Chi vede me vede il Padre
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La domanda posta da Gesù a Filippo, “da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?”, Egli la pone nel silenzio della coscienza a tutti gli Apostoli. Loro come ogni cristiano fanno esperienze spirituali, c’è chi le coltiva mentre altri le trascurano.
Tutti più o meno avvertono periodicamente un impulso interiore che avvisa dell’esistenza di Dio, illumina sulla realtà e spinge dolcemente a lasciare la catena del peccato. Ci si trova dinanzi a un bivio e la decisione è sempre del cristiano.
I cristiani attenti si rendono conto dell’invito di Dio alla conversione, forse non subito ma dopo tempo riescono a dare una svolta santa alla loro vita e si considerano rinati. Lo disse Gesù a Nicodemo che bisogna rinascere dall’alto, è indispensabile la buona disposizione mentale per fare la migliore scelta della vita.
Ogni cristiano obbedisce a Gesù secondo la spiritualità che possiede, chi ne ha molta vuole vivere nella Volontà di Dio anche per le Grazie ricevute che testimoniano la vicinanza di Gesù. Chi ha poca spiritualità non obbedisce alla Volontà di Dio e pur conoscendola, sorvola e fa finta di dimenticare.
“Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto?”, stavolta Gesù si rivolge a ciascuno di noi.
Questo spiega che si può frequentare la Messa moltissime volte senza accogliere il messaggio centrale del Vangelo, come anche si può pregare ogni giorno senza decidersi di lasciare vivere la Volontà di Dio nella propria esistenza.
Ognuno è davanti a Gesù quello che vuole essere, e Gesù sa di chi può fidarsi veramente, conosce quelli che compiono le buone opere.
Se nella giornata si trascura la preghiera intesa come dialogo con Gesù, la Madonna e gli Angeli, non sarà possibile ricevere le Grazie richieste oppure si rimane sempre sottoposti agli attacchi satanici che colpiscono il matrimonio, i figli, i genitori, il lavoro, la salute fisica.
Ricordate che senza una adeguata protezione spirituale i diavoli possono arrecare danni di ogni specie a voi e ai vostri familiari, per questo insisto nel dirvi di recitare più Corone del Santo Rosario ogni giorno. Ognuno di voi decide come vuole vivere adesso e nel futuro.
Questa è la libertà che Dio dona insieme alla vita.
Un Dio Amore che prende la natura umana per svelare all’umanità la via del Paradiso, il senso della vera vita, il modo per scoprire la verità.
“Chi ha visto Me, ha visto il Padre”. Gesù e venuto a descriverci la tenerezza del Padre e a Lui inneggia di continuo lodi e ringraziamenti.
La domanda di Filippo, “mostraci il Padre”, non ha che una sola risposta: il Volto amabile del Figlio. Ma Filippo in parte và compreso per la confusione presente in lui, non ha alcun dubbio sulla santità di Gesù, solo cerca la certezza che è Figlio di Dio.
Quanto ha visto compiere al Signore è sufficiente per adorarlo come inviato da Dio, e si adora appunto solo un Dio. È anche il Figlio?
Filippo come ebreo è stato formato ad una fede diversa che non contemplava la presenza del Figlio, semmai del Messia e bisognava comprenderla in modo profondo. Le parole di Gesù sono forti e se gli altri tacciono perché arresi alla predicazione di Gesù, c’è invece Giuda pronto a tradirlo e Tommaso che si sforza di credere per non dubitare.
C’è da rilevare che queste parole Gesù le pronuncia nell’Ultima Cena, in un contesto particolare, aveva già annunciato tre volte la sua morte e la risurrezione dopo tre giorni. Nel cenacolo Gesù spiega di essere una cosa sola con il Padre e questa parola richiede da tutti un impegnativo atto di Fede.
“Credete a Me: Io sono nel Padre e il Padre è in Me. Se non altro, credetelo per le opere stesse”.
Ecco, soffermiamoci nella meditazione a considerare i miracoli assolutamente straordinari di Gesù e che rimangono impossibili per chiunque altro. Consideriamo le sue parole perfette e prive di una benché minima contraddizione. Esaminiamo quello che ha detto sui discepoli che compiranno grandi opere nel suo Nome.
“Chi crede in Me, anch’egli compirà le opere che Io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché Io vado al Padre”.
Come può un discepolo fare più di Gesù? Il Signore non aveva bisogno della Fede per compiere miracoli in quanto Dio, un discepolo deve prima credere fermamente in Lui ed agire con una Fede elevata, per suscitare dal Cuore di Gesù tutte quelle Grazie che vengono richieste e che Lui vuole sempre donare.
“E qualunque cosa chiederete nel mio Nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio”.
Si tratta ovviamente di qualcosa di buono per l’anima, la vita spirituale e fisica del cristiano che chiede una Grazia. Si chiede ciò che è buono per la vita, anche un lavoro, una famiglia santa, figli diligenti e rispettosi, la pace nei cuori di tutti, l’amore e la verità tra i familiari, la pazienza e la sopportazione con i cattivi, la protezione nei pericoli, la pratica delle virtù, una esistenza dignitosa, l’aumento della Fede.
Gesù ripete una seconda volta: “Se mi chiederete qualche cosa nel mio Nome, Io la farò”.
Padre Giulio Scozzaro
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