Migranti, don Aldo Buonaiuto: “Giù l’ipocrisia, dai barconi nigeriane schiave per gli italiani”
Questo articolo è stato già letto704 volte!
Dai barconi dei migranti al marciapiede. E’ questo purtroppo il triste destino di tante giovani nigeriane, molte minorenni che arrivano in Italia con le traversate della disperazione per poi ritrovarsi a fare le prostitute sulle strade di Roma. Il Corriere della Sera ha denunciato il mercato della via Domiziana, che sembra essere territorio esclusivo della tratta delle nigeriane. Qui si incontrerebbero anche ragazzine di 13 e 14 anni, ovviamente truccate in maniera tale da sembrare molto più grandi dell’età che hanno. Ma come arrestare questo scandalo? Intelligonews lo ha chiesto a don Aldo Buonaiuto dell’Associazione Giovanni XXIII, da sempre impegnata sull’esempio del fondatore don Oreste Benzi, nel recupero e nella salvezza delle donne ridotte in schiavitù con la prostituzione. E’ responsabile anti-sette dell’Associazione ed ideatore del quotidiano online In Terris. E’ anche l’organizzatore delle Via Crucis delle donne crocifisse dedicate proprio alle moderne schiave, le prostitute per l’appunto.
Don Aldo, dai barconi al marciapiede, alla disperazione si aggiunge la tragedia. Dramma su dramma?
“Questo fenomeno delle ragazze nigeriane che arrivano con i barconi e dopo qualche giorno di accoglienza nei centri finiscono sul marciapiede è purtroppo un problema sempre più diffuso. Quando arrivano in Italia hanno già un numero di telefono che sono costrette a chiamare: quello è il numero della cosiddetta madame che aspetta la chiamata e si informa subito dove si trovano per poi mandare delle macchine a prelevarle per poi portarle sulla strada. Purtroppo sui barconi non arrivano soltanto disperati che scappano dalle tragedie, ma anche vittime della tratta che le organizzazioni criminali riescono ad infiltrare nel mercato della disperazione. Tantissime sono minorenni anche perché il mercato dei clienti richiede proprio che siano giovanissime e queste vengono fatte arrivare a frotte dalla Nigeria. Il problema è che tutti vedono, troppi sanno, ma tanti fanno finta di non vedere”.
E’ vero che queste poverette vengono costrette a prostituirsi con il ricatto della magia nera?
“I riti voodoo sono da sempre l’arma di ritorsione e di minacce per queste ragazze, minacce rivolte soprattutto verso i loro genitori. Temono che in caso di ribellione i genitori e i loro cari possano restare vittime di riti magici e malefici. Per questo assecondano, obbediscono ed eseguono l’ordine delle madame che sono poi quelle che seguono e gestiscono l’attività delle vittime. Il problema purtroppo in Italia si è quadruplicato”.
C’è grande richiesta di prostituzione nigeriana, ma se ci sono clienti sempre più esigenti come pensare di arrestare il fenomeno o rompere le catene che legano queste donne?
“Stiamo promuovendo con una petizione chiamata “questo è il mio corpo” un’iniziativa parlamentare che porti a prevedere la punibilità, non soltanto di chi sfrutta la prostituzione, ma anche di chi se ne serve: non si potrà arrestare il fenomeno fino a quando ci saranno i clienti che continueranno ad incentivare il mercato. Chiediamo che la legge prevede pesanti sanzioni pecuniarie per i clienti delle prostitute. Ma ci troviamo di fronte ad una colpevole inerzia. Si fa finta di non vedere che le ragazze nigeriane che arrivano con gli sbarchi sono tutte destinate a finire su strada. Ci vuole un piano in Europa che si occupi di questo particolare dramma. Non abbiamo purtroppo personalità autorevoli che alzino la voce in difesa di queste ragazze che potrebbero essere tutte nostre figlie e che invece vengono trattate come oggetti del desiderio e del piacere sessuale da persone prive di scrupoli. Sono troppi i correi degli schiavisti. Solo il Santo Padre denuncia lo scandalo della tratta, altri leader mondiali non sembrano interessati al problema. Queste donne vanno liberate e non rese ancora più schiave come vorrebbe qualcuno riaprendo i bordelli”
di Americo Mascarucci.
da: Lorenza Perfori
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.