Il Sacerdote è uomo di preghiera
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Il Sacerdote soprattutto è un uomo dedito alla preghiera. Questa è la parte essenziale e dirò centrale della sua vita. L’apostolato è la fioritura della preghiera; se manca la pianta viva, la fioritura è tutta artificiale, è formata da fiori di carta che non odorano e non fruttificano.
La Chiesa, infatti, ordinando un Sacerdote, gli dà come principale ufficio quello di offrire il sacrificio del Corpo e del Sangue di Gesù Cristo. Ora il Santo Sacrificio è la più solenne preghiera che il Sacerdote possa fare, e richiede uno spirito di preghiera antecedente e conseguente, nella meditazione e nella recita del Breviario. Il Sacerdote si prepara alla Messa pregando, ringrazia pregando, e celebra offrendo Gesù Cristo e pregando con Lui. Tutta la giornata del Sacerdote è quindi una preghiera, il cui centro vivo è la S. Messa. Egli sta fra il popolo e Dio per pregare, è rivestito del carattere di Gesù per pregare, ed amministra i sacramenti pregando; se non prega è un assurdo vivente ed è un non senso.
Tutto quello che fa un Sacerdote è sempre frutto di preghiera e tutto quello che non nasce dalla preghiera è effimero. Ecco un uomo di grande attività: in tutte le opere, in tutte le associazioni, in tutte le iniziative lo si trova presente. Non ha neppure il tempo di respirare. Lo assorbe la stampa, l’Azione Cattolica, il Catechismo ai fanciulli. È un prodigio di attività, dicono tutti; ma… se non prega tutta quell’attività è sterile, è come un’automobile che sbuffa, stride, si agita, ma non cammina. Perciò il Sacerdote deve persuadersi che la sua vita dev’essere principalmente attiva nella preghiera. Se vuole renderla feconda e ordinata, deve tutta orientarla alla preghiera, e fare in modo che tutte le sue azioni siano una preghiera.
don Dolindo Ruotolo
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