La Preghiera – II
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Un giorno gli Apostoli gli chiesero di insegnar loro come pregare e Gesù rispose: «Quando pregate, non siate come gli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per farsi notare dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.
Ma tu, quando vuoi pregare, entra nella tua camera e, serratone l’uscio, prega il Padre tuo che sta nel segreto, e il Padre tuo che vede nel segreto te ne darà la ricompensa. Pregando, poi, non sprecate parole come i gentili, i quali credono di essere esauditi per la loro verbosità. Non vi fate simili a loro, poiché il Padre vostro conosce le vostre necessità ancor prima che gliene facciate richiesta».
Quindi insegna loro la sublime preghiera del Padre Nostro: «Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo, così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori; e non c’indurre in tentazione, ma liberaci dal male».
E aggiunge: «Infatti, se avrete rimesso agli uomini le loro mancanze, rimetterà anche a voi il Padre vostro che è nei cieli. Qualora invece non rimetterete agli uomini, neppure il Padre vostro rimetterà le vostre mancanze».(Mt 6, 5-15). Questa preghiera racchiude profondi significati ed è sicuramente opportuna una riflessione.
Attraverso il Battesimo, noi siamo diventati figli di Dio per cui, anche «nell’Assemblea, Possiamo rivolgerci a Lui, chiamandolo “Padre”», nutrendo verso di lui grande amore e fiducia. S. Paolo precisa: «E che siamo figli ne è prova lo Spirito che abbiamo in noi che grida: “Abbà, Padre”».
Va precisato per altro, che la preghiera non dice Padre mio, perché non è un Dio personale ma è il Padre di tutti i battezzati, che sono nostri fratelli e che dobbiamo accomunare nella preghiera, perciò è doveroso invocarlo come Padre NOSTRO.
(Continua)
Don Manlio Maglio
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