Andate ed annunciate a tutti la Buona Novella
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“Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il Regno dei Cieli è vicino”.
La prima parte del lungo discorso di Gesù riguarda l’evangelizzazione della terra d’Israele. Per primi, i figli di Abramo, hanno diritto a questo dono. Il fulcro di tutta l’opera apostolica è il farsi ascoltare.
A questo fine Gesù rende capaci i discepoli di compiere miracoli tali da incatenare a loro l’attenzione di tutti: “Risuscitate i morti…”.
Tutto questo senza cercare alcun compenso materiale eccetto il cibo indispensabile a vivere e un po’ di ospitalità da parte di qualche persona degna. Anzi, a rendere più perfetta la loro fiducia nell’aiuto della Provvidenza, essi avrebbero dovuto muoversi in condizione di assoluta povertà.
Questa condizione il Signore la pretende da tutti i suoi Consacrati e di ogni tempo, per l’impossibilità di unire due cose opposte: l’amore autentico verso Dio e la bramosia del denaro. Quando si cerca il denaro per interessi personali, lì non c’è più Gesù. È sempre un discorso che riguarda i Consacrati e non i laici. Voi dovete possedere quanto è utile per vivere dignitosamente.
È diverso per i Consacrati.
Essi devono fidarsi di Dio, anche perché la vera spiritualità distacca il cuore dai beni materiali, quindi anche dal denaro.
Si potrà utilizzare il denaro e lo hanno fatto i Santi, ma solo per compiere opere di carità, come San Giovanni Bosco e San Massimiliano Kolbe che diffondevano la buona stampa, San Luigi Orione che costruì tante strutture per le opere di carità, San Pio da Pietrelcina che fondò uno straordinario ospedale e tanti altri ancora.
Se San Giovanni Bosco fu l’esempio per l’educazione dei ragazzi, San Luigi Orione fu l’esempio per le opere di carità; girò varie volte l’Italia per raccogliere vocazioni e aiuti materiali per la sue molteplici Opere.
Per curare tante attività, fondò la Congregazione dei Figli della Divina Provvidenza e le Piccole Missionarie della Carità; dal lato spirituale e contemplativo, fondò gli Eremiti della Divina Provvidenza e le Suore Sacramentine, a queste due Istituzioni ammise anche i non vedenti.
Ancora lo spirito missionario lo spinse a mandare i suoi figli e suore nell’America Latina e in Palestina sin dal 1914; ben due volte per sostenere le sue opere, si recò egli stesso nel 1921 e nel 1934 a Buenos Aires, dove restò per tre anni organizzando scuole, colonie agricole, parrocchie, orfanotrofi, case di carità dette “Piccolo Cottolengo”.
Per realizzare grandi opere per l’apostolato, per accogliere i poveri e gli ammalati, per dare ai giovani luoghi di ritrovo e una formazione spirituale profonda, i Santi hanno utilizzato consistenti somme di denaro, mai però per un uso personale. Si distingue facilmente la ricerca del denaro per fini disonesti.
Quando un Consacrato vuole possedere denaro arriva addirittura ad ingannare le persone deboli e queste si terrorizzano. Di storie clamorose se ne conoscono alcune negli ultimi decenni. Ricorre qualche volta anche all’artificioso inganno di farsi credere un veggente. Direi un santone!
Già la ricerca del denaro per un uso personale manifesta la perdita di Dio, una vita corrotta e la fine della comunione con Dio.
Molti Consacrati invece utilizzano il denaro per realizzare buone opere per il bene della collettività, sia parrocchiale che generale.
Quindi, l’utilizzo del denaro per i Consacrati è sempre finalizzato per compiere opere di carità, che interessano tutte le fasce di età e sociali, senza fare discriminazioni ma adoperandosi soprattutto per il sollievo degli ammalati e dei poveri, per dare la possibilità ai giovani di socializzare in un ambiente sano, per le famiglie e tutti quelli che vogliono crescere nella sana spiritualità.
Sicuramente oggi Gesù direbbe agli Apostoli di utilizzare i migliori aerei per raggiungere tutti i luoghi del mondo, di servirsi delle migliori macchine tipografiche per la stampa di libri e riviste spirituali, di costruire grandi strutture per aiutare il prossimo, ed offrire ogni forma di aiuto ai bisognosi.
Ciò che conta è l’intenzione con cui si compie un’opera, ed è retta solo quando si vuole dare gloria a Dio e compiere la sua volontà!
Un Prelato e un Sacerdote possono accettare offerte di denaro ma esclusivamente per un uso pastorale e mai, dico mai, per interessi personali.
Ci sono persone che in malafede condannano tutto nella Chiesa, mentre la maggior parte comprende con intuito spirituale la bontà delle opere di apostolato e la necessità di aiutare le opere di apostolato. Non solo si espiano i propri peccati, si aiuta Gesù a diffondere il suo Vangelo ovunque e questo aiuto permesso con le libere donazioni, viene ricompensato dal Signore con molte Grazie.
Non dimentichiamo la grandezza dei Santi nel compiere grandi opere nel Nome di Gesù e per il bene della collettività. Per le mani piagate di San Pio da Pietrelcina passarono miliardi di lire -ed eravamo negli anni ’50- ma a Lui non rimaneva neanche una piccola monetina.
Si rifiutò di aiutare economicamente suo padre con i soldi donati per costruire l’ospedale.
Si rifiutò di dare ai suoi Superiori molti milioni di lire perché erano soldi dei benefattori ad uso esclusivo dell’ospedale. C’è da dire che i Superiori di quel tempo avevano perduto decine di milioni di lire avendoli investiti con la promessa di riceverne il doppio ma furono truffati. Lo stesso investimento fatto con i soldi dell’Ordine Religioso era gravissimo.
Le decine di milioni di allora erano equivalenti a tre o cinque milioni di euro di oggi, quindi una somma enorme, e questi Superiori pretendevano da Padre Pio di sottrarre i soldi dei benefattori per un uso distorto.
Dinanzi a questo comando… di dare ad essi i soldi dei benefattori, Padre Pio rispose: “Non vi do i soldi perché non sono miei, sono di Dio”.
Padre Giulio M. Scozzaro
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