Le fasce di Maria madre di Gesu’
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Quando Dio, nella Sua Sapienza e Conoscenza, permette che la furia dell’avversità colpisca un suo eletto lo fa perchè, in questi momenti di estremo bisogno, sappia riconoscere di essere amato di un amore che non ha mai fine. Dio è sempre presente nella vita di coloro che credono e si fidano di Lui, le loro invocazioni, elevate al cielo nel momento della tentazione, non saranno mai disattese. Il Signore con il suo amore alimenta la fede incrollabile dei suoi così che la furia del male, che si avversa sui suoi figli, verrà neutralizzata dal bene che germoglierà dalle loro vite sottoposte alla prova. Questo Bene, che è Dio nella nostra vita, Cristo vivo in noi, sarà l’antimissile che intercettando la cattiveria la colpirà e la farà a pezzi impedendole di raggiungere il suo obbiettivo che è quello di voler distruggere la vita di coloro che Dio ama.
E chi meglio di Maria in attesa del nostro Salvatore può essere testimone di tutto questo. Maria Santissima, l’Eletta di Dio per essere la Madre di Suo Figlio, era venuta a Bettlemme con il suo sposo Giuseppe per registrarsi secondo l’editto dell’imperatore Augusto che aveva ordinato un censimento su tutta la terra. Lei, Maria, era incinta di Gesù e quando arrivò il momento di dare alla Luce Suo Figlio nessuno voleva accoglierla. La Madonna aveva urgente bisogno di un posto per far venire alla luce suo Figlio, tuttavia cercava questo luogo non con la disperazione ma con la speranza perchè, nonostante tanti rifiuti, la Sua fede ferma ed incrollabile in Dio gli diceva che il Signore l’avrebbe condotta e guidata ad una culla degna per il suo Bambino. Lei non cercava un posto che le fosse gradevole ma qualunque riparo le avesse indicato. La scelta è fatta: il Suo Figlio Primogenito nascerà in una stalla e a Lei non resta che avvolgerlo in fasce e deporlo in una mangiatoia perchè nessun altro alloggio fu offerto.
Ecco il miracolo dell’amore: quando amiamo e viviamo l’amore, quando l’amore è ciò che da senso alla nostra vita e ci lasciamo ammaestrare dalla Sua scienza e conoscenza, allora quando il mondo ci chiude la porta in faccia, incurante delle nostre necessità e dei nostri bisogni, indifferente su chi siamo e cosa cerchiamo, ecco l’Amore, che indipendentemente dalla nostra miseria, ci viene in soccorso, ci accoglie fra le Sue braccia per farci sentire il palpito del Suo cuore. Come Maria che accoglie Gesù avvolgendolo in fasce e deponendolo nella culla così che potesse sentirsi sicuro e protetto nella Sua casa realizzata dall’amore della sua Mamma. Allo stesso modo accade a ciascuno di noi quando con paterno amore Dio ci soccorre, così che possiamo dire con Davide: ” Il Signore è mio Pastore, non manco di nulla.. Anche se dovessi attraversare una valle oscura, non temo alcun male perchè Tu Sei con me e con il Tuo bastone e il Tuo vincastro mi dai sicurezza e conforto”.
La Madonna ha sempre avuto la stessa certezza di Davide, era una Donna di buona volontà e di carattere forte, era decisa e ferma perchè l’essenza della sua esistenza era Dio e viveva esclusivamente per il suo amore. Amava Dio con tutto il suo cuore, con tutta la sua mente e con tutta la sua anima. Il suo SI a Lui è stato per sempre nonostante il prezzo che ci sarebbe stato da pagare. Sapeva di essere la “Benedetta fra tutte le donne”, sapeva di essere amata e guardata da Dio in maniera singolare e particolare, ed è proprio a motivo di questo grande amore di Dio nei suoi confronti che Maria considerava come spazzatura tutto ciò che le presentava il mondo. Era più importante per Lei ascoltare e mettersi a disposizione di Dio che il preoccuparsi di non trovare un alloggio per suo Figlio. Contava di più mettere al mondo il Salvatore e prendersi cura di Lui che mormorare o lamentarsi per la condizione disonorevole e miserabile di una stalla come dimora. Lei credeva in Dio e basta! Questa fiducia incondizionata ed incrollabile in Dio la induceva a fare tutto con amore, come avvolgere “in fasce” suo Figlio e deporlo in una mangiatoia senza nessun diniego, ma con tanta cura e con tanta attenzione. Si era messa a nudo davanti a Dio, donando tutta se stessa e tutto quello che aveva per vivere, sapendo che Dio avrebbe benedetto la sua piccolezza e la sua pochezza con la ricchezza e l’abbondanza del suo amore. Tutto questo per testimoniare che il Bambino che Lei ha dato alla Luce era davvero il Figlio di Dio e sarà Lui a prenderse cura attraverso le parole, i gesti e le azioni della Madre.
Questo modo di vivere e di agire di Maria testimonia la presa coscienza del suo essere e della sua vocazione: Lei è la Serva del Signore che lascia realizzare in se la volontà di Dio. Maria ha vissuto nel mondo riconoscendo solamente l’autorità di Dio e di nessun altro. Lei è Figlia di Dio, ed è per questo che non ha fatto nessun’altra cosa che rispondere e corrispondere alla sua vocazione di Madre donandosi all’umanità che le era stata affidata partorendo il Redentore. Due aspetti di un’anima che non si sono mai confusi perchè la donna, discepola di Cristo, mettendosi a servizio è diventata braccia materne per noi tutti. La Vergine, di fronte a ciò che gli appariva dinanzi, non si scomponeva ma rimaneva ferma ed ancorata totalmente in Dio che la illuminava e l’ammaestrava in conoscenza e scienza. Glorificava Dio per ogni cosa, in ogni momento ed in ogni situazione in cui si trovava. Le sue gioie e i suoi dolori finivano nelle mani di Dio che era la sua pace e la sua giustizia, il suo rifugio e la sua forza. Era costantemente unita a Dio in un profondo dialogo ed ascolto: “L’anima mia magnifica il Signore ed il mio Spirito esulta in Dio mio Salvatore”. La strada è questa preghiera contemplativa perchè quando l’uomo è profondamente e costantemente unito a Dio, le sue parole, i suoi gesti e le sue azioni si profumeranno di Colui che lo abita. Ecco perchè la nascita di Gesù in una stalla e il Suo essere avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia da Maria, Sua Madre, riempirà quel luogo della gloria di Dio. Ecco perchè i pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge erano investiti di questa gloria celeste attraverso la voce di un angelo che annuziava loro una ” Grande Gioia”, la Gioia di tutto il popolo: “Oggi vi è nato nella Citta di Davide un Salvatore, che è il Cristo Signore. Questo sarà per voi il segno: troverete un Bambino avvolto in Fasce, che giace in una Mangiatoia”.
E’ molto significativa la descrizione data ai pastori per poter riconoscere il Cristo Salvatore, nato nella Città di Davide. Con questo segno l’angelo evidenziava quale accoglienza Cristo cercava: il calore di una Donna che nella sua grande umiltà lo rivestisse di ciò che di più regale avesse, delle fascie intessute dal suo amore. Allora il rifiuto degli uomini, l’indifferenza non contano perchè questo Bambino è circondato da ciò che conta veramente, la dolcezza di un viso, l’abbraccio tenero di una madre e l’annuncio festoso degli angeli, messaggeri del Padre celeste. Questo significa che i piccoli gesti e le più semplici azioni compiuti con gioia ed amore sono davvero graditi ed esaltati da Dio. A testimonianza di tutto ciò, ecco che subito dopo l’annuncio dell’angelo ai pastori, appare anche una moltitudine dell’esercito celeste che glorificava Dio dicendo: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli, e pace in terra agli uomini che Dio ama”. La gioia del cielo ha contagiato la terra tramutando la sorte misera della stalla e della mangiatoia in un trono regale offerto da Maria e Giuseppe che hanno fatto la volontà di Dio. Il Bambino nato in quel giaciglio e che viene avvolto in Fasce dalla Madre non è un bambino sfortunato, anzi un Pargolo prodigioso che pacifico dorme tra la paglia ed è Lui il Cristo Salvatore. Il Suo Nome sarà: Consigliere Ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. Grande sarà il Suo potere e la pace non avrà fine sul Trono di Davisde e Sul Suo Regno, che Egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e per sempre… (Isaia 9, 5-6).
Quale la grande lezione ci viene lasciata dal gesto di Maria Santissima? Cosa vuole aiutarci ad imparare attraverso la Sua Vita? Semplicemente la consapevolezza che i momenti di sofferenza e di dolore se vissuti alla Luce e nell’ascolto della Parola di Dio possono diventare un momento di enorme grazia. “Le doglie del parto” sono la porta d’attraversare perchè il nostro grido diventi un gesto d’amore, una glorificazione del Nome di Dio e una richiesta della Sua giustizia e misericordia, affinchè possiamo dare alla luce Cristo, suo Figlio, nelle Stalle di questo mondo ed avvolgerLo con le nostre vite, deponendoLo nelle mangiatoie del nostro tempo come ha fatto Lei, Maria Santissima, nostra Madre e Regina.
Don Gaetano
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