Mese di Maggio – Undicesimo giorno
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IL NUMERO DEI DANNATI – Riflettiamo su quel luogo di tormenti che è l’inferno, e pensiamo a tutti i nostri fratelli che vi soffrono una infelicità senza fine. E poi a quelli che potranno cadérvi nel futuro. Quanti siano i dannati nessuno lo sa. Gesù stesso, interrogato sull’argomento, non ha voluto rispondere e ha detto: «È stretta la porta e angusta la via che porta alla vita. Sforzatevi di entrare per la porta stretta». Preoccupiamoci quindi della nostra salvezza, e facciamo ogni sforzo per arrivare nel paradiso di Dio.
Se Gesù non ha mai detto quanti siano i condannati all’infelicità eterna, ci ha fatto però conoscere delle grandi verità che ci debbono essere ben presenti. Ha detto, infatti, che la via dell’inferno è larga, spaziosa, facile, piacevole. Chi si trova su quella via, nell’ora della morte, cadrà nell’inferno. Gesù ha detto poi che il regno dei cicli soffre la violenza, e che lo raggiungeranno solo coloro che si faranno violenza. Chi non vuole fare violenza alle sue passioni e ai suoi vizi, nell’ora della morte finirà all’inferno. Gesù ha detto anche che se
non facciamo penitenza, finiremo tutti nello stesso modo. Dunque, chi, nel corso della sua vita, fugge la legge della penitenza, nell’ora della morte andrà a patire le pene eterne.
Cosa fare per non finire tra i condannati nell’ora della morte? Occorre camminare sulla strada che ci ha indicato Gesù, la via non facile, la via stretta del ciclo, cioè la via del dovere quotidiano, del sacrificio, della mortificazione. Occorre dominare le nostre passioni, vincere i vizi, seguendo la ragione e la fede. Occorre seguire, giorno dopo giorno, la legge del Vangelo, che è una penitenza che purifica l’anima. Non sono pochi gli uomini che si comportano così: uniamoci a loro.
Dipende solo da noi trovarci, al termine della vita, tra il numero degli eletti o dei dannati, a seconda che seguiamo la via del bene o del male. Non allontaniamo il nostro sguardo da Maria, e ispiriamoci agli esempi della sua santa vita. Maria si è sempre tenuta lontano dal lusso e dalla vanità, e ha seguito la strada del dovere, del sacrifìcio gioioso e della mortificazione volontaria. E si è sempre preoccupata di tenere la mente rivolta al suo Signore.
Imitiamo la nostra madre celeste e come lei fuggiamo la morale del mondo; come lei viviamo la vita dei figli di Dio, non quella del mondo. E per essere più sicuri, mettiamoci alla scuola della Madonna, onoriamola e amiamola con grande affetto. Non si è mai perso chi ha seguito e servito fedelmente Maria.
ESEMPIO
Il beato Gian Gabriele Perboyre – I santi incontrano spesso delle sofferenze, e se a volte sono favoriti da grazie speciali, sono sempre provati come l’oro nel crogiolo.
II beato Gian Gabriele Perboyre, il figlio di san Vincenzo che fu martirizzato in Cina, ebbe da Dio il dono di un grande spirito di vita interiore, ma pochi mesi prima della morte dovette sostenere una dura prova.
Erano già cinque anni che svolgeva con passione il suo difficile apostolato in Cina, senza risparmiarsi in nulla, e stava portando tante anime a Dio. Ma a un certo momento si sentì opprimere da una grande desolazione. Gli sembrava di essere abbandonato da tutti e di fare cose inutili, e di non doversi più aspettare niente dalla divina misericordia. Non provava più gusto per la preghiera, e in Dio vedeva solo un giudice severo e impietoso, irritato perché aveva abusato della sua grazia e aveva commesso tanti peccati.
Se guardava il Crocifisso, gli sembrava che dalle sue piaghe uscissero per lui solo rimproveri. Se celebrava la messa, gli sembrava di essere un altro Giuda che mangiava e beveva la sua condanna. Se cercava un conforto davanti all’altare, si sentiva crescere in cuore solol’amarezza. Non mangiava più volentieri, non dormiva più, moriva poco a poco come una pianticella senz’acqua sotto il calore del sole. Ma Gian Gabriele era stato molto devoto alla Madonna, e ricorse a lei, pregandola di far cessare quella desolazione dello spirito.
“O Maria, concepita senza peccato – le disse -prega per me che ricorro a te”. Allora improvvisamente gli apparve Gesù sulla croce, che lo guardò amorosamente e gli disse: “Che cosa temi? Non sono forse morto per te? Metti la tua mano, sul mio costato e non aver paura di nulla, neppure dell’inferno. Il beato si sentì liberato da ogni timore e pieno di pace gioiosa continuò a svolgere generosamente il suo ministero, finché pochi mesi dopo fu martirizzato, diventando così simile a Gesù anche nella passione e nella morte.
Ricorriamo anche noi a Maria nelle tentazioni che il demonio può insinuare nel nostro spirito sulla possibilità della nostra salvezza eterna. Sforziamoci di amare Maria conducendo una vita cristiana e attendiamo con fiducia la salvezza.
FIORETTO
Decidiamo una piccola devozione che intendiamo praticare per tutta la vita in onore della Madonna e promettiamo di osservarla per sempre.
GIACULATORIA
Se fra le eterne – pene non sono o Madre buona – è per tuo dono.
PREGHIERA
O Maria, madre nostra dolcissima, ottiene dal Signore per noi la forza e il coraggio perché seguiamo sempre la via della giustizia e della santità, in modo da salvarci e cantare in eterno le tue lodi assieme ai santi del ciclo. Così speriamo e così sia. Amen.
Mese di Maggio
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