La nostra appartenenza a Gesù e Maria
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Conoscere la Madonna – XXV parte
Da quanto abbiamo detto dei nostri rapporti con Gesù Cristo, bisogna concludere che noi non apparteniamo a noi stessi, come dice l’Apostolo, ma interamente a lui come membri e schiavi pagati infinitamente cari, a prezzo del suo sangue. Prima del battesimo appartenevamo in qualità di schiavi al demonio; ma il battesimo ci ha fatto diventare autentici “schiavi” di Cristo, i quali non devono vivere, lavorare e morire che per portare frutto a tale Uomo-Dio, per glorificarlo nel corpo e farlo regnare nell’anima: siamo infatti sua conquista, suo popolo acquistato e sua eredità.
Proprio per questa ragione lo Spirito Santo ci paragona:ad alberi piantati lungo le rive della grazia, nel campo della Chiesa, destinati a dar frutto a tempo giusto; ai rami di una vite di cui Gesù è il ceppo, obbligati a mettere grappoli buoni; ad un gregge di cui pastore è Cristo, impegnati a moltiplicarsi e a dare latte; ad una buona terra lavorata da Dio, e sulla quale la semente si riproduce e fruttifica per il trenta, per il sessanta o per il cento per uno.
Gesù lanciò maledizione al fico infruttuoso, e condannò il servo inutile che non aveva valorizzato il proprio talento, per indicare che il Cristo vuoi raccogliere frutti dalle nostre meschine persone, cioè le buone opere, perché queste appartengono sicuramente soltanto a lui: “Creati in Cristo Gesù per le buone opere”.Queste parole dello Spirito Santo dimostrano che Gesù Cristo è l’unico principio e deve essere l’unico scopo delle nostre buone azioni, e che lo dobbiamo servire non solo come servi stipendiati, ma come “schiavi” d’amore.
S. Luigi da Montfort
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