Il grido insano: «Crocifiggilo!»
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È necessario trattenersi un po’ a considerare l’insano grido del popolo contro Gesù, poiché esso è troppo infame, e dolorosamente è stato troppo ripetuto dai popoli della terra. Che cosa si agitava, psicologicamente, nell’animo dei Giudei quando gridavano così, e che cosa credevano di conseguire? Essi sapevano bene quale sarebbe stata la conseguenza di quel grido e, lungi dall’aver pietà per Colui che li aveva sempre beneficati, insistevano furiosamente perché fosse stato condannato alla più obbrobriosa delle morti.
Era incoscienza colpevole o era aberrazione?
In realtà, il popolo non sapeva esso stesso che cosa volesse e perché gridava; era sobillato, ed era corrotto dal denaro; gridava, quindi, come voce di quelli che lo avevano frettolosamente assoldato, e gridava per un guadagno materiale.
Gli era stato fatto temere che senza la morte di Gesù sarebbe stato definitivamente distrutto dai Romani, ma questo motivo politico era servito solo per le persone più rappresentative del popolo; gli altri, cioè la massa, gridavano perché così era stato suggerito loro di gridare. Erano quindi molto più rei e, gridando, chiamavano sul loro capo la maledizione.
Odiavano Colui che avrebbero dovuto amare, e ne reclamavano la morte come sedizioso, quando essi, proprio essi lo avevano seguito con entusiasmo, domandandogli persino che fosse stato il loro re. Gridavano per gridare, e rinnegavano tutto quello che avevano visto di mirabile con i loro occhi, seguendo più la menzogna dei loro capi che la verità. Pilato invano domandava loro: Che male ha fatto? Essi gridavano da insensati scelleratissimi: Crocifiggilo! senza motivo, unicamente per malvagità, unicamente perché erano stati pagati, e mettevano il loro interesse materiale al di sopra di tutto.
L’impeto del popolo non fu una sedizione, un ribollimento di passioni improvvise che dilagano senza misura; fu una scenata tanto più empia perché pagata, fu un enorme peccato ad occhi aperti che impresse su tutta la gente ebrea un marchio di infamia, del quale ancora si vedono le conseguenze.
don Dolindo Ruotolo
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