Il destino della gioia
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Ho cercato sino al centro del tempo vissuto,
passando dalla periferia dei desideri,
volevo dare un volto alla gioia,
effimero potere, celato all’inverosimile.
Ho trovato chi ha creduto di possederla,
ma erano solo promesse d’amore,
quelle che l’età sbiadisce.
L’ho chiesto a chi vive nella ricchezza,
a chi nulla manca, sembrerebbe…
che delusione, non s’accontentano mai.
E ai principi del foro…
quelli con le targhe lucidate oro,
fanno credere di aver raggiunto
l’apice del successo,
una scala di valori, con i gradini
che invitano a salire
senza assicurare un’eventuale caduta.
La gioia… sarà destinata al regno vegetale?
A chi non ha voce e non può farsi capire!
Ho visto un bimbo giocare
e addormentarsi fra i suoi giocattoli col sorriso.
Beata innocenza, senza meno, la gioia ti abita,
ed è quella vera, vissuta nell’infanzia
con amorosa cura di chi da vita e la protegge.
Il destino rimane muto, da che mondo è mondo,
nulla può rivelare: sa che può inciampare
in disavventure e di non potere
fare e mantenere le promesse.
Mery Turcato
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