Sessualità e amore – 3/3
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Si comprende facilmente che la sessualità è finalizzata ad una finalità procreativa (“…siate fecondi, moltiplicatevi…”) e che, per questo scopo sia necessario un contesto valido in cui possa realizzarsi. Tale contesto è sicuramente il matrimonio. Questo è l’ambiente ideale nel quale la sessualità umana può esprimere tutte le proprie ricchezze e grandi potenzialità, ponendosi al sevizio di Dio e della famiglia umana.
Il Santo padre ha sempre rivolto la propria attenzione, con uno sguardo di particolare amore, alla famiglia cristiana perché soltanto da un nuovo modello di famiglia, impregnato dell’amore di Cristo e così capace di esprimere valori alternativi a quelli espressi dalla logica consumistica, oggi dominante, si può sperare di avviare un processo di liberazione.
Oggi il cristianesimo non intende più porre, come obiettivo prioritario, nuove normative per il credente ( anche se lo esorta a condurre il rapporto sessuale in modo “puro”, senza mai trasformare il partner in un volgare strumento di piacere: Voi mariti “non amate troppo le vostre mogli” G.P. II, non potendo dire: “non trasformate il talamo nuziale in un postribolo”, così da perdere la grazia legata alla virtù coniugale ed abbrutire l’atto che deve conservare il candore di un giglio profumato) ma piuttosto si impegna per aiutarlo a raggiungere una comprensione più profonda e più vera della sessualità, fino a coglierne il senso ultimo che è quello di vivere questo dono del Padre nella sua autenticità, così come ce lo presenta la Scrittura nel “cantico dei cantici”, la realizzazione “agapica” che esaltando, la dimensione umana, predispone l’uomo, attraverso la sessualità, alla percezione del Mistero.
A questo punto è assolutamente chiaro che l’unione coniugale si costruisce sulla virtù della castità che è figlia del pudore. Questo preserva l’intimità della persona, cela ciò che deve rimanere nascosto, regola gli sguardi e i gesti, in rapporto alle persone con cui si relaziona, suggerisce perfino la moderazione nel rapporto amoroso. Consiglia la scelta dell’abbigliamento e sa ben conservare il riserbo là dove potrebbe nascere una curiosità morbosa. Inoltre, poiché gli occhi sono la finestra dell’anima, deve saper custodire la purezza dello sguardo rifiutando immagini che potrebbero portare alla compiacenza nei pensieri impuri.
Parimenti bisogna saper custodire l’udito perché oggi sono molto frequenti i discorsi licenziosi, i doppi sensi, il turpiloquio. Pessimi modelli vengono trasmessi dalla televisione, specialmente in ambito pubblicitario, in cui si fa molto uso di immagini e/o discorsi sul sesso. Un grande sostegno alla castità viene dalla temperanza, l’altra virtù che permette alla ragione di controllare le passioni e gli appetiti della sensibilità umana, così da acquisire il dominio di sé e conseguire la pace.
Si tratta di un impegno costante (l’uomo edifica la sua castità con le sue continue libere scelte, ma non dobbiamo dimenticare che essa è anche dono di Dio, una grazia, un frutto dello Spirito Divino. “Lo Spirito Santo dona di imitare la purezza di Cristo a colui che è stato rigenerato dall’acqua del Battesimo” e che intende testimoniare le virtù evangeliche, così come Cristo ha comandato. Va aggiunto che la persona casta conserva l’integrità delle forze di vita e di amore che sono in lei e facilmente può opporsi ad ogni comportamento che potrebbe ferirla. L’esercizio delle virtù nella vita coniugale è una via privilegiata per giungere alla santità.
Don Manlio
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