Il Sacerdote deve agire per Dio
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Ogni apostolato sacerdotale, quando non è un’attività ispirata da fini umani o peggio materiali, è sempre seminata di dolori e di contrarietà. Ma quando sorgono le difficoltà, ed anche le persecuzioni e persino le calunnie e gli oltraggi, il sacerdote non deve avvilirsi, ma deve prendere coraggio, confidando in Dio, per andare avanti nell’apostolato e, occorrendo, per mutarlo in un’altra attività di bene. Scoraggiarsi, significa darla vinta a satana.
Se per un’errata prudenza, o per evitare noie, si cede ai maligni che ostacolano il bene, non si placano le ostilità, ma si accrescono. L’acquiescenza alle insinuazioni dei maligni li rende più maligni, facendoli considerare come vittoriosi, ed accresce la loro tracotanza sprezzante, orgogliosa e dominatrice. Quello che importa e deve importare al sacerdote, ed a qualunque anima che opera il bene per amore di Dio, è la rettitudine d’intenzione, senza curarsi di chi maligna con supposizioni false ed ostacola il bene con insidie.
Ogni sacerdote, ogni anima che zela la gloria di Dio, deve poter mostrare nel suo parlare e nella sua condotta la verità di quello che dice, deve mostrare col suo zelo che non è mossa da losche mire di vanità o di umana gloria, di guadagno temporale o di prestigio, ma deve agire e mostrare di agire solo per piacere a Dio, e non per piacere agli uomini, pensando che egli scruta i cuori.
Don Dolindo Ruotolo
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