Non siamo sordi ai richiami di Dio
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Non si può negare che oggi le generazioni che vengono sono prese e travolte da orientamenti falsi e deleteri della vita, e non si vede come possa ritornare sulla terra la benedizione di Dio. Ormai ci si è abituati a non tener conto dei disastri che colpiscono la terra, e si è sordi ai richiami ed alle correzioni che ci fa Dio. Inorgoglita dei progressi tecnici e dagli ardimenti umani, la presente generazione prescinde completamente dal soprannaturale, crede che l’uomo ormai possa fare tutto con i progressi della scienza e della tecnica: ha potuto fare il… cervello elettronico, e non pensa più alla grandezza della ragione che Dio gli ha dato.
Non capisce che la macchina che crede prodigio dell’intelletto e dell’ingegno è, in realtà, la macchina che incretinisce perché a poco a poco atrofizza le mirabili attività del cervello che Dio gli ha dato, e lo riduce come un ebete. Decade miseramente quando crede di elevarsi; perde la fede perché crede ormai al proprio ardimento, e languiscono in lui persino le arti, le lettere, la concezione serena del bello, che può vedersi solo nella luce del soprannaturale. Ahimè, vede il cielo nel pantano dove si riflette, e non s’accorge che non vede il cielo ma il pantano.
La presuntuosa gioventù ormai vuole dividersi dalla generazione di quelli che ancora hanno un po’ di fede e di morale, e la chiama con disprezzo: passata, vecchiume. Ormai non si lascia più guidare, non obbedisce più, si infanga, e stima l’impurità un’esigenza, la sopraffazione sugli altri una forza, il furto un diritto, il delitto atroce un delitto perfetto, e cambia il concetto della carità in quello dell’associazione a delinquere. Che pena e che orrore!
In mezzo ad un effimero progresso, che anchilosa le potenze più belle e i progressi dell’anima, la nostra generazione non si accorge dei richiami di Dio, sui quali si passa con indifferenza.
don Dolindo Ruotolo
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