Il Purgatorio secondo le rivelazioni dei Santi – 123
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MANIFESTAZIONI DI UN’ANIMA PURGANTE
AVVENUTE IN MONTEFALCO
I parte
Riportiamo in appendice la narrazione delle manifestazioni di un’anima purgante, avvenute a Monte-falco, in archidiocesi di Spoleto, dal 2 sett. 1918 al 9 nov. 1919.
Secondo noi l’importanza di queste ‘manifestazioni, per i particolari che le accompagnarono, per il loro numero, per la irreprensibilità delle persone che ne furono testimoni, per gli insegnamenti e i moniti che offrono è tale da costringerci a credere che esse siano di primissima importanza, e per alcuni rispetti, come ebbe a scrivere Mons. Giov. Capobianco, tali che non se ne rinvengano altre simili nella storia delle manifestazioni d’oltre tomba e nelle rivelazioni fatte ai Santi.
Di quanto siamo andati dicendo via via nel corso del nostro lavoro, nulla viene smentito da queste recentissime manifestazioni, anzi molte cose rimangono confermate. Il fatto poi che esse siano avvenute al tempo nostro e che dal processo tenuto dal tribunale ecclesiastico, a ciò incaricato, risulti confermata la veridicità e la storicità della narrazione fatta dai testimoni, rappresenta per noi moderni, generalmente dubbiosi in materia, e abituati troppo poco a vivere nel clima del soprannaturale, un grande conforto, un monito e un invito a ricordarci deli’al di là e di coloro che già vi si trovano.
Le straordinarie manifestazioni — 28 in tutte — ebbero luogo nel Monastero di S. Leonardo in Mon-tefalco, ove vive una numerosa comunità di suore Clarisse, negli anni 1918 e 1919; ed ecco come avvennero.
Il 2 settembre 1918, sentito suonare il campanello della sacrestia, Suor Maria Teresa di Gesù, Abba-dessa del Monastero andò a rispondere, e una voce le disse :
— Devo lasciare qui questa elemosina. — La ruota girò, e sopra v’erano dieci lire. Avendo l’Abbadessa domandato se dovevano farsi tridui o altre preghiere oppure far celebrare delle Messe, fu risposto :
— Senza nessun obbligo.
•— Se è lecito, chi è lei ? —’ chiese l’Abbadessa.
— Non occorre saperlo. — La voce era gentile, ma mesta, lontana e frettolosa, come fosse nascosta.
La cosa si ripetè il 5 ott., il 31 ott., il 29 nov., il 9 dicembre, il i° gennaio 1919 e il 29 gennaio, nel medesimo modo e sempre fu lasciata la somma di lire io sulla ruota. Domandando l’Abbadessa se si dovevano fare preghiere, le fu risposto : La preghiera è sempre buona.
Il 14 marzo, in tempo dell’esame, circa le ore 20,
l campanello suonò due volte, ed essendo andata l’Abbadessa a rispondere, trovò io lire sulla ruota, ma alle sue domande nessuno rispose. La chiesa esterna era chiusa e le chiavi l’avevano le suore. Chiamata la fattora e fatto guardare in chiesa, non vi fu trovato nessuno. Da quella sera le suore incominciarono a pensare che colui che faceva l’elemosina non era persona di questo mondo.
L’i i aprile, nel modo come sopra, furono portate altre io lire e la voce, per la prima volta, chiese preghiere per un defunto.
Il 2 maggio si ebbe la decima manifestazione. Poco prima del silenzio, circa le ore 21,30, inteso suonare il campanello, le suore andarono a rispondere in quattro : l’Abbadessa, Suor Maria Francesca delle Cinque Piaghe, Suor Amante Maria di S. Antonio e Suor Angelica Roggeri. Furono trovate lire 20 sulla ruota (due carte messe a forma di croce). La chiesa esterna era chiusa.
Il 25 maggio, il 4 giugno e il 21 giugno furono trovate sulla ruota io lire ogni volta, senza sapere donde venissero.
Il 7 luglio, circa le ore 14, in tempo di ritiro, suonò due volte il campanello, ma l’Abbadessa, credendo che fossero bambini in chiesa, non volle rispondere. Essendosi appoggiata per riposare, una voce fuori della camera le disse :
— Hanno suonato il campanello della sacrestia. Andata subito a rispondere, udì la solita voce dire :
— Lascio qui lire io per preghiere. Ella domandò :
— Da parte di Dio, chi è? — Le fu risposto:
— Non è permesso — e non sentì altro. Domandò poi alle suore chi l’avesse chiamata, ma nessuna di loro era stata.
Il 18 luglio, dopo il silenzio della sera, circa le ore 21,30, scesa la Badessa a chiudere la porta del forno rimasta aperta, mentre risaliva udì il suono del carnpanello; andata alla ruota, al saluto « Lodato Gesù e Maria » sentì rispondersi «Amen» e poi soggiungere :
— Lascio questa elemosina per le solite preghiere. La Badessa si fece animo e domandò :
— In nome di Dio e della SS. Trinità, chi è? — E la stessa voce rispose :
— Non è permesso. —: E non udì altro. La chiesa esterna era chiusa.
Il 27 luglio, andata l’Abbadessa alla ruota prima della Messa, trovò io lire senza sapere chi ce le avesse messe.
Il 12 agosto, circa le ore 20, suonato il solito campanello, andarono a vedere l’Abbadessa, Suor Maria Nazarena dell’Addolorata e Suor Chiara Benedetta Giuseppa del S. Cuore; trovarono sulla ruota io lire. Avendo scongiurato in nome di Dio, nessuna risposta. La chiesa era chiusa. Essendo stata chiamata la servigiana per guardare se c’era nessuno in chiesa, vi andarono il Rev. D. Alessandro Clinati, priore di S. Bartolomeo e confessore delle suore, D. Agazio Tabarrini, parroco di Casale e cappellano del Monastero, e P. Angelo, Guardiano dei Cappuccini, ma in chiesa non trovarono nessuno.
Padre Pietro Louvet
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