L’umanità nuova
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Nell’Ultima Cena Gesù aveva davanti a Sé la Comunità che Lui Stesso aveva scelto e formato per essere Sua Presenza e Chiesa per sempre. Ha costituito questa comunità per essere “Sale della Terra” e “Luce del mondo”. Ha riversato dentro di essa tutto quello che Lui stesso ha ricevuto dal Padre Suo, affinchè il vincolo d’unità e quell’amore che lo aveva sempre legato a Dio fosse infuso ai Suoi discepoli, chiamati anche loro a vivere nell’unità della Santissima Trinità e nell’unità tra loro. Questi uomini sono stati scelti e riuniti per andare nel mondo a seminare e portare frutti che rimangano in eterno attraverso il Nuovo comandamento che Cristo Stesso ha loro consegnato: quello di amarci gli uni gli altri come Lui Stesso ci ha amato. Questo tipo di amore invita ora i discepoli a non conservare la vita per le cose della terra ma a donarla per il Regno dei Cieli: “Non c’è un amore più grande del dare la vita per gli amici, alla stessa maniera di Cristo che è venuto non per essere servito ma per dare la vita in riscatto per molti.
L’esempio di questa comunità, formata da Cristo, diventa uno strumento mirabilmente guidato da Dio, affinchè il mondo intero, attraverso il loro agire, arrivi alla vera conoscenza. Tanto da cercare di aderire a Cristo mettendosi alla sua sequela. Lo stesso Cristo che: ” Pur essendo nella condizione di Dio, non ritienne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò Se Stesso assumendo la condizione di servo, divenendo simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò Se Stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di Croce”.
A questo punto la dinamica umana viene soppiantata da quella divina. E’ necessario calarsi nella realtà, Cristo, per penetrare nella Sua logica, nel Suo pensiero e comprendere le Sue azioni così da comprendere il tipo di vita che vuole donare all’uomo: chiamato ad entrare nel rinnovamento che Lui stesso vuole portare con un amore che arriva fino all’offerta di se stesso con il sacrificio della croce affinchè gli altri vedano la Luce ed abbiano la vita in abbondanza.
Questa Rivoluzione è realizzata nell’amore, con amore e per amore, è inaugurata da Cristo Stesso con l’Istituzione dell’Eucaristia nell’Ultima Cena. Proprio nella notte in cui veniva tradito da uno dei suoi, un’altro Apostolo lo avrebbe rinnegato e tutti gli altri sarebbero scappati di fronte al Suo arresto, sceglie di abbandonarsi alla volontà del Padre per poter amare più profondamente. Infatti, Cristo era consapevole della fragilità della sua comunità e proprio per questo ha voluto donarsi senza considerare il dolore del suo cuore, ma esclusivamente perchè il progetto di Dio si compisse e questi uomini tanto amati potessero salvarsi malgrado tutto. Quella stessa notte decise di prendere il pane e rendendere grazie a Dio, Suo Padre, nonostante la tristezza che portava nell’anima, benedicendo e spezzando il pane tra i Suoi con queste parole toccanti: “Prendete e mangiate, questo è il Mio Corpo offerto in sacricio per voi”. Allo stesso modo prese il calice del vino e disse: “Prendete e bevete, questo è il Calice del Mio Sangue versato per voi in remissione dei peccati”. Facendo così, Gesù ha introdotto la Sua Umanità come Nuova Vita e Nuovo Mondo capace di riscattare l’uomo dal peccato e dalla morte, donando la possibilità all’uomo di dare dignità alla sua povertà per poter venire fuori dalla miseria nella quale il male lo aveva inchiodato e dove non aveva nessuna pace ma regnavano l’odio e la violenza prodotti dal peccato. Finalmente il mondo può aprire gli occhi sull’essenza di Gesù: Via, Verità e Vita, annunciate a tutti coloro che lo cercano con cuore sincero.
Ora sono comprensibili le parole di Gesù, quando nel Suo discorso della Montagna, guardando i Suoi discepoli, conoscendo le loro fragilità e debolezze, sapendo le sfide che li attendevano nel futuro disse loro:
“Beati i poveri in spirito,
Perchè di essi è il Regno dei Cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perchè saranno consolati.
Beati i miti,
perchè avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perchè saranno saziati.
Beati i misericordiosi
perchè troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perchè vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perchè saranno chiamati figli di Dio.
beati i perseguitati per causa della giustizia,
perchè di essi è il Regno dei Cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e
mentendo diranno ogni sorta di male contro di voi
per causa mia, rallegratevi ed esultate, perchè grande è
la vostra ricompensa nei cieli..”.
Ritornando a meditare molto attentamente al grande messaggio dell’Ultima Cena possiamo accorgerci che L’Eucaristia è la Beatitudine di Cristo in noi attraverso il dono del Suo corpo. Infatti è la Presenza di Cristo che rende possibile la realizzazione del Regno di Dio attraverso le nostre vite. E’ il grande annuncio che questa nostra umanità, fragile, debole e vulnerabile, non appartiene più al mondo, ma al Regno del Cieli. Siamo stati conquistati e restaurati da Cristo che vive in noi e che attraverso di noi continua a parlare ed operare nel mondo a lode di Dio Padre.
Per questo Cristo ha fatto a noi questo invito molto forte: “Non sia turbato il vostro cuore! Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me.” Avere fede in Dio che ci ama e ha voluto liberamente mandare a noi Suo Figlio Gesù Cristo al quale dobbiamo credere perchè è Dio da Dio, Luce da Luce, Dio Vero da Dio Vero, generato e non creato dalla stessa Sostanza del Padre..”.
Coscienti di questa nostra identità e missione, camminiamo nella gioia incontro al Signore nostra Salvezza, al Signore che ci ha fatto un popolo nuovo rinnovandoci nello Spirito Santo che ci fa vivere di una gioia immensa e vera che durerà per tutti secoli senza fine. Cosapevoli dell’amore di Cristo che ci ha visitati quando eravamo nelle tenebre e nella valle oscura, a causa dell’inganno e della menzogna del male, andiamo anche noi ai nostri fratelli con la stessa vita e la stessa consolazione di Cristo che vive in noi. Gesù depositò la Sua Luce che ci ha illuminato, aprendoci gli occhi sulla bontà di Dio ed le insidie del male, affinchè noi a nostra volta la doniamo a chi incontriamo lungo le strade, così che Cristo possa illuminare la loro vita come l’ha fatto con noi. In modo che il loro cammino e la loro storia possano essere riempiti dalla Parola di Cristo che non vuole la morte del peccatore ma che si converta e viva. Una cosa, però, deve essere chiara per noi: l’appartenenza a Cristo non deve essere considerata come un privilegio e un riparo dagli attacchi del maligno, ma deve essere vissuta come una chiamata ed una missione volta a servire e donare la vita affinchè gli altri possono conoscere ed amare Cristo.
Sicuri di questo fatto, fondamentale e necessario è sapere che i primi a dover sottoporsi al Servizio e alla cura amorevole di Cristo per una conversione di vita e della propria storia dobbiamo essere noi, suoi chiamati. Dobbiamo essere sempre pronti a permettere che la novità di Dio, portata da Cristo, non venga repressa dalla voglia di ricchezza, potenza e gloria mondane, che sicuramente si porranno d’ostacolo alla nostra missione, dobbiamo invece, ricchi della fiducia che Cristo è nostro sostegno e ci ha rivelato i segreti del Regno dei Cieli, con fermezza portare la Sua parola al mondo perchè sia libero.
Come lo preannunciò Simeone a Maria, la Madre, durante la Sua Presentazione al Tempio, che questo bambino era nato “per la restaurazione e la rovina di molti, segno di contraddizione affinchè si svelassero i pensieri di molti cuori”, così allo stesso modo sarà per i suoi discepoli che non saranno immuni da rischi, sofferenze e dolori, per alcuni fino ad arrivare alla perdita della vita per aderire e professare la loro fede in Lui, glorificando il Suo Santo Nome. Infatti Cristo Stesso lo disse: “Chi mi ama, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi ama la propria vita la perderà e chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo la guadagnerà nella Vita eterna”.
Perciò, l’adesione a Cristo vuol dire essere come Lui, andare dove è andato Lui e fare le stesse cose che ha fatto Lui: se Cristo è “Segno di contraddizione” per ogni generazione, anche la nostra vita deve essere controcorrente, affinchè attraverso la nostra testimonianza chi viveva nelle tenebre e nell’ignoranza incominci a vedere la Luce nuova che lo aiuta a conoscere e capire la Verità, che Dio è amore e ci vuole liberi e felici con i fratelli.
La Vita di Cristo è Luce per gli uomini perchè illuminando le nostre tenebre ci ha fatto vedere e conoscere la Verità: tutti gli uomini sono creati da Dio e sono tutti Suoi figli. Dunque in Gesù e con Gesù non vi è più: “Greco o Giudeo, circonciso o incirconciso, barbaro o sciita, schiavo o libero, ma Cristo che è tutto in tutti”. In questo modo l’uomo non viene più considerato e giudicato per la sua razza o appartenza, nè per la sua cultura o per la sua classe sociale, ma viene visto come scelto ed amato da Dio, un figlio voluto e mandato da Dio, affinchè ciscuno di noi si arricchisca della diversità dell’altro. Le grandi e meravigliose cose che il Padre compie attraverso una molteplicità di culture, razze, origini ed appartenze ci rende palese l’unicità e l’importanza di ciascuno indipendentemente dal proprio stato di ricco, povero, sano o ammalato, grande o piccolo. Tutto questo perchè si apra gli occhi sul fatto che tutto è dono di Dio e, se pur realizzato tramite noi, è sempre opera Sua, così da imparare a lodare e glorificare il Suo Santo Nome con una maggior consapevolezza che: “Del Signore è la Terra e tutto quanto contiene, l’Universo e i Suoi abitanti….”.
Vedendo le cose alla Luce del Signore che si riflette su di noi, ora comprendiamo l’amore che ha per noi e per i nostri simili ed allora cambia il nostro modo di vivere davanti a Dio e davanti all’uomo. Se prima pregavamo e ringraziavamo il Signore soltanto per la nostra gioia e per la disfatta di coloro che vedevamo come avversari, ora lo facciamo lodandoLo e ringrandoLo per il Suo amore e per la Sua benevolenza verso gli altri che ama con lo stesso amore con cui ama noi. Possiamo ora cantare al Signore un cantico nuovo, non da soli, ma invitando tutta la Terra a rendere grazie a Dio perchè grande è il Suo amore per noi ed eterna è la Sua Misericordia. Lui ha sconfitto il male che creava divisione tra noi e i nostri fratelli, nati allo stesso modo figli di Dio.
Le cose vecchie come il razzismo, il colonialismo e la schiavitù sono cose passate e da archiviare perchè la Storia di Cristo, Luce di Verità e d’Amore, li ha giudicati e riconosciuti come mali da deplorare e condannare. E’ vero che nel passato queste ideologie hanno formato la mentalità e la cultura di tanti popoli, hanno portato divisioni, disgregazioni e discriminazioni tra le diverse culture e razze, causando tante sofferenze ed umiliazioni, odio e violenza, tuttavia credo che sia arrivato il momento di non richiamarli in gioco ogni volta che l’uomo commette qualche errore. Credo, a mio avviso, che bisogna dare ora la possibilità all’uomo di vivere nell’oggi guardando e giudicando il suo simile non con la colpa del passato, ma per la vita condotta ora. Non c’è bisogno di evocare e gridare al “razzismo” ogni volta che c’è qualche scompiglio od atto illecito. Bisogna guardare l’individuo e giudicarlo non più per la sua razza ma per le sue azioni. La giusta convivenza inizia e si costruisce giorno per giorno, tra gli alti e bassi, le luci e le ombre, con un’apertura sincera ed incondizionata tra i diversi per una conoscenza maggiore di sè e degli altri.
Quando gridiamo al razzismo stiamo attenti, perchè rischiamo di colpire gli innocenti che con tanta dignità e generosità vivono e testimoniano la bellezza e la bontà di una convivenza giusta e pacifica attraverso il loro agire, le loro parole e le loro azioni.
In una situazione critica come quella che la società attuale sta vivendo con la crisi politica-culturale, sociale-economica, religiosa e familiare, l’umanità che già per sua natura è debole e fragile, rischia di rispondere con impazienza ed avventatamente per mancanza di equillibrio e serenità: è più facile scontrarsi con l’uomo che portarlo alla ragione. L’Eucaristia ci viene in aiuto, nel senso che ricordando quello che fece Gesù nell’ultima Cena, quando ci diede il Suo “Corpo in Sacrificio e il Suo Sangue versato in remissione dei peccati, ci permette di comprendere che nei momenti difficili dobbiamo stringerci intorno a Gesù, lasciandoci abbracciare da Lui e abbracciando contemporaneamente i fratelli in segno di comunione. In modo che donandoci in sacrificio l’uno all’altro per amore e con amore, la gioia ed i problemi di uno diventino anche degli altri. E’ così che cadono lo sfruttamento e la schiavitù. Tutti ci sentiamo nel profondo del cuore di impegnarci per il benessere e il progresso di tutti. Allora può accadere che il datore di lavoro ed il suo operaio si impegnino e lottino insieme con tanto amore e con tanti sacrifici per salvare l’azienda che è un bene per entrambi e nello stesso tempo si salvaguardi e prevenga la crisi di tante famiglie. Ecco perchè Gesù ha invitato i suoi di ogni generazione ad “amarsi gli uni e gli altri, ad avere gli stessi sentimenti gli uni per gli altri”. Se il datore di lavoro e l’operaio si rispettano e si stimano a vicenda, nei momenti difficili faranno tutto il possibile affinchè l’azienda non fallisca.
Tornando al razzismo e allo sfruttamento, sappiamo tutti da che cosa siano stati prodotti nel passato, quindi il continuare a tornarci sopra, per risolvere le questioni e le problematiche sociali della vita presente, può aumentare il malessere della società creando solo alibi che impediscono l’uso del buon senso e bloccano la crescità di quella “ragione sana” e “libertà di parola” necessarie per una buona e giusta convivenza nel confronto e nella condivisione delle diverse vedute ed opinioni. In modo che i nemici si aprano al dialogo, gli avversari si stringano la mano e la vendetta venga disarmata dal perdono.
Non bisogna mai smettere di credere in un Mondo Nuovo e lottare per la sua realizzazione, perchè se le nostre parole non si accompagnano ai fatti, o si aspetta che sia sempre qualcun’altro ad iniziare per primo, il nostro sogno s’infrangerà nelle onde del passivismo. L’invito di Cristo a mettersi alla sua sequela non è altro che un richiamo ad operare attivamente perchè il Suo sacrificio non sia vano, ma fonte di cambiamento.
In conclusione: “Ti chiedo umilmente Signore di donarci i tuoi Occhi per vedere le vere necessità e le vere sofferenze dei fratelli. Infondi in noi la Luce della Tua Parola per portare la Tua Consolazione agli affaticati e sofferenti. Fa che ci impegniamo con rispetto e lealtà verso i poveri e gli opressi.
Affinchè la Tua Sposa, la Santa Madre Chiesa, possa continuare ad essere la Testimone viva di verità e di libertà, di giustizia e di pace. Perchè tutti gli uomini, vedendo il Grande Segno di amore che Tu ci hai dato con l’offerta del Tuo Corpo e del Tuo Sangue nell’Eucaristia, si aprano alla Speranza di un Mondo Nuovo, di quell’Umanità Nuova che ci vengono fatte pregustare ogni volta che prendiamo parte alla Celebrazione e Condivisione della Tua Vita, Morte e Rissurrezione. Tu che Vivi e Regni nei secoli dei secoli. Amen”.
Don Gaetano
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