Lo Spirito Santo discese su di Lui
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L’opera della redenzione nel suo mirabile svolgimento sulla terra, cominciò con l’incarnazione del Verbo di Dio in Maria. Dal seno del Padre era stato generato nei secoli eterni e dal seno di una madre doveva essere generato per incarnarsi, redimere l’uomo, e glorificare Dio in tutta la creazione, per la quale si era rivelato fuori di Sé, dalla profondità dell’eterno mistero.
Per il Verbo furono create tutte le cose e per il Verbo tutto doveva essere santificato ed elevato. Come Dio era chiuso, per così dire nel silenzio dell’eterno mistero, così il Verbo suo nell’incarnarsi si chiuse nel silenzioso mistero della verginale maternità di Maria. La vita nascosta del Verbo di Dio nel seno di Maria, era immagine viva del mistero del silenzio divino nell’eternità, prima di manifestarsi con la creazione.
Concepito senza concorso di uomo in Maria Santissima per opera dello Spirito Santo, il Verbo di Dio s’incarnò, stette chiuso nel seno materno, nacque in Betlemme, si donò a Maria, come non si è dato mai ad alcuna creatura, e rimase nel silenzio della vita terrena, seguendone le tappe, bambino, fanciullo, giovane, falegname con san Giuseppe. Chi immaginava mai che fosse l’Emmanuele predetto da Isaia?
Quando si rivelò al Giordano facendosi battezzare da San Giovanni, si rivelò tra la folla come uno che, peccatore, cercava il battesimo della penitenza. Lo rivelò a san Giovanni lo Spirito Santo che discese su di Lui come colomba, e la voce del Padre eterno che lo proclamò suo eterno Figlio.
Non era dunque andato da Giovanni come peccatore, ma come Redentore, per caricarsi dei peccati dell’uomo, redimerlo ed abbattere il dominio di satana sulla terra.
Secondo l’espressione di san Luca, Gesù, nell’opera della Redenzione, cominciò con dare l’esempio prima di insegnare agli uomini quello che dovevano fare, così nel deserto volle dare l’esempio della penitenza e della preghiera, i due mezzi supremi per liberarsi dal peccato e vincere le insidie del demonio.
don Dolindo Ruotolo
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