La nostra responsabilità nei confronti del mondo
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Papa Pio XII una volta affermò: “Dio è luce”. Nel Vangelo di Giovanni si dice: “Io sono la luce” (Gv 8,12); poi, rivolto a noi, Gesù dice: “Voi siete la luce del mondo (Mt 5,14). Se Dio è luce, la luce del mondo siamo noi: ciò significa che Dio vuole rivelarsi agli uomini mediante noi. Ecco l’impegno gravissimo del cristiano: essere per gli uomini rivelazione di Dio. Non si tratta però di essere luce soltanto in una casa, perchè la nostra casa è l’universo; noi dobbiamo rispondere per tutti, su di noi grava tutta la responsabilità universale.
Noi cristiani non possiamo condannare il male, non possiamo condannare le Brigate Rosse, i crimini, gli scippi, perchè che il mondo sia retto dal maligno lo sappiamo – principe di questo mondo è il Maligno (cfr. Gv 12,31) – e non c’è niente di strano che frutto della sua opera sia la morte, la distruzione e la rovina. Ma se noi siamo luce dobbiamo impedire il male, ossia, per dirlo in altre parole: il male avrà potere nel mondo solo nella misura che noi cristiani non viviamo la nostra professione cristiana.
Ci rendiamo conto che noi siamo responsabili di tutti i delitti? Ci rendiamo conto che a noi sarà chiesto conto di tutto il male del mondo? Non perchè lo facciamo, ma perchè non lo impediamo, e dal momento che noi siamo la luce che dissipa le tenebre, se il mondo è nelle tenebre è colpa nostra, se il mondo corrotto è colpa mia, non del male, perchè il male non può essere che male. Che cosa posso chiedere a chi non possiede la grazia, a chi non conosce Dio?
Don Divo Barsotti
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