Il lavoro della grazia di Dio nelle anime
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Si dimostra la grandezza di Dio nel lavoro interiore del proprio spirito, lavoro che è forza nella debolezza, spirito e soavità nella materia, delicatezza e serenità nell’irruenza, elevazione e sapienza nella nullità, nella semplicità infantile.
Questa azione glorifica Dio; fa esultare l’anima in Lui, constatando la propria trasformazione; la umilia, constatando di non aver fatto nulla da sé; la rende grande in Dio, la rende oggetto del suo lavoro misericordioso. L’anima, conscia della sua piccolezza, vedendo i frutti nuovi in lei generati, riconosce ed esalta la potenza di Dio, senza potere avere pensieri di compiacimento o di orgoglio; riconosce che Dio è infinita potenza, ed esalta in Lui la primitiva povertà (dell’anima) riempita da Lui, e si consola di essere figlia di adozione, di essere oggetto delle promesse divine.
Si dimostra la potenza di Dio che disperde i superbi, rinnegando se stessi, le aspirazioni alla gloria, le misere ostentazioni di lusso e di gloria umana. La mente umana, curvata innanzi a Dio, lo glorifica ed esulta in Lui; la gloria terrena, umiliata innanzi a Dio lo esalta, e gode di non essere più; la ostinazione nel proprio sentimento che cade innanzi alla luce, lo glorifica nella verità, esulta umiliandosi e riconoscendo la propria ingratitudine; la scienza umana, riconoscendosi ancella delle grandezze divine, ne fa risaltare la Provvidenza ed esulta in Lui, constatando di essere stata come umile serva sua, di averne posto in risalto le manifestazioni.
Allora l’atteggiamento di grandezza umana diventa umiltà, e l’esaltamento unico di queste anime sta nell’essere state elette da Dio nella via della santità. Esse riconoscono in sé non già un merito, ma constatano di essere oggetti di quella misericordia di Dio, che passa di generazione in generazione sopra quelli che lo temono. Finisce allora il regno dell’orgoglio, la superbia della potenza, il gonfiore di chi ha coscienza di essere santo e dotto, e tutto si volge alla gloria di Dio.
Dio si glorifica servendosi della nullità per le opere sue.
Allora la più piccola creatura è elevata in alto; ma appunto perché piccola; glorifica Dio. La sua vita sparisce in una perenne esultanza, in un movimento tutto assorbito dalla gloria di Dio; diventa un movimento della grandezza che Dio comunica quando elegge; diventa una potenza che disperde i superbi del mondo, che esalta i piccoli, i quali non desiderano che la gloria di Dio; diventa un canale di misericordie che nutriscono quelli che bramano presentare a Dio l’umanità come figliuola, realizza i grandi piani della bontà divina, ed è sempre umiliata nella sua nullità.
Dio si glorifica mostrandosi dominatore degli eventi umani, e rianimando il coraggio delle anime avvilite dallo scoraggiamento, affamate però di beni e piene di desideri. Esse glorificano il Signore nella sorpresa ed esultano in Lui, si umiliano e cantano la misericordia di Dio: Il signore guardò l’umiltà della sua serva. Riconoscono da Dio solo quello che hanno, sentono il bisogno di allargare la sua misericordia, abborrono la superbia e l’alterigia, sono contente della bontà di Dio come di loro ricchezza. Riconoscono che Dio è fedele ed è grande e non fa particolarità.
Dio è glorificato nella misericordia spirituale e corporale. L’anima che lavora per Lui lo glorifica nei peccatori, lo esalta nell’immagine sua, gli presenta la miseria umana perché la sani, diventa come una madre dei sofferenti, tocca con mano che l’uomo è nullità, è povertà, è miseria; tocca il cuore di Dio e diventa mediazione di misericordia, strumento di misericordia.
Dio si glorifica nel compimento dei suoi segni, e le anime che vanno a Lui lo dimostrano, perché sono il monumento della sua bontà, il cantico vivente della misericordia.
Don Dolindo Ruotolo
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