Ultima Udienza Generale del Papa per il 2020
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Mercoledì 30 dicembre, nella Biblioteca del Palazzo Apostolico, Papa Francesco ha tenuto la consueta udienza del mercoledì, in diretta televisiva. Il Santo Padre infatti, non ha voluto affacciarsi alla Finestra del suo studio per non costringere i fedeli a violare le norme anti-Covid. Il Pontefice ha trattato il tema “La preghiera di ringraziamento” spiegando l’importanza dell’espressione di gratitudine al Signore per i benefici che gli si chiedono. Prendendo lo spunto dalla pericope lucana dei dieci lebbrosi, il Papa ha detto: ”Sappiamo che, per i malati di lebbra, alla sofferenza fisica si univa l’emarginazione sociale e l’emarginazione religiosa. Erano emarginati. Gesù non si sottrae all’incontro con loro. A volte va oltre i limiti imposti dalle leggi e tocca il malato – che non si poteva fare – lo abbraccia, lo guarisce. In questo caso non c’è contatto. A distanza, Gesù li invita a presentarsi ai sacerdoti (v. 14), i quali erano incaricati, secondo la legge, di certificare l’avvenuta guarigione. Gesù non dice altro. Ha ascoltato la loro preghiera, ha ascoltato il loro grido di pietà, e li manda subito dai sacerdoti. Quei dieci si fidano, non rimangono lì fino al momento di essere guariti, no: si fidano e vanno subito, e mentre stanno andando guariscono tutti e dieci. I sacerdoti avrebbero dunque potuto constatare la loro guarigione e riammetterli alla vita normale. Ma qui viene il punto più importante: di quel gruppo, solo uno, prima di andare dai sacerdoti, torna indietro a ringraziare Gesù e a lodare Dio per la grazia ricevuta. Solo uno, gli altri nove continuano la strada. E Gesù nota che quell’uomo era un samaritano, una specie di “eretico” per i giudei del tempo. Gesù commenta: «Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?».
Francesco pone subito l’accento sulla differenza che c’è tra chi ringrazia, riconoscendo il dono ricevuto e chi prende tutto come se tutto gli fosse dovuto. Il cristiano per altro deve ricordare che Dio ci ha amati prima che noi esistessimo; che Dio ci ha voluti prima ancora che in noi spuntasse il desiderio. Riflettendo su questo, dovremmo continuamente dire “grazie” a Dio che è Padre e vuole il nostro bene, anche se noi non lo comprendiamo. Purtroppo, molti non ringraziano mai.
Il Pontefice ha poi evidenziato come “Per noi cristiani il rendimento di grazie ha dato il nome al Sacramento più essenziale che ci sia: l’Eucaristia. La parola greca, infatti, significa proprio questo: ringraziamento. I cristiani, come tutti i credenti, benedicono Dio per il dono della vita. Vivere è anzitutto aver ricevuto la vita. Tutti nasciamo perché qualcuno ha desiderato per noi la vita. E questo è solo il primo di una lunga serie di debiti che contraiamo vivendo. Debiti di riconoscenza”. Riferendosi poi al lebbroso guarito, Papa Francesco fa notare che “Tra loro ce n’è uno che a gioia aggiunge gioia: oltre alla guarigione, si rallegra per l’avvenuto incontro con Gesù. Non solo è liberato dal male, ma possiede ora anche la certezza di essere amato. Questo è il nocciolo: quando tu ringrazi, esprimi la certezza di essere amato”.
E’ necessario quindi, sottolinea il Papa, rimanere nella gioia dell’incontro con Gesù e soprattutto ringraziarlo anche perché, se saremo portatori di gratitudine, anche il mondo può diventare migliore. Il mondo infatti ha bisogno di speranza e con la nostra gratitudine noi potremo trasmettere agli altri un po’ della nostra speranza.
Addolorato per le conseguenze del terremoto che ha provocato vittime e ingenti danni in Croazia, il Pontefice ha espresso la propria vicinanza a quanti sono stati colpiti dal sisma ed ha esortato le autorità locali e quelle internazionali a fare tutto il possibile per alleviare le sofferenze della popolazione.
A conclusione dell’udienza, Papa Francesco ha augurato a tutti i fedeli “un nuovo anno sereno e fecondo di ogni desiderato bene”. Ha poi raccomandato vivamente di vivere il nuovo anno “come un dono prezioso, impegnandovi a costruire la vostra vita alla luce della verità, che il Verbo Incarnato è venuto a portare sulla terra”.
Don Manlio
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