Le profezie di S. Giovanni Bosco
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Il santo Vescovo Cardinale Carlo Salotti, nella sua qualità di Prefetto per la Congregazione dei Santi, ebbe modo di approfondire la vita di San Giovanni Bosco. Egli potè quindi provvedere ad un ampia stesura degli episodi che riguardarono la vita di questo Santo che Dio volle arricchire di grandi carismi, quali visioni e profezie. Queste furono talmente tante che si renderebbe necessarie innumerevoli pagine per presentarle tutte. Ne faremo perciò una selezione, pubblicando quelle che, a nostro avviso, appaiono di maggior rilievo.
Il 5 gennaio 1870 Don Bosco ebbe un sogno profetico circa gli avvenimenti futuri della Chiesa e del mondo. Scrisse egli stesso ciò che vide e udì, e il 12 febbraio lo comunicò al Papa Pio IX.
È una profezia che, come tutti i vaticini, ha i suoi punti oscuri. Don Bosco fece notare come fosse difficile comunicare ad altri con segni esterni e sensibili ciò che aveva veduto. Secondo lui quanto aveva narrato non era che « la Parola di Dio accomodata alla parola dell’uomo». Ma i molti punti chiari mostrano come realmente Iddio abbia svelato al suo Servo segreti ignoti a tutti, perché venissero palesati a bene della Chiesa e a conforto dei cristiani.
L’esposizione comincia con una affermazione esplicita: «Mi trovai alla considerazione di cose soprannaturali », difficili da comunicare. Segue la profezia, distinta in tre parti:
1 su Parigi: sarà punita perché non riconosce il suo Creatore;
2 sulla Chiesa: afflitta da discordia e da divisioni interne. La definizione del dogma della infallibilità pontificia vincerà il nemico;
3 sull’Italia e su Roma in particolare, che superbamente disprezza la legge del Signore. Per tale causa sarà vittima di grandi flagelli.
Finalmente «l’Augusta Regina», nelle cui mani è la potenza di Dio, farà splendere di nuovo l’iride della pace. L’annuncio incomincia col tono degli antichi profeti:
«Dio solo può tutto, conosce tutto, vede tutto. Dio non ha né passato né futuro, ma a lui ogni cosa è presente come in un punto solo. Davanti a Dio non vi è cosa nascosta, né presso di lui vi è distanza di luogo o di persona. Egli solo nella sua infinita misericordia e per la sua gloria può manifestare le cose future agli uomini.
La vigilia della Epifania dell’anno corrente 1870 scomparvero gli oggetti materiali della camera e mi trovai alla considerazione di cose soprannaturali. Fu cosa di brevi istanti, ma si vide molto.
Sebbene di forma, di apparenze sensibili, tuttavia non si possono se non con grande difficoltà comunicare agli altri con segni esterni e sensibili. Se ne ha un’idea da quanto segue. Ivi è la parola di Dio accomodata alla parola dell’uomo.
Dal Sud viene la guerra, dal Nord viene la Pace.
Le leggi di Francia non riconoscono più il Creatore, e il Creatore si farà conoscere e la visiterà tre volte con la verga del suo furore. Nella prima abbatterà la sua superbia con le sconfitte, con il saccheggio e con la strage dei raccolti, degli animali e degli uomini. Nella seconda la grande prostituta di Babilonia, quella che i buoni sospirando chiamano il Postribolo d’Europa, sarà privata del capo in preda al disordine.
— Parigi! Parigi! Invece di armarti del nome del Signore, ti circondi di case di immoralità. Esse saranno da te stessa distrutte, l’idolo tuo, il Panteon, sarà incenerito, affinché si avveri che mentita est iniquitas sibi (l’iniquità ha mentito a se stessa). I tuoi nemici ti metteranno nelle angustie, nella fame, nello spavento e nell’abominio delle nazioni. Ma guai a te se non riconosci la mano di chi ti percuote! Voglio punire l’immoralità, l’abbandono, il di sprezzo della mia legge — dice il Signore.
Nella terza cadrai in mano straniera, i tuoi nemici di lontano vedranno i tuoi palagi in fiamme, le tue abitazioni divenute un mucchio di rovine bagnate dal sangue dei tuoi prodi che non sono più.
Ma ecco un gran guerriero dal Nord porta uno stendardo. Sulla destra che lo regge sta scritto: Irresistibile mano del Signore. In quell’istante il Venerando Vecchio del Lazio gli andò incontro sventolando una fiaccola ardentissima. Allora lo stendardo si dilatò e di nero che era divenne bianco come la neve. Nel mezzo dello stendardo in caratteri d’oro stava scritto il nome di Chi tutto può. Il guerriero con i suoi fece un profondo inchino al Vecchio e si strinsero la mano.
Ora la voce del Cielo è al Pastore dei pastori. Tu sei nella grande conferenza con i tuoi assessori [ Vaticano I], ma il nemico del bene non i un istante in quiete, egli studia e pratica tutte le arti contro di te. Seminerà discordia tra i tuoi assessori, susciterà nemici tra i figli miei. Le potenze del secolo vomiteranno fuoco e vorrebbero che le mie parole fossero soffocate nella gola ai custodi della mia legge. Ciò non sarà. Faranno male, male a se stessi.
Tu accelera: se non si sciolgono le difficoltà, siano troncate. Se sarai nelle angustie non arrestarti, ma continua finché non sia troncato il capo dell’idra dell’errore [ la definizione dell’Infallibilità Pontificia]. Questo colpo farà tremare la terra e l’inferno, ma il mondo sarà assicurato e tutti i buoni esulteranno. Raccogli dunque intorno a te anche solo due assessori, ma ovunque tu vada, continua e termina l’opera che ti fu affidata [ Concilio Vaticano I].
I giorni corrono veloci, gli anni tuoi si avanzano al numero stabilito; ma la gran Regina sarà sempre il tuo aiuto, e come nei tempi passati, così per l’avvenire, sarà sempre magnum etsingulare in Ecclesiapraesidium (grande e singolare difesa nella Chiesa).
Ma tu, Italia, terra di benedizioni, chi ti ha immersa nella desolazione?… Non dire i nemici, ma gli amici tuoi. Non odi che i tuoi figli domandano il pane della fede e non trovano chi loro lo spezzi? Che farò? Batterò i pastori, disperderò il gregge, affinché i se denti sulla cattedra di Mosè cerchino buoni pascoli e il gregge docilmente ascolti e si nutrisca.
Ma sopra il gregge e sopra i pastori peserà la mia mano; la carestia, la pestilenza, la guerra faranno sì che le madri dovranno piangere il sangue dei figli e dei mariti morti in terra nemica.
E dite, o Roma, che sarà? Roma ingrata, Roma effeminata, Roma superba! Tu sei giunta a tale che non cerchi altro, né altro ammiri nel tuo Sovrano, se non il lusso, dimenticando che la tua e sua gloria sta nel Golgota. Ora egli è vecchio, cadente, inerme, spogliato; tuttavia con la schiava parola fa tremare tutto il mondo.
Roma!… Io verrò quattro volte a te!
— Nella prima percuoterò le tue terre e gli abitanti di esse.
— Nella seconda porterò la strage e lo sterminio fino alle tue mura. Non apri ancora l’occhio?
— Verrò la terza, abbatterà le difese e i difensori e al comando del Padre sottentrerà il regno del terrore, dello spavento e della desolazione.
— Ma i miei savi fuggono, la mia legge è tuttora calpestata, perciò farò la quarta visita. Guai a te se la mia legge sarà ancora un nome vano per te! Succederanno prevaricazioni nei dotti e negli ignoranti. Il tuo sangue e il sangue dei figli tuoi laveranno le macchie che tu fai alla legge del tuo Dio.
La guerra, la peste, la fame sono i flagelli con cui sarà percossa la superbia e la malizia degli uomini. Dove sono, o ricchi, le vostre magnificenze, le vostre ville, i vostri palagi? Sono divenuti la spazzatura delle piazze e delle strade!
Ma voi, o sacerdoti, perché non correte a piangere tra il vestibolo e l’altare, invocando la sospensione dei flagelli?
Perché non prendete lo scudo della fede e non andate sopra i tetti, nelle case, nelle vie, nelle piazze, in ogni luogo anche inaccessibile, a portare il seme della mia parola? Ignorate che questa è la terribile spada a due tagli che abbatte i miei nemici e che rompe l’ira di Dio e degli uomini? Queste cose dovranno inesorabilmente venire l’una dopo l’altra.
Le cose si succedono troppo lentamente. Ma l’Augusta Regina del cielo è presente.La potenza del Signore è nelle sue mani; disperde come nebbia i suoi nemici. Riveste il Venerando Vecchio di tutti i suoi antichi abiti. Succederà ancora un violento uragano.
L’iniquità è consumata, il peccato avrà fine, e, prima che trascorrano due pleniluni del mese dei fiori, l’iride di pace comparirà sulla terra. Il gran Ministro vedrà la Sposa del suo Re vestita a festa. In tutto il mondo apparirà un sole così luminoso quale non fu mai dalle fiamme del Cenacolo fino ad oggi, né più si vedrà fino all’ultimo dei giorni».
In un articolo, dal titolo; “Siamo allora all’Apocalisse?” pubblicato da Chiesa Viva. Nel del marzo 1995, si leggono delle riflessioni molto interessanti che ci è sembrato opportuno presentare.
Siamo allora all’Apocalisse? Si direbbe di sí.
I fatti, gli avvenimenti, i segni dei nostri tempi sono tali che, senza forse, non trovano riscontro alcuno nella storia dell’umanità! Non c’è mai stato un tempo, come adesso, in cui gli uomini abbiano vissuto in cosí aperto dispregio delle leggi divine! Vediamone insieme alcuni esempi.
Aborto legalizzato: che provoca la morte di oltre 50 milioni di nascituri, ogni anno. Povere piccole vittime! Che non sono in grado nemmeno di difendersi! Di cui molte vengono gettate perfino nella spazzatura, mentre moltissime sono usate per fabbricare cosmetici! Quali abominevoli delitti!
Genetica: che, in nome del cosiddetto progresso scientifico, si dà alle piú mostruose e criminose manipolazioni dell’uomo e degli animali.
Sétte: che, da circa 2.000 che erano all’inizio del secolo, sono diventate, fino ad oggi, quasi 25.000! Tutte piú o meno accanite avversarie di Dio e della sua Chiesa!
Stupri e violenze tra fanciulli: per la prima volta al mondo! Bambini che torturano e uccidono altri bambini; fanciulli che stuprano fanciulle; ragazzi e ragazze che si suicidano in numero sempre maggiore; adolescenti che formano bande criminali.
Prostituzione minorile: milioni di bambini e bambine che, in tutto il mondo, vengono rapiti e sono venduti, per essere poi avviati alla prostituzione, con bastonature, alcool, droga, psicofarmaci!
Compravendita dei corpi umani: bambini, ragazzi e adulti che vengono rapiti o venduti, per alimentare il commercio degli organi da trapiantare!
Televisione : che viene usata per brutalizzare le personalità di piccoli e grandi, con la diffusione della pornografia, l’esaltazione della violenza, l’istigazione alla immoralità, la propaganda della dissolutezza, il proselitismo di fattucchiere e di satanisti!
Diffusione delle armi distruttive: testate nucleari, armi chimiche, esplosivi camuffati, sofisticati congegni di morte, che causano centinaia di conflitti, milioni di vittime innocenti, interminabili processi di odio, vendetta e rivalsa!
Distruzione della famiglia : con la propaganda dissolutrice fra i singoli, le legislazioni degli stati, le deliberazioni degli organismi internazionali come l’ONU. Imposizione dissimulata del divorzio, esaltazione della promiscuità e della convivenza, riconoscimento dei comportamenti innaturali, “matrimoni” fra omosessuali, adozioni indiscriminate!
Criminalità organizzata: divenuta una delle tante attività socio-economiche di singoli e gruppi che, seppur in certo modo combattuti, trovano sempre maggiore spazio e piú ampia connivenza fra le maglie di una legiferazione equivoca e di una morale tanto elastica quanto “libera”!
Culti satanici: che ormai si praticano alla luce del giorno. Spesso pubblicizzati e “legalmente” riconosciuti; che finiscono poi col condurre all’uso dei sacrifici animali e dei sacrifici umani!
Smodata ricchezza e abissale povertà: che vanno diffondendosi sempre piú in tutti i paesi “avanzati”, e che hanno come paradigma eclatante la smisurata prodigalità consumistica dei paesi “sviluppati” e la incontrollata mancanza di nutrimento dei paesi “sottosviluppati”.
Ecco allora che la “visione” che Don Bosco ebbe nel 1870, non può che colpirci per la sua aderenza ai “fatti” che sono sotto gli occhi di tutti. E ben si comprende come il santo ne ebbe un cosí grande spavento che esclamò: «Non vorrei esserci! ». Mentre noi, mostro malgrado, ci siamo!
A questa terribile “profezia” di San Giovanni Bosco, sarà bene accostare anche quella della Madonna di Fatima, che, ancor piú drasticamente, dice fra l’altro: «…intere nazioni spariranno dalla faccia della terra!… »
Forse siamo già alla vigilia di questo scatenamento di un cataclisma bellico e naturale senza paragoni!… Meditiamo!… Ma offriamo a Gesú Salvatore, per le mani della Sua SS. Madre, anche la nostra fedeltà, la nostra preghiera, i nostri sacrifici, consacrando ai Sacri Cuori di Gesú e di Maria tutti noi stessi!
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