L’avviso della moglie di Pilato
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Pilato fece la proposta al popolo, ed attese che avesse risposto. Mentre attendeva la moglie gli mandò a dire che non s’impicciasse di quel giusto, perché essa aveva avuto molti sogni penosi a causa di Lui. Non sappiamo di qual natura siano stati i suoi sogni, né si può dire che siano venuti da Dio. Molti lo suppongono; ma altri credono che siano stati una suggestione di satana, il quale, sospettando in Gesù il Redentore promesso, avrebbe voluto impedirne la morte. Secondo questa opinione, l’arcana pazienza del Signore convinse satana della missione di Lui, e cercò impedirne il compimento; quando vide vano il suo sforzo, allora irruppe in tutta la sua ira per tentare almeno di vendicarsi.
Pilato non diede troppa importanza alle parole della moglie, perché credeva ormai di aver trovato il modo di uscire d’impaccio; non aveva pensato alla malignità dei sacerdoti, degli scribi e farisei che non aveva confine; questi col denaro comprarono il voto del popolo, e lo indussero non solo a domandare la liberazione di Barabba, ma a pretendere la morte di Gesù.
Finché il popolo avesse chiesto la liberazione del ladro sedizioso e omicida, sarebbe stata un’enormità, ma non un assurdo, dato che il popolo poteva scegliere; ma domandare a gran voce la morte di un innocente, proprio nella solennità della liberazione, a Pilato sembrò tale mostruosità che non seppe trattenersi dal dire con forza: Ma che ha fatto Egli di male? Prima aveva detto: Che cosa dunque farò di Gesù, chiamato il Cristo? Per indurre il popolo a riflettere alla richiesta che faceva, dopo ne proclamò apertamente l’innocenza; e quasi chiamò la moltitudine a giudicare con lui.
Avrebbe dovuto imporre la sua sentenza, anzi avrebbe dovuto punire i falsi testimoni, ma non ne ebbe il coraggio. Il popolo aveva gridato erigendosi a giudice, ed egli, quasi esautorandosi, aveva mostrato di non poter contraddire quel giudizio; ricorse perciò ad un gesto che doveva esprimere il suo disinteressamento, e si lavò pubblicamente le mani dicendo che egli era innocente del sangue di quel giusto. Nel Deuteronomio (21,6) è prescritto ai sacerdoti di lavarsi le mani per attestare di non aver preso parte all’uccisione di un uomo trovato morto; forse Pilato s’ispirò a questa cerimonia alla quale aveva dovuto assistere molte volte, ma non riflettette che con questo si dava in balìa del popolo che da lui solo reclamava la sentenza di morte, e di morte di croce.
Tutta la moltitudine gridò come un sol uomo invocando che il Sangue di Gesù cadesse su di essa e sui suoi figli, e non s’accorse che con questo reclamava da Dio la sentenza di un terribile castigo, poiché al Signore certo non poteva essere nascosta la maligna intenzione che esso aveva nel reclamare la morte dell’Innocente.
Pilato era come la rappresentanza di tutte le ingiustizie che i giudici avrebbero consumate nel corso dei secoli. Di carattere debole, servile ed opportunista, cercò di difendere l’innocenza in modo da non compromettere se stesso; cedette per timore, e credette di aver provveduto sufficientemente alla sua coscienza col lavarsi le mani. Gesù Cristo subiva e riparava, e sottomettendosi Egli all’ingiustizia, consolava in tutti i secoli gli innocenti condannati dalla malignità umana.
Quante volte l’anima nostra ascoltando il grido delle passioni, e cedendo alle loro pretese, condanna Gesù alla morte nel suo cuore! Preferisce a Lui la degradazione, la miseria, l’impurità, la violenza e si priva della sua dolcissima grazia!
Quante volte, nell’umana società, quelli che governano si lasciano trascinare dalle correnti diaboliche delle sette, e manomettono i sacrosanti diritti di Dio e della Chiesa! Non si rifiuta Gesù Cristo senza condannarlo, ed è impossibile rimanere neutrali o indifferenti innanzi a Lui. Chi si lava le mani, disinteressandosi della sua gloria e dei suoi diritti, li rinnega, li manomette e li conculca. È necessario acclamare Re Gesù Cristo, e vivere della sua vita e del suo amore condannando il male e le suggestioni diaboliche che tentano di separarci dal suo amore!
don Dolindo Dolindo Ruotolo
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