L’ACCOGLIENZA
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Parlare dell’accoglienza vuol dire cercare di riflettere e meditare sulla “domanda e sulla risposta” che l’uomo dà e riceve, di fronte alla realtà esterna che lo interpella chiedendo di poter essere accolta nello stesso “Spazio” nella quale l’uomo vive ed opera per il progresso nel benessere della vita.
Concedere o condividere il proprio “Spazio” con un altro o addirittura con gli altri, è un’impresa non facile, e a volte è molto rischiosa, se non addirittura foriera di possibili fallimenti.
L’accoglienza è un investimento da non fare ad occhi chiusi, ma soltanto in presenza di un amore cosciente e libero da condizionamenti, interessi, pretese ed aspettative. Infatti se pretese ed aspettative sono poste alla base del nostro agire, l’accoglienza potrebbe essere vanificata qualora non riuscissimo a realizzare i nostri obiettivi.
Una buona accoglienza esige la conoscenza di se stessi e, dunque, di pregi e difetti, umori e malumori, bontà e cattiveria, punti deboli e forti della propria vita. Chi intende fare accoglienza deve saper riconoscere le note “stonate” della propria vita.
La conoscenza di se stesso e dei mezzi a disposizione è importante e necessaria per un’accoglienza chiara nelle idee e nei fatti. In tale prospettiva è indispensabile riconoscere i propri limiti e le proprie capacità, per evitare che l’accoglienza, che iniziamo con entusiasmo, finisca poi per essere mal sopportata, fino a diventare una esperienza disastrosa.
Per questo Gesù ci viene in aiuto facendoci un esempio: “Quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima ad esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila?” In poche parole, vuol dire che per riuscire a fare una buona accoglienza, bisogna prepararsi ed essere pronto ad affrontare il peggio.
La conoscenza di chi è stato accolto è necessaria per entrare nel suo mondo, per conoscere le vie e le condizioni giuste per una buona integrazione. Si conosce l’altro ascoltandolo. È anche importante farsi ascoltare, andando incontro all’altro con tutta la forza e la capacità necessarie. Ciò nella consapevolezza che potrebbe anche accadere di dover chiedere aiuto nel momento in cui ce n’è bisogno.
La pazienza aiuta a non essere frettolosi e precipitosi, ma a continuare a donare con generosità e amore, sapendo che dopo i momenti di squilibri e tensioni, arriveranno i momenti della ragione e della calma, dove ognuno capirà la necessità di chiarire le idee, di stringere la mano in un abbraccio di pace, sapendo di essere amici e conoscenti, di essere persone capaci di scrivere pagine di amore che riusciranno a cambiare i cuori dopo aver capito che la cosa più bella è quella di impegnarsi per il bene comune. Bisogna lavorare su noi stessi e per il bene degli altri con pazienza e perseveranza fino a fare in modo che le “note stonate” dell’accoglienza siano trasformate in strumenti di “grandi risate”, anche per prendersi in giro, nel senso buono ovviamente.
Una buona accoglienza è possibile soltanto dove l’amore è il fondamento su cui poggia l’accoglienza stessa, in quanto la promuove, con l’apertura del cuore e della mente, e permette una conoscenza sincera e profonda. Una buona accoglienza aiuta nella convivenza e condivisione degli interessi, visioni ed opinioni diverse della vita. L’amore aiuta ad avere quella sapienza semplice ed umile che riesce a valorizzare e rispettare l’altro per quello che è, piuttosto che per quello che porta. L’amore aiuta non cadere nella tentazione della prevaricazione e della sopraffazione, causa di complessi di superiorità e di inferiorità.
Bisogna impegnarsi per un’accoglienza e convivenza giuste e pacifiche, dove i diversi talenti e carismi sono a disposizione per la promozione di una società nella quale i grandi e i piccoli, i ricchi e i poveri, i malati e i sani, i giovani e i vecchi, gli uomini e le donne di diverse culture e tradizioni, si impegnano per il progresso e per il benessere di tutti. L’amore aiuta a non fare agli altri ciò che non si vuole che si faccia a se stesso; ci aiuta a vivere e ad applicare le leggi con quell’ umanità capace di consentire all’uomo di comprendere le cose con tanta pazienza e perseveranza, sapendo che l’uomo è un peccatore ed è bisognoso della misericordia e della giustizia di Dio.
In un mondo in cui manca l’amore, vince la rabbia e la giustizia “fai da te”, che possono innalzare le barriera ed aumentare la paura. L’amore ci invita a credere nel progetto di vita, a non fermarci sul male ma a continuare a sperare nel bene che non tarderà ad arrivare. Ci aiuta a conoscere che l’altro è un dono e un’opportunità e non un limite o una privazione.
La fede gioca un ruolo fondamentale nell’accoglienza! Senza la fede, non si può né puntare, né aspirare in alto. Con la fede, invece, si riesce ad affidarci a qualcuno che dall’alto ci vede, ci guarda, ci prende per mano e ci aiuta a fare le cose con la sapienza e la conoscenza che possono venire soltanto da Lui. La fede in Dio ci aiuta a “ripartire”, sapendo che ce la possiamo fare con l’aiuto di Dio che è dentro di noi e che, attraverso di noi, dona e manifesta la Sua presenza amorosa per l’umanità.
La speranza ci aiuta a rimanere ancorati nella fede che ci dice che un giorno i nostri sogni diventeranno realtà. Ci aiuta a rimanere senza venire mai meno all’impegno assunto per una buona accoglienza, nonostante le avversità e gli eventi contrari, sapendo che dopo la tempesta viene la calma.
La conoscenza della Storia è fondamentale e necessaria per conoscere l’accoglienza e per viverla non in maniera fantascientifica, bensì inserita e condivisa in un contesto socio culturale nel quale si vive e si opera. Essa ci aiuta a leggere il passato, correggendo i suoi errori e allo stesso tempo conservare e promuovere la bontà che essa ha saputo trasmettere nel suo formare l’uomo in una certa mentalità, cultura e tradizione, sapendo che gli eventi della vita di oggi, nella bontà e nella cattiveria, sono ciò che domani diventeranno storia. Per questo è necessario conoscere gli eventi storici e gli uomini che, con la loro vita e le loro azioni, hanno inciso sulla vita degli altri sia nella buona, sia nella cattiva sorte, correggendo e deplorando gli errori e la cattiveria e, allo stesso tempo, promovendo e conservando bontà e giustizia.
La persona che con la Sua vita ed i Suoi insegnamenti è riuscito ad illuminarmi, facendomi conoscere la via giusta per una accoglienza vera e duratura, è Gesù Cristo, Figlio di Dio, nato dalla Vergine Maria. Il Suo essere Dio fatto Uomo, vuole essere un modo giusto di portare all’uomo il Dio che vive in Lui e che per mezzo di Lui, vuole parlare l’uomo guardandogli negli occhi e stringendo un patto di amicizia con lui.
Nel vangelo di Luca, 1,1-4, 14-21, si racconta che Gesù, ” ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo, la Sua fama si diffuse in tutta la regione… Venne a Nazareth dove era cresciuto, e secondo il Suo solito, di Sabato, entrò nella Sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è su di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annunzio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazie del Signore“.
Queste parole del profeta Isaia, lette e commentate da Gesù, mostrano Dio che, in Gesù Suo Figlio, accoglieva e instaurava l’amicizia con i poveri, i prigionieri e gli oppressi, annunciando loro l’appartenenza del regno di Dio.
Il Regno di Dio, che è Gesù in Persona, vuole raccogliere i dispersi e tutti coloro che si sentivano dimenticati e abbandonati dal mondo: gli ammalati, i sofferenti, gli orfani e le vedove, i poveri e peccatori, gente di bassa cultura e tutti coloro che dal profondo del cuore, cercavano la manifestazione della giustizia di Dio, per condividere la Sua vita con loro, per fargli vedere e comprendere che il Regno dei Cieli è in mezzo a loro come felicità e giustizia.
Annunciando la presenza del Regno di Dio e invitando l’uomo alla conversione, Gesù vuole aprire il suo cuore alla conoscenza dell’amore che Dio nutre verso l’uomo. Diceva: “venite a me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi ed imparate da me che sono mite ed umile di cuore, troverete riposo per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce, il mio carico è leggero.” Trovare riposo per le nostre membra significa sentirsi accolto dall’amore di Dio che, donando pace e serenità al cuore dell’uomo, lo aiuta a vedere e ad accogliere il prossimo con lo stesso amore con cui è stato accolto da Dio.
Don Gaetano
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