Contemplativi nell’azione
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Questo programma di catechesi è nato da programma una proposta molto semplice: il desiderio di far conoscere la spiritualità, che la vita e il cuore di Papa Francesco portano in sé. Un anno dopo l’inizio del suo pontificato, constatiamo con gioia che la sua parola e i suoi gesti arrivano a tutti quanti, tanto ai grandi e ai potenti della terra, quanto specialmente ai semplici, ai poveri e ai lontani.
La spiritualità di Papa Francesco non è altra che la spiritualità ignaziana. Egli l’ha scoperta anno dopo anno, interiorizzandola con la pratica degli Esercizi Spirituali di sant’Ignazio, e impegnandosi giorno dopo giorno a metterla in pratica.
Per questo motivo ora cercherò di descrivere l’itinerario di questi Esercizi e le loro principali linee di forza.
L’ITINERARIO
DEGLI ESERCIZI SPIRITUALI DI SANT’IGNAZIO
Gli Esercizi Spirituali sono uno dei grandi contributi che sant’Ignazio ha offerto alla Chiesa di tutti i tempi, compresa la nostra Chiesa di oggi, e in questa Chiesa siamo inclusi anche noi. Gli Esercizi sono un mezzo o uno strumento che sant’Ignazio propone perché mettiamo, con pace e con fiducia, la nostra vita di fronte a Dio, per poterlo amare e servire. Amare: contemplazione. Servire: azione.
Sant’Ignazio li struttura e li pensa in quattro tempi, quattro settimane, il che non vuol dire esattamente sette giorni per settimana. Sono quattro tappe, con un ritmo che va orientato secondo le necessità e le specificità di ogni singola persona. L’esperienza completa degli Esercizi dovrebbe durare circa 30 giorni, ma – insisto – è un’esperienza che può essere molto adattata, in modo consono alle possibilità e alle circostanze di quelli che li fanno.
Fare gli Esercizi è prendere il rischio di lasciarsi interrogare da Dio: “Signore, tu che cosa dici di me?” Lasciarsi porre la domanda che Gesù pone al cieco Bartimeo: ”Che cosa vuoi che io faccia per te?” “Che io ci veda, Signore” (Mc 10,51). E’ sempre il momento di “nascere di nuovo”. Gesù è il buon maestro di scuola che insegna in maniera personale a ogni alunno. E il buon alunno è colui che si lascia guidare e condurre dal maestro.
Sappiamo bene che la vita ci logora e abbiamo bisogno, ogni tanto, di ricuperare le energie, di rianimarci spiritualmente. Per fare questo, occorre tornare alle fonti. E la fonte è una sola: Gesù. La novità degli Esercizi è l’“incontro”, l’incontro personale con Gesù, a faccia a faccia. Un incontro di vecchi amici, che si mettono con piacere a conversare, secondo l’espressione di sant’Ignazio, “come un amico parla con un amico”.
- All’inizio degli Esercizi Spirituali sant’Ignazio ci invita a essere consapevoli che Dio ci chiama personalmente ad amarlo e a servirlo, per raggiungere così la nostra salvezza e aiutare gli altri, il prossimo. E’ una sfida molto bella e appassionante.
Ma questa persona, che è stata chiamata, ossia ciascuno di noi, è insieme anche persona peccatrice, debole, fragile. Un vaso d’argilla, che spesso si rompe in mille pezzi. Devo presentarmi davanti a Dio così come sono, riconoscendo il mio peccato e chiedendogli perdono.
Ma il peccato non è l’unica realtà della mia vita, e neppure la più importante. Più importante è la MISERICORDIA e l’amore di Dio, che va al di là di quello che io faccio. Quanto sottolinea questo Papa Francesco!. Dio mi dà sempre il suo perdono e il suo amore incondizionato, come fa una madre, che ama suo figlio non perché è buono, ma perché è suo figlio. Crediamo in questo amore misericordioso di Dio ?
La misericordia di Dio è un precetto divino, un comandamento di Dio. Lc 6, 36 … Siate misericordiosi, come il Padre mio è misericordioso. Ci comanda di essere misericordiosi come lo è il Padre. La misericordia è la miglior prova che amiamo Dio.
Chi mi rivela la misericordia di Dio? Il Crocifisso. Il colloquio di misericordia che sant’Ignazio indica negli Esercizi è un colloquio in cui rendere grazie. Se io ricevo misericordia, è perché anche in me si attui la misericordia. Se non è così, vuol dire che mi sto chiudendo alla misericordia di Dio.
Questo è il finale autentico della prima settimana: da persona che riceve misericordia, diventare persona che la trasmette. Dobbiamo rimanere riconciliati con Dio, con gli altri e con noi stessi. Ho visto la misericordia in azione e voglio essere come una corrente di misericordia, perché la misericordia opera a favore degli uomini e a partire da loro.
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