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Se tu conoscessi il dono di Dio

17 Dicembre 2012 | Filed under: Riflessioni
     

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“Se tu conoscessi il dono di Dio”. Con queste parole Gesù si rivolge alla Samaritana, simbolo di quanti sono lontani e che Gesù desidera incontrare, in quanto suoi fratelli, così da riportarli all’unica famiglia del Padre.
L’Evangelista nel susseguirsi delle domande della Samaritana a Gesù desidera far comprendere chi è Gesù e come la fede in Lui è dono per ogni persona.
Gesù, la cui missione in Giudea era considerata con sospetto ed invidia, si reca in Samaria per essere obbediente alla volontà del Padre: annunciare la salvezza.
Egli, affaticato per il cammino, si ferma al villaggio di Sichar ai piedi del monte Garizim, presso il pozzo che Giacobbe aveva lasciato in eredità a Giuseppe.
Accanto a questa fonte avviene l’incontro tra Gesù e la donna.  “È l’inizio di un corteggiamento. Ai bordi del pozzo il padre Giacobbe aveva corteggiato Rachele e Mosè le sette figlie di Reuel, per sposarsi Zippora. Ma Gesù, a differenza da loro, non esibisce forza e coraggio. Stanco e abbandonato sul pozzo, manifesta la propria debolezza. Ha sete anche Lui, come la donna che viene ad attingere”(Silvano Fausti, Una comunità legge il Vangelo di Luca, EDB).
 “Era circa l’ora sesta” (Gv 4,6) verso mezzogiorno. È l’ora della rivelazione quando Gesù, stanco, manifesta la Sua sete alla donna; è l’ora in cui illumina con potenza ogni persona con la Parola del Padre.  Lui, vera fonte, acqua viva generata dall’alto, disseta in tutti il bisogno di vita piena.
E questa è la storia della sete d’amore di Cristo-Sposo e di ogni persona-sposa che finalmente viene saziata da Colui che non ha esitato a donare la vita. Non c’è da temere questo mezzogiorno, è già anticipo di quel mezzogiorno “ora” in cui: “Tutto è compiuto!” (Gv 19,30).
È giunta l’ora e se la sposa lo desidera può abbandonare l’acqua putrida, permeata di ogni sorta di presenze che la rendono infetta, per quella zampillante, pura, che proviene dalla sorgente dell’amore che zampilla per la vita eterna. Questo è il tempo dei senza nome, degli esclusi, invisibili, di ogni persona, in quanto tutti possono attingere al pozzo. “Ora” in cui il Cristo ha preso l’iniziativa, si dona a tutti.
Gesù non mette la Samaritana in difficoltà, si presenta bisognoso come ogni persona che ha sete, e lei si trova nell’opportunità di soddisfare il suo bisogno. Egli è assetato di togliere per sempre la sete alla Samaritana. Lo stupore di lei è grande in quanto si disseta con la sua stessa sete, che ha fatto scaturire la sete di Lui. Ma vi è ben molto di più nelle parole di Gesù, poiché rivelano una realtà molto grande.
L’offerta di Gesù provocano stupore e meraviglia nella Samaritana, che cerca di aprire il suo cuore, che domanda: “da dove prendi l’acqua viva” (v. 11); è difficoltoso per lei individuare la sorgente dove sgorga l’acqua viva. La sua incredulità non le permette ancora di capire che l’acqua del pozzo toglie la sete, ma per poco tempo, mentre Gesù è la fonte dell’amore gratuito di Dio che disseta per sempre.
Nonostante questo non rimane chiusa al dono, si dimostra disponibile ad andare oltre e manifesta a Gesù il desiderio di quell’acqua: “affinché non abbia sete e non venga ad attingere” (v. 15). Si apre al progetto di Dio, fino a realizzare nella sua vita una svolta decisiva che la porta ad accogliere lo sconfinato amore del Padre.
Ella ha deciso, ha scelto lo Sposo che la disseta e per sempre, in opposizione di quanti non hanno saputo dissetarla ma solo costringerla a prostituirsi con diversi idoli. Per lei termina una vita contrassegnata dal non amore, all’ora sesta: a mezzogiorno ha incontrato lo Sposo che cercava la sposa infedele, in quell’ora ha saputo accogliere il Suo amore.
“Se tu conoscessi il dono di Dio” – Come la samaritana-sposa, possiamo anche noi accogliere lo Sposo che appaga le nostre attese, abbandonare ogni idolo e credere nella Parola-Gesù, Salvatore del mondo. E questo non per sentito dire, ma per una decisone scaturita dopo quell’incontro in quell’ora in cui, anche a ciascuno di noi, Gesù ha offerto acqua viva.
Non è sufficiente credere che le parole di Gesù sono vere; fede è incontrare Lui stesso, presente nella Parola. Apriamo il cuore senza riserve e senza alcuna paura all’ascolto della Parola di Dio e facciamolo con fiducia; lasciamoci illuminare dalla Parola, arrendiamoci e abbandonandoci ad essa, solo così possiamo incontrare, come la Samaritana, Gesù.
Egli svela il Suo infinito amore, ha una parola ricolma di speranza che apre il nostro cuore, indica la strada della felicità: Io sono il Cristo, l’Agnello di Dio, il Salvatore “sono io, che ti parlo” (Gv 4,26). Sì, è Lui il Medico e la medicina, la salute e la salvezza, non abbiamo motivo di temere, di ripiegarci su noi stessi e così privarci dell’acqua viva.
Come possiamo accontentarci di essere uditori della Parola che viene donata al nostro cuore? E’ urgente, fin troppo urgente, scovare quelle risposte che dissetano la nostra sete, da questo possiamo verificare se la nostra sete è soddisfatta o necessita ulteriore ricerca.
I Samaritani, infedeli e peccatori, individuano e riconoscono che il dono di Gesù-Figlio è la salvezza. Il dono dell’acqua viva è per tutti, ma è necessario rimanere solo con Gesù, come la donna-sposa è rimasta sola con lo Sposo, per comprendere da dove viene la sorgente d’acqua pura, zampillante; solo dopo è possibile accogliere

Don Tiziano Soldavini

     

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