Il Vangelo della Solennità – SS. Trinità
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Domenica 27 maggio 2018
SANTISSIMA TRINITA’ – B
+ Matteo 28, 16-20
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sulmonte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
COMMENTO
Grandi cose può fare lo Spirito Santo, Terza Persona del nostro Dio Trinità, che agisce con modestia e delicatezza per infondere i suoi doni su singoli e gruppi e per sostenere, guidare e animare. Senza la sua effusione nel giorno di Pentecoste a Gerusalemme, la Chiesa non avrebbe avuto lo sprone necessario per organizzare se stessa, per motivarsi, avere slancio e prodigarsi al meglio nella sua missione. Senza lo Spirito Santo gli apostoli non avrebbero potuto esercitare l’opera per la quale anche adesso ci troviamo a lavorare per il Regno di Dio, comunicando con tutti i mezzi l’Annuncio della Resurrezione e della salvezza e soprattutto senza l’incidenza dello Spirito la Chiesa non avrebbe potuto annoverare al seguito del Signore Gesù Cristo uomini di altre nazioni.
L’episodio di cui al brano degli Atti degli Apostoli è allusivo a questo particolare aspetto missionario della Chiesa, che si trova ad inglobare anche persone dal popolo pagano, solitamente avulso e distaccato dalla fede nell’unico Dio d’Israele. In conseguenza di una visione di Pietro a casa di Simone Conciatore nella città di Cesarea, nella quale Pietro in sintesi aveva capito che ?nulla è impuro di ciò che Dio ha purificato?, incontrando Cornelio l’apostolo stesso concepisce come la visuale di Dio è ben più ampia dei pregiudizi umani: Dio non distingue purità e impurità, circoncisione e non circoncisione, ebrei o pagani, ma tutti sono invitati alla salvezza e alla comunione con lui. Niente di strano quindi che lo Spirito Santo di Dio possa rendere discepoli anche popoli e singoli uomini dell’ambiente pagano e miscredente. Lo Spirito Santo, appunto perché Dio stesso che santifica, rinnova ed esalta, si configura come dono gratuito e spontaneo che non conosce confini, etnie, appartenenze e supera le barriere con le quali noi siamo soliti discriminare gli altri. Lo Spirito è agente di unità nella diversità fra tutti i popoli ed effonde i suoi doni nella libertà e nella spontaneità che gli sono proprie. Non possiamo porre limiti al dono dello Spirito Santo con le nostre preclusioni e con i nostri pregiudizi.
Soprattutto perché lo Spirito è Amore del Padre e del Figlio effuso nei confronti di tutti. Sempre la sua azione silente e determinata al contempo esalta l’amore di Dio e ce ne fa fare esperienza, soprattutto perché attualizza continuamente in noi e attorno a noi la presenza di Gesù Risorto. Lo Spirito Santo permette che prendano forma in noi le garanzie di Gesù: ?Non vi ho chiamati servi, ma amici, perché il servo non sa cosa fa il suo padrone. ? Gesù in effetti vuole instaurare con noi un rapporto di apertura e di confidenza che abbia come primo obiettivo l’interazione con il Padre; ebbene è proprio lo Spirito Santo a realizzare questo percorso, che ci innesta nella mutua relazione con Dio in Cristo e sedimenta costantemente l’amore con lui. L’amore con lui che non può restare asettico e isolato, ma deve sprigionarsi nei confronti degli altri.
Sempre lo Spirito Santo muove e anima la Chiesa affinché, nella sua opera di annuncio si renda latrice dell’Amore con cui Dio Padre e Dio Figlio si amano mutuamente nello Spirito Santo per effondere lo stresso Amore su di noi e nonostante le nostre resistenze nella Chiesa l’attività dello Spirito in tal senso è sempre perdurante e mai arrendevole e Dio attende con pazienza che in Cristo siamo tutti davvero suoi amici e non succubi servi passivi.
Mi sovviene a questo punto un racconto molto significativo. In un’sola felice convivevano serenamente, in pace, tutti i sentimenti, buoni e detestabili: Amore, Orgoglio, Gioia, Tristezza, ecc.
Un giorno fu annunciato che l’isola sarebbe sprofondata e immediatamente tutti i Sentimenti si organizzarono ciascuno con la sua barca per partire. Solo l’Amore restò privo d’imbarcazione e chiese ad altri il favore di essere trasportato all’altra riva. Passò la barca possente della Ricchezza e l’Amore le chiese un passaggio. La Ricchezza rifiutò categoricamente: No, no, qui c’è tanto oro, argento, diamanti… Non c’è posto per te. Passò la barca dell’Orgoglio, ma anche questi si negò di traghettare l’Amore: ?Qui è tutto perfetto, sopraffino, non posso prenderti con me.? L’Amore chiese senza successo anche alla Tristezza, ma anch’essa si negò: Sono talmente triste che voglio stare sola.Mentre l’Amore cominciava a disperare di trovare un passaggio, improvvisamente sentì una voce che lo chiamava alle spalle: ?Vieni Amore, ti traghetto io con la mia barca?. Si voltò e vide un vecchio che stava sospingendo la sua barca dalla rena sui flutti.
L’Amore ringraziò, salì immediatamente sulla barca dello sconosciuto e partirono. Arrivati all’altra riva, il vecchio lasciò l’Amore sulla terraferma e ripartì immediatamente, quasi scomparendo. L’Amore era rimasto molto contento di quell”’improvvisa cortesia, ma non era riuscito a capire chi fosse quel vecchio signore che lo aveva aiutato. Interrogò allora il Sapere: Mi puoi dire chi è quel vecchio che mi ha offerto gentilmente un passaggio? Quello è il Tempo. Rispose il Sapere. L’Amore incalzò: Come? Il Tempo!?? E il Sapere saggiamente rispose: Si, perché solo il Tempo può farci comprendere quando l’Amore sia importante nella nostra vita?
Meditando su questo racconto, individuo che il nostro Tempo è quello dello Spirito Santo, che nel corso della nostra vita ci fa comprendere l’Amore di Dio e la sua efficacia nella persona di Gesù Cristo. La Chiesa vive il questo tempo contrassegnato dallo Spirito, ma tutte le volte che fa prevalere presunzione, orgoglio, egoismo, cattiveria e altro che contrasta l’amore, in definitiva perde il proprio tempo.
Padre Gianfranco Scarpitta
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