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Primo Sabato del mese

3 Maggio 2013 | Filed under: Devozioni, Primo Sabato del mese
     

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I CINQUE PRIMI SABATI

DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

(si può praticare anche la PRIMA DOMENICA)

QUARTO SABATO

Intenzione riparatrice. – Per far ammenda d’o­nore al Cuore Immacolato di Maria delle fred­dezze e delle ingratitudini con le quali vien ri­pagato dagli uomini.

Offerta – Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, io Ti adoro profondamente e Ti of­fro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Di­vinità di nostro Signore Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli del mondo, in riparazione de­gli oltraggi che Ti offendono. Per i meriti infiniti del Suo Cuore Santissimo e per l’intercessione del Cuore Immacolato di Maria, Ti prego concederci la sincera conversione del cuore.

QUARTO   MISTERO   GAUDIOSO

LA PRESENTAZIONE AL TEMPIO – Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: Ogni maschio pri­mogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sa­crificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.

Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Si-nicone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspet­tava il conforto d’Israele; lo Spirito Santo che era su di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò ni tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio:

« Nunc dimittis ».

Ora lascia, o Signore, che il tuo servo

vada in pace secondo la tua parola;

perché i miei occhi han visto la tua salvezza,

preparata da te davanti a tutti i popoli,

luce per illuminare le genti

e gloria del tuo popolo Israele ».

Le profezie di Simeone. – II padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano su di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: « Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima » (Le 2,22-35).

Riflessioni. – Come tutte le madri ebree Ma­ria si presenta alla porta del Tempio a chiedere la sua purificazione, ad offrire all’Eterno il suo Unigenito. Eppure la Vergine non ha bisogno di purificazione essendo per un privilegio ineffa­bile Vergine Madre. Non ha bisogno d’esser ri­scattato Gesù, che per natura è l’Unigenito del Padre, il Sacerdote Eterno del Nuovo Patto. An­che in questa occasione Maria è modello di vir­tù; esempio di modestia, di umiltà, di obbedien-za, di fedeltà al dovere, alla legge del Signore. Quale virtù non rifulge nel cuore di Maria? È un ciclo di meraviglie. « Dio ha fatto un mondo per l’uomo pellegrino ed è quello che noi abi­tiamo. Ha fatto un mondo per l’uomo beato ed è il paradiso: ma ne ha fatto un. altro per abitarvi Egli stesso a cui ha dato il nome di Maria » (S. L. Grignon De Montfort).

Riflettiamo: che gioia per quel Cuore mater­no udire il canto del vecchio Simeone, evocare i tempi avvenire! Il suo Gesù è proclamato l’A­spettato d’Israele, la salvezza di tutti. Ma insie­me che strazio a quel preludio di dolorosa pas­sione! Già la punta acuminata di una spada ri­cerca quel Cuore materno.

Impariamo dalla Vergine Santissima la gene­rosità nel bene, la fedeltà costante al nostro dovere, a piegarci con umile rassegnazione alla volontà di Dio.

In un celebre quadro è dipinta la presenta­tone di Gesù al Tempio. Il venerando Simeone solleva Gesù sulle sue braccia scarne. L’ombra di quel gesto staglia sullo sfondo il profilo di una Croce… Maria la vede trasalendo d’angoscia, ma ripete senza esitare la sua parola d’agonia: Fiat! Apriamo anche noi il nostro cuore e le no­stre braccia alla croce e portiamola come un di­vino retaggio, lungo il nostro Calvario. « Chi ac­consente a soffrire per Iddio — dice S. Giovan­ni della Croce — dimostra d’essersi dato vera­mente a lui, e di amarlo ».

Un educatore santo, Edoardo Poppe, ha scritto: « Una piccola croce sopportata con dolorosa l>a/,ienza per cinque minuti fa maggior bene che non grossi volumi ed innumerevoli scritti; per­ché operare è bene, pregare è meglio, ma la co­sa migliore è soffrire! ». Penetriamoci di queste alte verità, procuriamo di praticarle. O Maria, come il nostro cuore è diverso dal tuo! Insegnaci, o Madre, la preziosità della do­cilità a Dio, della fedeltà alla legge santa, del­l’amore alla sofferenza, del sacrificio riparatore.

Esame di coscienza. – Sono fedele ai doveri del mio stato? – Osservo i comandamenti del Signore ed i precetti della Chiesa? – So accettare la vita co­me servizio ai fratelli? – Sono sobrio? – Sono mo­desto? – Amo la preghiera? – Sono fedele? – Sono paziente? – Atto di dolore.

Ossequio. – Sarò fedele al mio dovere quoti­diano.

Preghiera. – Dolce Cuore di Maria, sii il rifu­gio e la salvezza dell’anima mia.

Maria, Madre di grazie, Madre di Misericordia, proteggici dal nemico dell’anima e accoglici nell’ora della morte.

esempio

ANELITO  VERSO  LA  PATRIA – Quanti conobbero i pastorelli furono d’accordo nel testimoniare ch’essi avevano un desiderio con­tinuo ed ardente del Paradiso; cosa veramente no­tevole in quei tre fanciulli.

Il mondo della fede nel quale respiravano a pieni polmoni si manifestava radioso nelle conver­sazioni che si svolgevano al letto di morte di Fran­cesco e di Giacinta. Giacinta cercava di consolare la mamma pian­gente:

—  Non ti  affliggere, mamma, io vado in cielo e pregherò molto per te.

Francesco, in mezzo ai suoi dolori, ripeteva che il suo più grande desiderio era di andare quanto prima da Nostra Signora.

Nel pomeriggio che precedette la morte, disse a Lucia:

—  Vedi, sto molto male. Mi manca ancor po­co per andarmene.

—  Allora, quando sarai in cielo, non dimenti­carti di chiedere molte grazie per i peccatori, per il Papa, per me e per Giacinta.

—  Sì,  pregherò.  Ma  chiedi  queste  cose  anche 11   Giaciuta,  perché   io  ho   paura  di   dimenticarle, (|iiando vedrò il Signore! E poi, prima voglio con­solarlo.

Francesco fece la Prima Comunione sul letto di morte, con-un fervore d’angelo. Quella mattina ra­diosa, dopo aver ricevuto il Viatico, disse alla so-rellina:

—  Oggi io sono più felice di te, perché tengo ( Icsù dentro il mio cuore. Io vado in cielo, ma là voglio chiedere al Signore ed alla Madonna che ti portino presto con me.

A notte inoltrata Lucia si congedò dal cuginetto morente.

–  Francesco, addio. Se questa notte andrai in Paradiso, non ti scordare di me; hai inteso?

–  Sta’ tranquilla, non ti scorderò!

–  Allora addio, fino al cielo!

—  Fino  al cielo…

Il   cielo  si  avvicinava  davvero.   Il  mattino  seguente — 4 aprile 1919 -disse  alla  mamma:

— Guarda, mamma, che bella luce là vicino alla porta!…

Il volto si illuminò di un sorriso angelico e senza agonia, senza contrazione, senza un gemito, spirò dolcemente. Non aveva 11 anni.


     

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Padre del cielo,
Tu ci hai dato un modello di vita
nella famiglia di Nazareth,
aiutaci, o Padre buono,
a fare della nostra famiglia
un'altra Nazareth, dove regnano
l'amore, la pace e la gioia.
Fa' che la nostra vita,
sia profondamente contemplativa,
intensamente eucaristica
e vibrante di gioia.
Aiutaci a rimanere insieme
nella gioia e nella sofferenza
attraverso la preghiera familiare.
Insegnaci a vedere Gesù
nei membri della nostra famiglia
specialmente nelle loro difficoltà.
Possa il Cuore Eucaristico di Gesù
rendere i nostri cuori miti ed umili
come il suo e possa aiutarci
a compiere i nostri doveri familiari
in modo santo.
Possiamo amarci
come Dio ama ognuno di noi,
ogni giorno sempre più,
e possiamo perdonarci le offese
come Dio perdona le nostre.
Aiutaci, o Padre buono,
a prendere ciò che ci dai
e a darti tutto ciò che ci chiedi
con grande gioia.
O Immacolato Cuore di Maria,
causa della nostra gioia,
prega per noi.
S. Giuseppe, prega per noi.
S. Angelo Custode,
rimani sempre con noi,
guidaci e proteggici.
AMEN

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