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Mese di Maggio – Undicesimo giorno

10 Maggio 2013 | Filed under: Devozioni, Meditazione P. Muzzarelli, Mese di Maggio
     

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IL NUMERO DEI DANNATI – Riflettiamo su quel luogo di tormenti che è l’inferno, e pensiamo a tutti i nostri fratelli che vi soffrono una infelicità senza fine. E poi a quelli che potranno cadérvi nel futuro. Quanti siano i dannati nessuno lo sa. Gesù stesso, interrogato sull’argo­mento, non ha voluto rispondere e ha detto: «È stretta la porta e angusta la via che porta alla vita. Sforza­tevi di entrare per la porta stretta». Preoccupiamoci quindi della nostra salvezza, e facciamo ogni sforzo per arrivare nel paradiso di Dio.

Se Gesù non ha mai detto quanti siano i con­dannati all’infelicità eterna, ci ha fatto però cono­scere delle grandi verità che ci debbono essere ben presenti. Ha detto, infatti, che la via dell’inferno è larga, spaziosa, facile, piacevole. Chi si trova su quella via, nell’ora della morte, cadrà nell’inferno. Gesù ha detto poi che il regno dei cicli soffre la violenza, e che lo raggiungeranno solo coloro che si faranno violenza. Chi non vuole fare violenza alle sue passio­ni e ai suoi vizi, nell’ora della morte finirà all’infer­no. Gesù ha detto anche che se

non facciamo peni­tenza, finiremo tutti nello stesso modo. Dunque, chi, nel corso della sua vita, fugge la legge della peniten­za, nell’ora della morte andrà a patire le pene eterne.

Cosa fare per non finire tra i condannati nel­l’ora della morte? Occorre camminare sulla strada che ci ha indicato Gesù, la via non facile, la via stretta del ciclo, cioè la via del dovere quotidiano, del sacrificio, della mortificazione. Occorre domi­nare le nostre passioni, vincere i vizi, seguendo la ragione e la fede. Occorre seguire, giorno dopo gior­no, la legge del Vangelo, che è una penitenza che purifica l’anima. Non sono pochi gli uomini che si comportano così: uniamoci a loro.

Dipende solo da noi trovarci, al termine della vita, tra il numero degli eletti o dei dannati, a secon­da che seguiamo la via del bene o del male. Non allontaniamo il nostro sguardo da Maria, e ispiria­moci agli esempi della sua santa vita. Maria si è sempre tenuta lontano dal lusso e dalla vanità, e ha seguito la strada del dovere, del sacrifìcio gioioso e della mortificazione volontaria. E si è sempre preoc­cupata di tenere la mente rivolta al suo Signore.

Imitiamo la nostra madre celeste e come lei fug­giamo la morale del mondo; come lei viviamo la vita dei figli di Dio, non quella del mondo. E per essere più sicuri, mettiamoci alla scuola della Madonna, onoriamola e amiamola con grande affetto. Non si è mai perso chi ha seguito e servito fedel­mente Maria.

ESEMPIO

Il beato Gian Gabriele Perboyre – I  santi incontrano spesso delle sofferenze, e se a volte sono favoriti da grazie speciali, sono sempre provati come l’oro nel crogiolo.

II  beato Gian Gabriele Perboyre, il figlio di san Vincenzo che fu martirizzato in Cina, ebbe da Dio il dono di un grande spirito di vita interiore, ma pochi mesi prima della morte dovette sostenere una dura prova.

Erano già cinque anni che svolgeva con passione il suo difficile apostolato in Cina, senza risparmiarsi in nulla, e stava portando tante anime a Dio. Ma a un certo momento si sentì opprimere da una grande desolazione. Gli sembrava di essere abbandonato da tutti e di fare cose inutili, e di non doversi più aspet­tare niente dalla divina misericordia. Non provava più gusto per la preghiera, e in Dio vedeva solo un giudice severo e impietoso, irritato perché aveva abu­sato della sua grazia e aveva commesso tanti peccati.

Se guardava il Crocifisso, gli sembrava che dalle sue piaghe uscissero per lui solo rimproveri. Se celebra­va la messa, gli sembrava di essere un altro Giuda che mangiava e beveva la sua condanna. Se cercava un conforto davanti all’altare, si sentiva crescere in cuore solol’amarezza. Non mangiava più volentieri, non dormiva più, moriva poco a poco come una pianticella senz’acqua sotto il calore del sole. Ma Gian Gabriele era stato molto devoto alla Madonna, e ricorse a lei, pregandola di far cessare quella de­solazione dello spirito.

“O Maria, concepita senza peccato – le disse -prega per me che ricorro a te”. Allora improvvisamente gli apparve Gesù sulla croce, che lo guardò amorosamente e gli disse: “Che cosa temi? Non sono forse morto per te? Metti la tua mano, sul mio costato e non aver paura di nulla, neppure dell’inferno. Il beato si sentì liberato da ogni timore e pieno di pace gioiosa continuò a svolgere generosamente il suo ministero, finché pochi mesi dopo fu martirizzato, diventando così simile a Gesù anche nella passione e nella morte.

Ricorriamo anche noi a Maria nelle tentazioni che il demonio può insinuare nel nostro spirito sulla possibilità della nostra salvezza eterna. Sforziamoci di amare Maria conducendo una vita cristiana e at­tendiamo con fiducia la salvezza.

FIORETTO

Decidiamo una piccola devozione che intendia­mo praticare per tutta la vita in onore della Madon­na e promettiamo di osservarla per sempre.

GIACULATORIA

Se fra le eterne – pene non sono o Madre buona – è per tuo dono.

PREGHIERA

O Maria, madre nostra dolcissima, ottiene dal Signore per noi la forza e il coraggio perché seguia­mo sempre la via della giustizia e della santità, in modo da salvarci e cantare in eterno le tue lodi as­sieme ai santi del ciclo. Così speriamo e così sia. Amen.

Mese di Maggio

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