente è stato preso da quel messaggio che ha appena letto. Che cosa lo ha catturato vitalmente nel Vangelo. Come mai si è fatto convincere così profondamente da Gesù di Nazareth”.

E commenta questo autore: “Certo, ci può essere il rischio che, talvolta, esca dalle righe nel dipingere l’oggetto del suo amore esagerando, come capita, appunto, a tutti gli amanti; però niente di più e nulla di meno è la predica che noi laici, stanchi di parole senza cuore, vorremmo finalmente sentire”. (Continua)
Padre Serafino Tognetti


     

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come il suo e possa aiutarci
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