Il panorama politico, le beghe tra pro family… alcune considerazioni condivise da L&P
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Riceviamo e pubblichiamo. Lasciamo ai lettori libertà di valutazione
Mentre il panorama ecclesiastico rimane desolante, qualcosa si muove sul piano politico. Per almeno quattro motivi:
- Massimo Gandolfinie il Comitato Difendiamo i nostri figli hanno deciso di partire con una forte campagna per il no ai referendum di ottobre: questo è positivo non solo perché è ora di mandare a casa il duo Renzi-Boschi, che ha già dimostrato di non aver nessun riguardo verso l’Italia, il parlamento, e lo stesso Pd, trasformato in un partito personale ben più di quanto lo fu Forza Italia, ma anche perché quella renziana non è affatto una riforma della nostra Costituzione, ma una vera rivoluzione, autoritaria, come chi la propone;
- la nascita di un nuovo partito, ilPopolo della famiglia (PDF);
- il formarsi di una coalizione di centro destra,a Milano, in appoggio a Parisi, in cui sono forti le componenti cattoliche e favorevoli alla famiglia (la candidatura di Luigi Amicone è solo uno dei tanti segnali positivi che vengono dal capoluogo lombardo);
- le candidature di Marchini e Meloni a
Non serve tornare sul primo punto, per ora.
- Quanto al secondo, ogni valutazione sull’opportunità o meno di fondare un nuovo partito è legittima. Ma non si può non salutare con rispetto il coraggio di tanti che ci mettono la faccia, e che comunque stanno riportando alla politica, qua e là, persone che avevano smesso di votare.
Il PDF forse non sarà decisivo nelle grandi città (vedremo), ma può certo dire una parola anche lì, e soprattutto può farlo in tante realtà più piccole, ma importanti; e può dare un segnale. Soprattutto mobilita e dà forza, entusiasmo, motivazioni a tanti, soprattutto in aree del paese in cui il centro destra non esiste, o, se esiste, è del tutto analogo alla sinistra (vedi centro destra toscano, per anni in mano a Verdini, e, sui valori, uguale alla sinistra). Può inoltre essere di stimolo, qua e là, quand’anche rimanesse piccolo, come lo è stato per decenni il partito radicale italiano. Riteniamo che le recenti polemiche tra il direttore della Bussola e il presidente del PDF siano inutili, noiose e dannose.
Inutile, gratuito, e nella sostanza falso, l’attacco ad Adinolfi, accusato, nel momento meno opportuno possibile, con un titolo killer, di essere a favore delle unioni civili: sia perché la posizione di Adinolfi è venuta via via cambiando con il tempo (che venga dal PD non è un mistero per nessuno), e lui ha dichiarato in mille occasioni di aver cambiato idea e di aver compreso, non subito, ma con il tempo, che le unioni civili sono prodromiche al matrimonio gay; sia perché Adinolfi è stato tra i più decisi oppositori del ddl Cirinnà; sia infine perché nel PDF ci sono tante personalità, a partire da Gianfranco Amato, che non sono affatto secondarie e nei cui confronti occorre rispetto.
Stonati e brutti i frequenti attacchi della Bussola ad Adinolfi, dunque; ma stonate, superbe anche le risposte di Adinolfi stesso a personaggi come Cascioli e Morresi, che non sono certo “prezzolati” e che sono senza ombra di dubbio tra i più attivi, intelligenti e generosi costruttori del mondo pro life, in cui lavorano con impegno e dedizione da decenni.
Ha ragione Morresi, la cui attività in vari ambiti ha portato a numerosi risultati che non sono noti al grande pubblico, a ricordare che il Family day del 2015 e del 2016 ha una preistoria molto lunga, e che sono decine e decine le persone che hanno girato il paese su questi temi per molti anni, in battaglie di fuoco come furono quella del 2005 sulla legge 40, e quella del 2007 sui Dico. Battaglie di fuoco in cui ci fu chi si prese processi, botte, fu osteggiato sul lavoro, perse amicizie e occasioni varie, anche allora…
Il nostro modesto consiglio, a tutti, è di piantarla con le polemiche inutili. Chi fa scelte opinabili ha spesso buoni motivi per farle: accusare gli altri di essere meno puri, meno nobili, meno bravi, meno incisivi…. non serve certamente al bene comune.
- Venendo al punto 3, strappare Milano a Pisapiaè oggi fondamentale per poter riprendere a parlare di alternanza, e per poter immaginare un centro destra che torni ad avere al suo interno una componente cattolica. La battaglia sul ddl Cirinnà non è stata solo una sconfitta, perché una pattuglia di deputati e senatori del centro destra che fu, da Giovanardi a Quagliariello, Roccella, Pagano, Malan, Quagliariello, Gasparri… cui dobbiamo, concretamente, in parlamento, lo stop alla Scalfarotto (con appoggio esterno delle Sentinelle, guidate con grande umiltà da persone che hanno fatto davvero molto), ha ridato vita ad un centro destra defunto, ucciso dall’anima radicale, nichilista rappresentata da Pascale, Carfagna, Prestigiacomo… , il cui pensiero è del tutto analogo a quello di Cirinnà a Luxuria. Poco tempo fa il centro destra non aveva più alcuna identità, sui valori: oggi la sta riacquistando. In questo senso il ragionamento di chi lavora ad un rafforzamento dei principi non negoziabili all’interno di Lega, FDI, Forza Italia… non può essere banalizzato, buttato a mare con battute da pochi soldi, o con l’accusa di tradimento. Tanto più che costoro hanno messo in piedi, con grande coraggio, un referendum abrogativo della Cirinnà, dimostrando che sono disposti a lottare sino all’ultimo.
A Milano una vittoria di Parisi sarebbe un segnale forte per Renzi, ma anche per quella parte di Forza Italia, rappresentata come si è detto da Francesca Pascale, Mara Carfagna… che ha fatto di quel partito una succursale dell’Arcigay e del partito radicale. Se Parisi vincesse a Milano, la componente del vecchio centro destra di cui si è detto (Roccella, Giovanardi, Quagliariello…) tornerebbe ad avere molta voce in capitolo. Personaggi come Maurizio Sacconi, riprenderebbero peso, mentre i soggetti ondivaghi e inconsistenti come Lupi, cambierebbero ancora una volta carro (ma questo è nel loro dna). Anche la parte di Cl che non vuole morire galantiniana ne uscirebbe rafforzata, dando coraggio ad altri del movimento.
- Quanto a Roma,anche qui, nonostante tutto, ci sono buoni segnali: il radical renziano Giachetti, non sembra destinato alla vittoria; un’ eventuale successo della Raggi, sarebbe un pessimo segnale, ma certo la Raggi, che quanto a idee su vita e famiglia è sovrapponibile a Pannella, farebbe ancora prima degli altri sindaci M5S a svelare l’incapacità sua e dei membri del suo partito. Dovunque M5S abbia preso una città, ha saputo dimostrare di essere ancora peggio dei vecchi partiti. Certo, lo scontro interno al centro destra è negativo, ma le dichiarazioni pubbliche di Marchini stanno a significare, qualsiasi sia il suo pensiero più profondo, che chi gli sta vicino lo ha spinto a prendere una posizione. Quasi certamente Roma finirà al ballottaggio: e allora auguriamoci che Marchini o Meloni sfidino Raggi o Giacchetti; e che poi i voti dei due candidati del centro destra si riunifichino al ballottaggio, corroborati dal voto del Popolo per la famiglia, magari ben rappresentato in consiglio comunale. Sarebbe una vittoria importante e significativa, perché in politica, i simboli, hanno il loro valore.
Da Roma e Milano potrebbe davvero rinascere un centro destra dei valori, mentre gli eletti del PDF potrebbero dare il loro sostegno, le loro idee, il loro contributo a politiche in difesa di vita e famiglia. E ottenere qua e là anche dei sindaci.
Tutti insieme, ognuno giochi la sua partita, senza inutili polemiche… Per quanto si può pridenza, umiltà, e in necessariis unitas, in dubiis libertas, in omnibus caritas
Libertà e Persona
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