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Il Purgatorio nella rivelazione dei Santi – 13°

20 Gennaio 2015 | Filed under: Purgatorio
     

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sangiuseppeanime

STATO SOPRANNATURALE DELLE ANIME DEL PURGATORIO 

Meriti e soddisfazione in Purgatorio

Prima di compiere il miracolo della guarigione del cieco nato (Cap. IX di S. Giov.), Gesù uscì in questa espressione: « Me oportet operari opera eius, qui mi­sit me, donec dies est: venit nox, quando nemo potest operari – Bisogna che io faccia le opere di chi mi ha mandato, fintanto che è giorno: viene la notte quando nessuno può operare » (Id. IX, 4).

Il giorno di cui parla il Signore è la vita terrena, la notte la morte del corpo. Finchè si vive quaggiù, si può me­ritare per l’altra vita, tosto che giunge la morte, è preclusa la via dell’acquisto dei meriti. Appena mor­to, il povero Lazzaro fu portato dagli Angeli nel seno di Abramo, mentre il ricco Epulone morì e fu tosto sepolto nell’Inferno (Luca, XVI, 19-22).

« Coloro che vivono – scrive S. Girolamo – possono compiere opere meritorie, ma i morti nulla possono aggiungere ai meriti acquistati durante la vita terrena » (In Ec­cles., IX, 4). Il tempo della prova cessa col cessare della vita terrena e con lui il tempo utile per l’acquisto dei meriti. Il meritare è proprio solamente di quaggiù: in cielo gli atti soprannaturali non hanno valore meritorio; l’albero che ha raggiunto il suo pie­no sviluppo non cresce più.

Tanto meno potrebbero avere valore soddisfattorio, perchè essendo compiuti in pieno possesso della felicità, manca loro l’elemento essenziale dello sforzo o del sacrificio, da cui sorge la virtù soddisfattoria. Nel Purgatorio neppure ha luogo il merito; la virtù soprannaturale è arrestata nel suo sviluppo finale e come rappresa. Una soddisfa­zione si dà, ma questa è inalienabile ed è assorbita per l’intero nell’espiazione dovuta a Dio da chi vi pena; questa non soddisfa nè può soddisfare che per se medesimo.

Al momento in cui, pagato il debito, potrebbe essere in grado di donare della propria so­vrabbondanza, lo investe la gloria che rende impossi­bile ogni opera soddisfattoria » (J. A. Chollet, 1 no­stri Defunti, pag. 270)

Scienza delle anime del Purgatorio

La mente conserva tutta la sua attività in Pur­gatorio; l’intelligenza ha anzi un campo più aperto al sapere e una considerevole mèsse di cognizioni vi matura. E prima di tutto vi si raccoglie la messe dei ricordi. Difatti, come abbiamo dimostrato parlando degli eletti, anche nel Purgatorio si conserva la fa­coltà della memoria. Per qual ragione invero potreb­be essere soppressa?

L’anima ha recato, seco, anzi mantiene in se stessa le tracce della sua vita terrena ogni giorno è descritto sulla pagina della coscienza a caratteri incancellabili, come sopra un foglio che non può perire; ogni pensiero, ogni volere, tutte le pa­role, tutte le azioni vivono nella memoria. Bisogne­rebbe che l’anima si separasse da se stessa e cambiasse la propria essenza, se dovesse distruggere ogni resi­duo della vita passata » (Op. cit., pag. 157).

Dopo la condanna da parte del Papa Leone X della dottrina di Lutero, che riteneva essere incerte le ani­me del Purgatorio della loro eterna salvezza, tutti i teologi sono d’accordo nell’insegnare, e la dottrina è certa, che le anime purganti sono sicure della loro salute eterna, ed è probabile che esse conoscano altresì la durata della loro medesima pena, come siamo indotti a credere dalle molte rivelazioni a questo pro­posito.

Del resto quando l’anima è stata giudicata, ci sembra naturale che Iddio le faccia conoscere la sua sentenza. La durata della pena potendo variare da un tempo minimo a lunghissimi anni, non vedia­mo come mai il divin Giudice dovrebbe ritenersi come un segreto una cosa di sì grande interesse per le anime.

Ora ci possiamo domandare quale conoscenza ab­biano le anime del Purgatorio delle cose di questa terra. Conoscono esse le nostre condizioni, sono al corrente di quanto facciamo per loro! Ecco come ri­sponde lo Chollet: « Fra le fiamme o nella luce del cielo, in Purgatorio o in Paradiso, l’anima possiede la stessa natura mantiene colla terra gli stessi rap­porti di conoscenze se gli avvenimenti di questa vita possono essere noti agli abitatori del cielo, lo soro ugualmente per gli eletti trattenuti in Purgatorio.

Quelli che noi abbiamo perduto e che piangiamo, non ci hanno del tutto abbandonato. Divenuti imma­teriali, non essendovi per loro questione alcuna di luogo o di distanza, essi ci sono vicini; fatti chiaro­veggenti, poichè non ha luogo per essi questione al­cuna di ostacolo a conoscere o di ignoranza, ci rico­noscono, ci seguono in ogni passo, e con la delica­tezza d’un amore che diviene sempre più puro, col­l’attenzione d’uno sguardo che si fa sempre più chia­ro, ne circondano della loro sollecitudine e affezione. Come volentieri farebbero passare in noi quell’ardore di carità che li divora e li trasporta, quella sicurezza della salute che li fa beati! (Op. cit., pag. 163).

Come si vede, il chiaro autore ammette che le ani­me del Purgatorio abbiano una conoscenza diretta degli avvenimenti di questa vita; altri autori, come il Suarez, risolvendo diversamente altre questioni stret­tamente unite con la presente, ammettono che le ani­me purganti siano si al corrente degli avvenimenti di quaggiù, ma indirettamente, essendone informate dai loro Angeli custodi.

Inoltre in Purgatorio si conosce lo stato delle anime dannate. « Nulla impedisce alle anime purganti di spingere l’occhio spaventato nelle profonde, eterne, disperate tenebre dell’Inferno. Anche i dannati e i demoni sono sostanze immateriali, oggetto per conse­guenza della cognizione di ogni intelligenza spiritua­le. Qualunque spirito può vederli, riconoscerli; essi nell’onta del proprio supplizio sono sempre uno spet­tacolo agli occhi degli abitatori del Purgatorio e del Cielo. L’anima purgante osserva dunque l’anima dannata e confrontando il proprio col supplizio di quella, attinge da tal considerazione un sentimento di sicu­rezza per se medesima, di riconoscenza verso Dio, di orrore sempre più vivo per il peccato che ha acceso e mantiene quella doppia fornace della giustizia di­vina (Op. cit., pag. 162).

Alla domanda, in ultimo, se le anime del Purgato­rio conoscano i futuri contingenti, rispondiamo che possono conoscerli soltanto se Iddio li comunica loro, ma mai di scienza propria. L’esame delle rivelazioni ci fa conoscere che qualche volta Iddio ha messo a conoscenza delle anime purganti i futuri contingenti. La regina Claudia, moglie di Francesco I di Francia, apparsa alla beata Caterina Racconigi, le annunziava che i francesi, capitanati dal loro Re, sarebbero scesi in Italia, e che il Re sarebbe stato vinto e fatto pri­gioniero a Pavia; come difatti avvenne pochi mesi dopo.

Can. Luigi Coccolo


     

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