L’ottavo giorno
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Oggi è l’ottavo giorno della grande festa del Natale che, secondo il ritmo della liturgia, conclude e inizia ogni anno. L’anno è la misura umana del tempo. Il tempo ci parla del “trascorrere”, al quale è sottoposto tutto il creato. L’uomo è consapevole di questo trascorrere. Egli passa non soltanto nel tempo, ma parimenti “misura il tempo” del suo trascorrere: tempo fatto di giorni, settimane, mesi e anni.
In questo fluire umano c’è sempre la tristezza del congedo dal passato e, insieme, l’apertura al futuro. Proprio questo congedo dal passato e questa apertura al futuro sono iscritti, mediante il linguaggio e il ritmo della liturgia della Chiesa, nella solennità del Natale del Signore. La nascita parla sempre di un inizio, dell’inizio di ciò che nasce. Il Natale del, Signore parla di un singolare inizio. In primo luogo, parla di quell’inizio che precede qualsiasi tempo, del principio che è Dio stesso, senza inizio.
Durante questa ottava siamo stati nutriti ogni giorno del mistero della perenne generazione in Dio, del mistero del figlio generato eternamente dal Padre: «Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato».
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