Testimoni di speranza – Ivo
Questo articolo è stato già letto878 volte!
Sono felice perché faccio parte della Comunità Cenacolo. Mi chiamo Ivo, ho trentanove anni e vengo da una famiglia cristiana di Zagabria. Da bambino mi era difficile accettare ciò che mio padre mi insegnava. Lo consideravo irrilevante per me, volevo vivere in un altro modo. Il quotidiano e la routine mi pesavano, non ne vedevo il senso.
Le prime difficoltà le ho incontrate alle scuole superiori quando cercavo di costruire la mia identità: mi inserivo in discorsi e assumevo comportamenti banali, pur di essere accettato dai miei compagni. La realtà, invece, era ben diversa. Pian piano ho iniziato a saltare le lezioni trascorrendo il mio tempo nei bar vicini, dove mi aspettava la prima trappola del male: l’alcool. Da quel momento, ogni problema che incontravo lo affrontavo bevendoci sopra. All’età di diciassette anni sono entrato nel mondo della discografia, precisamente nella produzione della musica elettronica, collaborando con alcune
case discografiche estere. Così mi sono fatto illudere dal “successo” e trascorrevo la maggior parte del tempo nei club, che ormai erano diventati il mio “posto di lavoro”. Così il male si è intrecciato alle mie giornate, aprendo poi la strada alle droghe, prima all’ecstasy e poi alla cocaina e all’eroina. Ho iniziato a vivere la falsità prima verso mio padre, poi con gli amici e con la ragazza. Dalle bugie ai furti, la strada è stata breve. Mi sono chiuso nel mondo della musica e dei soldi, sono entrato in un processo di autodistruzione che è durato alcuni anni, finché non ho venduto tutti i miei averi. Un
giorno, girando le stazioni della radio, mi sono fermato alla voce di don Ivan che raccontava la sua vita. In quel momento ho pensato: “Se don Ivan si è recuperato, forse anch’io ce la potrei fare?”. È stato il momento in cui ho trovato la forza di fare un passo decisivo.
Così, sono entrato in Comunità nel 2009, nella piccola fraternità di Sarengrad, in Croazia. Avevo voglia di ripartire, di cambiare la mia personalità e le abitudini sbagliate che avevo accumulato negli anni della perdizione. Sono grato al mio “angelo custode”, il ragazzo che si è preso cura di me nel primo periodo, e agli altri
fratelli che con il loro esempio mi hanno mostrato la direzione verso cui andare. Passo dopo passo, tramite gli impegni, la preghiera, l’adorazione e le amicizie, ho iniziato a vivere in un modo nuovo. Trasferito a Vrbovec, avevo la responsabilità di controllare la caldaia. Spesso lavoravo fino a tarda notte, ma ero felice perché sapevo che con il mio impegno mantenevo “calda” la fraternità, facendo del bene ai fratelli e alle famiglie. Un impegno che mi ha arricchito tanto è stato lavorare nella tipografia della fraternità croata, dove insieme ad altri ragazzi ho contribuito all’edizione croata della rivista “Risurrezione”. Ho trovato un buon equilibrio fra la preghiera, l’amicizia e gli impegni. Ho imparato a confrontarmi con le mie povertà ogni giorno, a trovare le soluzioni ai problemi e la pace nel cuore. Dopo alcuni anni di cammino la presenza di Dio si è fatta tangibile anche nella mia famiglia: mi sono riavvicinato a mio padre e ai miei parenti. Nonostante io abbia perso tutti i miei averi, mi ritengo una persona fortunata perché ho ritrovato me stesso in una vita nuova e “fresca”. Credo nella possibilità di costruirmi una vita migliore, perché questo già lo sto vivendo. Sono consapevole che solo con la preghiera posso andare avanti e affrontare tutte quelle difficoltà e sfide che la vita porta.
Oggi sono nella fraternità di Saluzzo, lavoro per la rivista “Risurrezione” e ho l’opportunità di vivere una vita cristiana a servizio dei fratelli. Sono grato a Dio, alla Comunità e a tutti quelli che mi hanno guidato su questa strada piena di luce e di gioia, perché senza il loro aiuto mai sarei diventato ciò che sono oggi: un uomo risorto!-
Ivo
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.