Educarsi per educare
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Avevo sempre pensato, e ne ero più che convinta, che se taci quando ti fanno un’osservazione ingiusta sei una perdente o che se in un ragionamento tu non sei d’accordo e non hai il coraggio di importi, sei una che non è capace o non ha il coraggio di difendersi. Tante volte mi è accaduto che pur avendo avuto la meglio in alcune situazioni, pur sentendo dentro quell’orgoglio misto a fierezza perché ero riuscita a farmi rispettare e a impormi In altre occasioni… dentro di me non riuscivo però ad essere in pace.
Capivo che avevo sbriciolato qualcosa del rapporto che avevo, prima della discussione, con quella persona. Lo notavo specialmente con mio marito perché era la persona a cui tenevo di più. Una sera nostra figlia, venuta in verifica per qualche giorno, ci ha detto: «Ma fate sempre così voi due?». Quella frase mi ha “seduta”. Ho cominciato a rifletterci su.
Una mia cara amica, mamma come me nel cammino della Comunità, tempo prima mi aveva riferito questo discorso di Madre Elvira sul “tacere, ingoiare e soffrire”, ma ancora non avevo capito quanto stavo sbagliando. Ho cercato la risposta guardando a Gesù.
Davanti ai suoi accusatori Lui ha taciuto e non perché fosse un “perdente”, ma sicuramente perché stava pregando il Padre per loro. E Maria? “Taceva e serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore”, e questo suo tacere sarà stato certamente preghiera, non timorosa passività.
Ho provato a farlo anch’io: non è stato facile ribaltare il mio modo di pensare, è un lungo cammino che dura tuttora, ma la pace è tornata dentro di me, è tornata in famiglia, la preghiera è la medicina che ~ sana le nostre ferite. Ringrazio per questa “Scuola di Vita”, perché è “Scuola di Preghiera!”.
Mamma Rita
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