L’omosessualità – Grosso fenomeno sociale
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Con il termine “omosessuale” si fa riferimento alla persona (uomo o donna) che prova una netta attrazione sessuale nei confronti di altre persone del proprio sesso (“uranismo” per gli uomini, “saffismo” o “lesbismo” per le donne. Quindi, gli uomini possono essere uranisti e le donne lesbiche). Sulle cause scatenanti l’omosessualità non c’è molto accordo tra gli studiosi. Per molto tempo è stata in auge la teoria organicista che considerava l’ipotesi di fattori ereditari ed ormonali ma recentemente questa teoria è stata abbandonata anche perché le intense cure ormonali a cui sono stati sottoposti i soggetti interessati, non hanno prodotto alcun beneficio ma, semmai, si sono rivelate controproducenti.
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In realtà, i numerosi studi condotti sul tema hanno ampiamente dimostrato che sono proprio le suddette caratteristiche che mancano in queste “amicizie”.
Innanzitutto bisogna evidenziare il fatto che la maggior parte degli omosessuali è costituita da persone che sono affettivamente immature. Si è rilevato che essi sono assolutamente centrati su di sé e, nei rapporti con il partner, non cercano “un altro” ma un’immagine di sé. In buona sostanza, essi non amano una persona ma solo uno strumento di piacere, un “qualcosa da usare”. Nel rapporto quindi risulta problematica la comunicabilità, pertanto le loro relazioni (amicizie) mancano di stabilità e spesso della condizione di fedeltà. I loro comportamenti sono caratterizzati da una grande “intensità” e, poiché esiste una forma di possessivismo, nessuno di essi può sentirsi libero. D’altronde, più l’impulso sessuale è distorto più difficile diventa resistergli. Con questo non si vuol dire che non ci sia alcuna via d’uscita per controllare certi impulsi.
Cosa dunque si può suggerire all’omosessuale? Anche se si tratta di un impegno difficile, faticoso, a lui converrà certamente orientare tutte le proprie energie psicofisiche, spirituali ed affettive verso altri interessi, allontanando il pensiero da tutto ciò che possa essere la sessualità. D’altra parte sappiamo che la sessualità non è affatto l’unica forma di amore e ci sono ben altre realtà nella vita, anzi esistono innumerevoli interessi ed attività che possono dare un vero senso alla vita.
L’omosessuale quindi dovrebbe dimostrare tanta buona volontà, coraggio e anche un necessario spirito di sacrificio per riuscire a risalire la corrente e, in questo suo impegno, ha diritto al sostegno della società che deve dimostrargli comprensione, solidarietà e amore cristiano (badando ovviamente a non incoraggiare la propaganda del vizio e tantomeno la corruzione dei minorenni). Va sempre ricordato che se gli atti di comprensione e di amicizia possono costituire un poderoso aiuto per questi poveretti, i preconcetti, l’ostilità manifesta, il disprezzo e l’emarginazione, per contro, diventano un grave ostacolo per il loro recupero giacchè possono annullare in loro quegli elementi positivi che li spingono a lottare per raggiungere la redenzione.
La posizione della Chiesa, sotto il profilo della morale deve necessariamente essere di condanna giacchè l’uso della facoltà sessuale può essere considerato retto solo nel rapporto coniugale uomo-donna, finalizzato alla procreazione mentre, nelle relazioni omosessuali, questa condizione non sussiste e pertanto le relazioni omosessuali contengono atti intrinsecamente disordinati. E’ anche riconosciuto peraltro che “non tutti coloro che soffrono di questa anomalia ne sono responsabili”.
Viene quindi fatta una chiara distinzione tra la tendenza o condizione omosessuale e gli atti omosessuali. La prima va sempre valutata con prudenza perchè non è necessariamente peccaminosa, al contrario degli atti omosessuali che diventano oggetto di giudizio negativo in quanto contrari alla legge naturale. Il giudizio prevede anche un’attenzione alle differenti situazioni in quanto bisogna distinguere la perversione, quale piacere della trasgressione, dai comportamenti prodotti da situazioni neurotiche e inoltre tenendo sempre presente il fatto che l’omosessualità si presenta necessaria mente come un atteggiamento globale della persona. E’ bene quindi che, oltre alla cura, si consideri la profilassi e delle condizioni di rispetto e accoglienza per coloro che vivono tale situazione.
Ovviamente le persone omosessuali, come tutti coloro che vivono fuori del matrimonio, sono chiamate a vivere la castità. Come afferma il Catechismo: “Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un’amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana” (CCC 2359).
Il Redattore
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