Primo Sabato del mese
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I CINQUE PRIMI SABATI
DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
(si può praticare anche la PRIMA DOMENICA)
QUARTO SABATO
Intenzione riparatrice. – Per far ammenda d’onore al Cuore Immacolato di Maria delle freddezze e delle ingratitudini con le quali vien ripagato dagli uomini.
Offerta – Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, io Ti adoro profondamente e Ti offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di nostro Signore Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli del mondo, in riparazione degli oltraggi che Ti offendono. Per i meriti infiniti del Suo Cuore Santissimo e per l’intercessione del Cuore Immacolato di Maria, Ti prego concederci la sincera conversione del cuore.
QUARTO MISTERO GAUDIOSO
LA PRESENTAZIONE AL TEMPIO – Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Si-nicone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d’Israele; lo Spirito Santo che era su di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò ni tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio:
« Nunc dimittis ».
Ora lascia, o Signore, che il tuo servo
vada in pace secondo la tua parola;
perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli,
luce per illuminare le genti
e gloria del tuo popolo Israele ».
Le profezie di Simeone. – II padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano su di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: « Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima » (Le 2,22-35).
Riflessioni. – Come tutte le madri ebree Maria si presenta alla porta del Tempio a chiedere la sua purificazione, ad offrire all’Eterno il suo Unigenito. Eppure la Vergine non ha bisogno di purificazione essendo per un privilegio ineffabile Vergine Madre. Non ha bisogno d’esser riscattato Gesù, che per natura è l’Unigenito del Padre, il Sacerdote Eterno del Nuovo Patto. Anche in questa occasione Maria è modello di virtù; esempio di modestia, di umiltà, di obbedien-za, di fedeltà al dovere, alla legge del Signore. Quale virtù non rifulge nel cuore di Maria? È un ciclo di meraviglie. « Dio ha fatto un mondo per l’uomo pellegrino ed è quello che noi abitiamo. Ha fatto un mondo per l’uomo beato ed è il paradiso: ma ne ha fatto un. altro per abitarvi Egli stesso a cui ha dato il nome di Maria » (S. L. Grignon De Montfort).
Riflettiamo: che gioia per quel Cuore materno udire il canto del vecchio Simeone, evocare i tempi avvenire! Il suo Gesù è proclamato l’Aspettato d’Israele, la salvezza di tutti. Ma insieme che strazio a quel preludio di dolorosa passione! Già la punta acuminata di una spada ricerca quel Cuore materno.
Impariamo dalla Vergine Santissima la generosità nel bene, la fedeltà costante al nostro dovere, a piegarci con umile rassegnazione alla volontà di Dio.
In un celebre quadro è dipinta la presentatone di Gesù al Tempio. Il venerando Simeone solleva Gesù sulle sue braccia scarne. L’ombra di quel gesto staglia sullo sfondo il profilo di una Croce… Maria la vede trasalendo d’angoscia, ma ripete senza esitare la sua parola d’agonia: Fiat! Apriamo anche noi il nostro cuore e le nostre braccia alla croce e portiamola come un divino retaggio, lungo il nostro Calvario. « Chi acconsente a soffrire per Iddio — dice S. Giovanni della Croce — dimostra d’essersi dato veramente a lui, e di amarlo ».
Un educatore santo, Edoardo Poppe, ha scritto: « Una piccola croce sopportata con dolorosa l>a/,ienza per cinque minuti fa maggior bene che non grossi volumi ed innumerevoli scritti; perché operare è bene, pregare è meglio, ma la cosa migliore è soffrire! ». Penetriamoci di queste alte verità, procuriamo di praticarle. O Maria, come il nostro cuore è diverso dal tuo! Insegnaci, o Madre, la preziosità della docilità a Dio, della fedeltà alla legge santa, dell’amore alla sofferenza, del sacrificio riparatore.
Esame di coscienza. – Sono fedele ai doveri del mio stato? – Osservo i comandamenti del Signore ed i precetti della Chiesa? – So accettare la vita come servizio ai fratelli? – Sono sobrio? – Sono modesto? – Amo la preghiera? – Sono fedele? – Sono paziente? – Atto di dolore.
Ossequio. – Sarò fedele al mio dovere quotidiano.
Preghiera. – Dolce Cuore di Maria, sii il rifugio e la salvezza dell’anima mia.
Maria, Madre di grazie, Madre di Misericordia, proteggici dal nemico dell’anima e accoglici nell’ora della morte.
esempio
ANELITO VERSO LA PATRIA – Quanti conobbero i pastorelli furono d’accordo nel testimoniare ch’essi avevano un desiderio continuo ed ardente del Paradiso; cosa veramente notevole in quei tre fanciulli.
Il mondo della fede nel quale respiravano a pieni polmoni si manifestava radioso nelle conversazioni che si svolgevano al letto di morte di Francesco e di Giacinta. Giacinta cercava di consolare la mamma piangente:
— Non ti affliggere, mamma, io vado in cielo e pregherò molto per te.
Francesco, in mezzo ai suoi dolori, ripeteva che il suo più grande desiderio era di andare quanto prima da Nostra Signora.
Nel pomeriggio che precedette la morte, disse a Lucia:
— Vedi, sto molto male. Mi manca ancor poco per andarmene.
— Allora, quando sarai in cielo, non dimenticarti di chiedere molte grazie per i peccatori, per il Papa, per me e per Giacinta.
— Sì, pregherò. Ma chiedi queste cose anche 11 Giaciuta, perché io ho paura di dimenticarle, (|iiando vedrò il Signore! E poi, prima voglio consolarlo.
Francesco fece la Prima Comunione sul letto di morte, con-un fervore d’angelo. Quella mattina radiosa, dopo aver ricevuto il Viatico, disse alla so-rellina:
— Oggi io sono più felice di te, perché tengo ( Icsù dentro il mio cuore. Io vado in cielo, ma là voglio chiedere al Signore ed alla Madonna che ti portino presto con me.
A notte inoltrata Lucia si congedò dal cuginetto morente.
– Francesco, addio. Se questa notte andrai in Paradiso, non ti scordare di me; hai inteso?
– Sta’ tranquilla, non ti scorderò!
– Allora addio, fino al cielo!
— Fino al cielo…
Il cielo si avvicinava davvero. Il mattino seguente — 4 aprile 1919 -disse alla mamma:
— Guarda, mamma, che bella luce là vicino alla porta!…
Il volto si illuminò di un sorriso angelico e senza agonia, senza contrazione, senza un gemito, spirò dolcemente. Non aveva 11 anni.
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