Le distrazioni durante la preghiera
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Noi tutti recitiamo il S. Rosario e lo facciamo perché sappiamo bene che nessuna preghiera è più meritoria per l’anima e più gloriosa per Gesù e Maria del Rosario ben recitato. Però, spesso, è difficile il recitarlo bene, a causa delle distrazioni che vengono anche a causa della ripetizione della stessa preghiera.
Quando si recita il breviario (Lo o Vespri la diversità delle parole frenano l’immaginazione e di conseguenza aiutano l’anima a ben recitarle. Ma nel Rosario, siccome si ha sempre lo stesso Padre nostro e Ave Maria da dire e la stessa forma da rispettare, è facile distrarsi.
Ovviamente, è giusto e doveroso sforzarsi di allontanare le distrazioni e cercare di concentrarsi, per quanto possibile, perché aumenta questa difficoltà la malizia del demonio, instancabile nel distrarci e nell’impedirci di pregare. Che cosa non fa il maligno contro di noi mentre siamo intenti a dire il Rosario contro di lui? Aumenta il nostro naturale languore e la nostra negligenza.
Prima dell’inizio della nostra preghiera aumenta la nostra noia, le nostre distrazioni e la nostra stanchezza; mentre preghiamo ci assale da ogni lato, e quando avremo terminato di dirlo con molti sforzi e distrazioni insinuerà: «Tu non hai detto nulla che valga; il tuo Rosario non vale niente, faresti meglio a lavorare e ad attendere ai tuoi affari; perdi il tuo tempo a recitare tante preghiere vocali senza attenzione; una mezz’ora di meditazione o una buona lettura varrebbe molto di più. Domani, quando sarai meno assonnato, pregherai con più attenzione, rimanda il resto del tuo Rosario a domani». Così il diavolo, con le sue astuzie, fa spesso tralasciare il Rosario tutto o in parte, o lo fa cambiare o lo fa rinviare.
Non dobbiamo dargli ascolto e non dobbiamo perderci d’animo quand’anche durante tutto il Rosario la nostra fantasia fosse stata piena di distrazioni e di pensieri stravaganti, che si è cercato di scacciare meglio che si poteva quando uno se ne è accorto. Il Rosario è tanto migliore quanto più è meritorio; è tanto più meritorio quanto più è difficile; è tanto più difficile quanto è meno naturalmente piacevole all’anima e quanto più è pieno di miserabili piccole mosche e formiche, che vagando qua e là nell’immaginazione malgrado la volontà, non danno all’anima il tempo di gustare ciò che dice e di riposarsi nella pace.
Se occorre combattere durante tutto il Rosario contro le distrazioni che ti vengono, combatti valorosamente con le armi in pugno, cioè continuando il tuo Rosario, quantunque senza alcun gusto e consolazione sensibile: è un combattimento terribile ma salutare all’anima fedele. Se deponi le armi, cioè se tralasci il Rosario, sei vinto. E allora il diavolo, vincitore della tua fermezza, ti lascerà in pace e ti rinfaccerà nel giorno del giudizio la tua pusillanimità e infedeltà.
Chi è fedele nelle piccole cose lo sarà anche nelle più grandi. Chi è fedele nel respingere le più piccole distrazioni nella minima parte delle sue preghiere, sarà fedele anche nelle cose più grandi. Nulla di più certo, poiché l’ha detto lo Spirito Santo. Coraggio dunque, servo buono e serva fedele di Gesù Cristo e della sua santa Madre, che hai preso la decisione di dire il Rosario tutti i giorni. Le molte mosche (io chiamo così le distrazioni che ti fanno la guerra mentre preghi) non siano capaci di farti lasciare vilmente la compagnia di Gesù e di Maria, in cui sei mentre dici il Rosario.
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