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Mese di Maggio 26°

25 Maggio 2013 | Filed under: Devozioni, Meditazione P. Muzzarelli, Mese di Maggio
     

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Ventiseiesimo giorno

MEDITAZIONE SU GESÙ BAMBINO – Guardiamo la povertà estrema del bambino Gesù. Gli manca tutto: non ha casa, e trova l’unico rifugio in una stalla; non ha letto, e giace sulla paglia; non ha fuoco, e lo riscaldano due animali, un bue e un asino; avvolto dalla madre in misere fasce, è deposto in una mangiatoia. Gesù così povero, e noi così attaccati ai nostri beni, a tante cose che non sono neppure indispensabili per vivere dignitosamen­te?

Riflettiamo poi sulla sua mortificazione. Noi vediamo un piccolo bambino esposto a tutte le sof­ferenze e le umiliazioni di chi non ha nulla, neppure la casa. Eppure noi sappiamo che quella umana con­dizione è una libera e volontaria scelta di un Dio grande, potente, infinito, che tutto può. E noi, pove­ri uomini destinati a passare come niente e senza portar via niente, sempre alla ricerca di soddisfare comunque i nostri piaceri?

Non possiamo non vedere la sua umiliazione. Gesù viene sulla terra nel silenzio, nascosto, in un paesino sconosciuto del mondo di allora. A servire Dio in terra ci sono solo il falegname Giuseppe e la madre Maria. Di fronte alla gente non è altro che un poveretto. Nella notte in cui risuona il canto festoso degli angeli, vanno a trovarlo solo degli altri poveri, dei semplici pastori di pecore. E noi così ambiziosi? Saremo giudicati da quel bambino nella culla. E il criterio sarà quella stalla e quella paglia.

Il presepio è per noi la scuola sublime che ci insegna come dovrebbe essere la qualità della nostra vita. Fin dal presepio, Gesù ci ha lasciato modelli di povertà, di mortificazione, di umiltà. Ha voluto es­sere povero per insegnarci a non attaccare il cuore ai beni della terra; ha voluto essere mortificato per insegnarci che dobbiamo controllare il nostro cor­po; ha voluto essere umile per insegnarci a combat­tere la nostra presunzione.

Sono tre le passioni che dominano il cuore del­l’uomo: l’amore della ricchezza, i piaceri, gli onori. E con suo Figlio, anche Maria ha amato la povertà, ha mortificato il corpo, è stata tanto umile quanto grande. Dovremmo guardare spesso il suo esempio anche noi, che per accontentare il corpo e la super­bia o per avidità di ricchezze spesso ci esponiamo al pericolo di perderci per l’eternità.

 Ricordiamoci che siamo cristiani, e seguiamo l’esempio dei poveri pastori: riconosciamo nel bam­bino del presepio il nostro Salvatore, e in Maria sua madre e la nostra stessa madre.

ESEMPIO

Santa Luisa di Marillac – Fin da piccola, Luisa imparò da Gesù bambino l’amore per la povertà e la penitenza. Da giovane chiese di entrare come religiosa tra le Cappuccine di Parigi, tanto note per la povertà e la penitenza. La domanda non venne accolta a causa della sua mal­ferma salute; allora i genitori vollero che si sposasse con il signor Le Gras, segretario della regina Maria de’ Medici. Anche nel matrimonio, Luisa si compor­tò secondo lo spirito di povertà, praticò la penitenza ed esercitò la carità verso i più poveri. Rimasta ve­dova, fu sempre più attratta dal mistero dell’infanzia di Gesù, e sotto la guida spirituale di san Vincenzo de’ Paoli, il 25 marzo 1624 pronunciò i voti di pover­tà, castità, obbedienza e servizio ai poveri; e aveva scelto quel giorno perché le ricordava l’incarnazione del Signore.

I periodi di ritiro che faceva durante l’Avvento, aumentavano sempre più in lei l’attenzio­ne verso l’infanzia e la condizione di Gesù. Quando parlava, diceva spesso che la grotta di Betlemme era il trono della reggia della santa povertà. Tale amore a Gesù bambino la spinse a dedicarsi all’opera dì assistenza degli orfani; e lo faceva con tanto entusia­smo che baciava i piedi a quelle povere creature, come se fossero quelli di Gesù bambino. Voleva che la statua di Gesù bambino fosse messa come in tro­no nelle case dove raccoglieva gli orfani, per ricor­dare alle suore che dovevano ispirarsi all’infanzia del Signore nel trattare con i bisognosi.

Trascorse tutta la vita nell’esercizio della povertà e nell’amore per i poveri. Il 15 marzo 1660, quando stava per morire all’età di 65 anni, disse alle sue suore: “Io me ne vado: abbiate molta cura del servizio dei poveri.

L’esempio di Luisa di Marillac ci deve spingere a una particolare venerazione per il mistero del prese­pio, e a seguire gli esempi che ci vengono dalla grot­ta di Betlemme”.

FIORETTO

Recitiamo cinque Padre nostro, Ave Maria e Glo­ria in onore di Gesù bambino, per implorare la sua benedizione su tutti i bimbi del mondo.

GIACULATORIA

II frutto benedetto – del tuo seno mostraci, o Madre – dopo l’esilio terreno.

PREGHIERA

O Maria, la tua gioia è stata grande nel vedere il tuo Signore bambino; tu l’hai adorato con tanta fede, l’hai abbracciato con grande tenerezza, lo hai servito con infinita umiltà. O madre del divino amore, fa’ che anche noi abbiamo un grande affetto per Gesù bambino affinchè, dopo averlo amato in terra, pos­siamo amarlo per tutta l’eternità in ciclo. Amen.


     

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Padre del cielo,
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aiutaci, o Padre buono,
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l'amore, la pace e la gioia.
Fa' che la nostra vita,
sia profondamente contemplativa,
intensamente eucaristica
e vibrante di gioia.
Aiutaci a rimanere insieme
nella gioia e nella sofferenza
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nei membri della nostra famiglia
specialmente nelle loro difficoltà.
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come il suo e possa aiutarci
a compiere i nostri doveri familiari
in modo santo.
Possiamo amarci
come Dio ama ognuno di noi,
ogni giorno sempre più,
e possiamo perdonarci le offese
come Dio perdona le nostre.
Aiutaci, o Padre buono,
a prendere ciò che ci dai
e a darti tutto ciò che ci chiedi
con grande gioia.
O Immacolato Cuore di Maria,
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S. Giuseppe, prega per noi.
S. Angelo Custode,
rimani sempre con noi,
guidaci e proteggici.
AMEN

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