Medjugorje – I pareri di alcuni Vescovi
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Chiarimento sul documento dei vescovi.
S.E. mons. Franc Perko, arcivescovo di Belgrado, anch’egli recatosi privatamente a Medjugorje, riesce a chiarire efficacemente il documento dei vescovi. Mons. Perko è membro della Pontificia Commissione Teologica e la sua opinione è pienamente condivisa dagli altri membri della Commissione: c’è una sorta di prudente benevolenza.
Va assolutamente precisato che il documento stilato dai vescovi non afferma assolutamente che a Medjugorje non c’è nulla di soprannaturale, bensì che ogni interpretazione è aperta a nuovi sviluppi. Pur non potendo dare una dichiarazione definitiva, si ritiene che a Medjugorje esistono chiari indizi che probabilmente c’è, o c’era, qualcosa di soprannaturale.
La testimonianza di mons. Croteau
Una della più belle testimonianze episcopali ci viene da mons. Denis Croteau, canadese, venuto a Medjugorje nell’aprile del 2001, in forma molto privata, ma anche lui per rendersi conto personalmente di cosa avviene. Ricevutane un’impressione ampiamente positiva, decide di ritornarvi a novembre, con un gruppo di pellegrini della sua diocesi. Questa volta, però, viene visibilmente come vescovo e, l’esperienza che vive, finisce con l’arricchire notevolmente il suo ministero.
Per prima cosa, lui si infila in un confessionale e vi trascorre molte ore ascoltando le confessioni dei fedeli. Quello, infatti, è il luogo migliore per giungere a capire, senza ombra di dubbio, che Medjugorje è un luogo di conversione e di vita nuova. Come afferma S.E.: «Non è assolutamente possibile che un sacerdote venga a Medjugorje e ascolti le confessioni, per almeno un’ora, senza convincersi che il Cielo opera intensamente a Medjugorje.
Ascoltando i pellegrini ci rendiamo conto del fatto che alcuni di quelli che arrivano qui sono semplicemente delle brave persone e che quando ripartono sono sicuramente migliorate, ma altri che vengono qui sono dei grandi peccatori e lo sanno, ma quando tornano alle loro case hanno la consapevolezza di essere stati salvati perché i loro peccati sono stati perdonati. Tutti quelli che arrivano qui vengono profondamente trasformati». Mons. Croteau parla a ruota libera e spiega che durante la sua seconda venuta è rimasto profondamente colpito dall’intensità dell’esperienza che qui vive un sacerdote.
Quando la prima domenica di novembre ha avuto la possibilità di presiedere la S. Messa, in inglese, è rimasto profondamente impressionato dalla meravigliosa partecipazione dei fedeli che hanno perfettamente recepito il messaggio evangelico del giorno che, “casualmente”, era in linea con l’ultimo messaggio della Gospa.
Il presule, poi, è rimasto particolarmente contento quando si è reso conto che, per i fedeli della zona e per i pellegrini, la religione non è qualcosa di monotono o, peggio, di noioso, anzi, può essere vivace, stimolante, appassionante ed entusiasmante, specialmente quando si ha una madre come Maria SS. ma.
L’arcivescovo decide di volerci raccontare come ha trascorso i giorni della sua permanenza a Medjugorje. L’idea iniziale era quella di fare un ritiro spirituale e quindi arrivano con tutta una serie di preghiere particolari e di temi per esercizi da fare insieme durante il pellegrinaggio, completati con una meditazione al mattino e alla sera, con altra meditazione sui misteri del Rosario e, infine, con la via Crucis. Per il resto si uniscono al programma degli altri pellegrini.
Quando viene il momento della partenza sono tutti trasformati interiormente, sorridono, cantano, sono pieni di gioia. Certamente, quando torneranno alle loro parrocchie ed alle loro case porteranno la testimonianza viva della loro esperienza, della loro nuova ricchezza spirituale.
Mons. Croteau ha un volto radioso mentre parla e non può fare a meno di dire: «Le cose che mi hanno fortemente impressionato sono state la pietà e la devozione della gente che prega, che crede e che vive la sua esperienza cristiana di fede e di amore. Hanno un fuoco dentro».
Racconta di avere fatto molti tentativi in passato per rinnovare la sua diocesi ma, pur avendo speso molto denaro, i risultati erano apparsi minimi. Questo pellegrinaggio, invece, ha prodotto sui filiani effetti meravigliosi, per cui ha deciso che: «Anche se non ufficialmente, io promuoverò molti altri pellegrinaggi a Meddjugorje perché le profonde trasformazioni che abbiamo vissuto qui, le porteremo ogni volta alle nostre parrocchie ad alle nostre famiglie.
Ognuno di noi riparte con la sua personale esperienza che vorrà condividere con parenti, amici, colleghi e potrà facilmente dire: “ciò che ho vissuto io lo puoi vivere anche tu e migliorare la tua vita come sta succedendo a me. Sono sicuro che molte persone vorranno venire a Medjugorje”.
Il presule si augura caldamente che la buona testimonianza che continueranno a fornire i suoi pellegrini (anche con il gruppo di preghiera) possa riuscire a convertire molti. «Per quanto mi riguarda – assicura mons. Cocteau – ogni volta che incontrerò altri vescovi, racconterò loro la mia esperienza e parlerò della bellezza di questo luogo. Dovrebbero venire qui in massa».
Il vescovo di Frosinone
Mons. Boccaccio non ha voluto rinunciare all’opportunità di partecipare al pellegrinaggio organizzatosi nella sua diocesi per Medjugorje.
Durante la sua permanenza ha visitato tutti i luoghi dove si sono recati i pellegrini ed ha partecipato ad ogni incontro di preghiera. Ha incontrato i frati del convento, ha confessato qualche pellegrino.
La sua bella testimonianza è stata questa: «Ho scoperto che nella mia diocesi molti giovani, dopo essere stati a Medjugorje, hanno cambiato la loro vita. La loro testimonianza è stata per me il grande segno della presenza di Dio a Medjugorje. Anche se avevo già letto dei bei libri di Laurentin, devo dire che sono le testimonianze vive dei pellegrini ed il loro nuovo modo di vivere che ti convince veramente».
Don Manlio
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