Il Sacerdote è alter Christus
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Il mondo può disprezzare il sacerdote, ma il sacerdote non può non pensare, con immensa gratitudine a Dio, che col sacerdozio ha ricevuto la più grande e reale dignità, ed ha ereditato il più grande titolo di nobiltà, la divina nobiltà di Gesù Cristo, perché è alter Christus.
I titoli o le attività di scienziato, di professore, di capo, non esaltano un sacerdote ma lo diminuiscono, e possono anche avvilirlo, se vi concentra le attività della sua vita e prescinde dalla sua sublime missione: Far conoscere la verità che conduce alla pietà, alla vita soprannaturale che dà la speranza della vita eterna. Questa missione gli è affidata dal Re dei re, da Gesù Cristo.
Quale scienza o speculazione terrena può paragonarsi alla conoscenza di Dio, quale ufficio può paragonarsi a quello di portare le anime alla vita eterna? E come può un sacerdote andare sui banchi di un’università per imparare cose che non interessano il suo altissimo ministero, sotto la presuntuosa guida di chi molte volte lo avvelena con errori che sono agli antipodi della verità, rimanendo asfissiato dallo spirito del mondo?
Come può leggere ed assorbire libri che sono contrari alla fede, o letterature che sono soffi di corruzione sull’anima sua consacrata all’integrale purezza? Una farfalla può chiudersi in un bozzolo di ragnatele polverose, per ridiventare viscido verme?
Ogni atto della tua vita, o sacerdote, dev’essere come radiante splendore della tua dignità ed un esempio chiarissimo della tua vita attiva nell’operare il bene, nel convertire i traviati, nel consolare gli afflitti, nel donare ai deboli le forze, agli infermi il conforto supremo dell’amicizia di Dio. Tutte le grandezze umane deperiscono come un vestito che si logora… solo la tua grandezza non deperisce ma si accresce, dando al tuo cuore un’intima gioia; sei il solo tra le persone d’età che puoi arditamente dire: «Sono un sempre vivo che non appassisce mai, e Dio allieta la mia perenne giovinezza». I fiori della terra appassiscono tutti, e si piegano tutti sul loro esile stelo.
Don Dolindo Ruotolo
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