10 ottobre 1975 / 10 ottobre 2011 – don Giò
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Anniversario della nascita
di don Giovanni Bertocchi
“don Giò”
Avrebbe compiuto 36 anni don Giò, oggi, se fosse ancora vivo. ma un malaugurato incidente lo strappò ai suoi cari, ai suoi parrocchiani, al suo ministero, nella più verde età, lasciando però un bellissimo ricordo di sè a quanti lo hanno conosciuto o “lo hanno letto”.
Don Giovanni bertocchi, l’innamorato di Dio, scrisse infatti un diario, pubblicato di recente, dal quale abbiamo estratto la sua “Regola di vita” che pubblichiamo qui di seguito.
“Offri al Signore questo tuo tentativo di dare una regola alla tua vita nelle opere, poiché Lui ha detto: «Fate questo in memoria di me».
Sii sempre cosciente che questo è uno strumento per il tuo cammino, non il suo fine. L’unico tuo fine sia compiere la volontà di Dio.
In primo luogo intensifica il tuo rapporto con Dio, attraverso la PREGHIERA.
RICORDA CHE «BISOGNA PREGARE SENZA STANCARSI»; non credere mai di aver pregato abbastanza, e non limitarti a sfruttare le occasioni che ti sono proposte, ma trova sempre più spazi personali per il tuo incontro con Colui che è il principio della tua vita. Visitalo quotidianamente, possibilmente nella sua casa o, quando non ti è possibile, raccogliti in un posto isolato a «pregare il Padre nel segreto».
Non osare chiedere troppo o troppo egoisticamente, altrimenti correrai il rischio di pregare te stesso. Piuttosto lodalo, ringrazialo, per quanto compie nella tua vita. Ripetigli quanto lo ami.
Incontra il Signore trepidando quando egli attraverso le mani del sacerdote si rende presente nell’Eucaristia. Adoralo «in spirito e verità», donandogli generosamente il tuo tempo.
Sostieni la povertà della tua preghiera con l’intercessione di Maria, pregandola con il santo rosario quotidiano.
Quando senti la fatica della preghiera, o la preghiera comunitaria ti diviene difficile e pesante, sappi offrire al Signore almeno la tua presenza, perché si può pregare anche attraverso il proprio corpo.
Non respingere la grazia di Dio, ma accoglila riconoscendo umilmente i tuoi peccati e chiedendone perdono al Signore, accostandoti al sacramento della PENITENZA almeno ogni due settimane, come insegna la sapienza della Chiesa. Se non riesci a mantenere il ritmo quindicinale, passa a quello settimanale. L’incontro che tu hai con il Signore non sia un tesoro geloso, ma una preziosità da condividere. Abbi il coraggio della testimonianza. In primo luogo coi fratelli della comunità, in quei momenti in cui ti è possibile comunicare i doni ricevuti da Lui, non tirarti indietro, anzi sii di stimolo così che anche altri condividano coi fratelli lo stesso pane di cui tutti ci cibiamo. E anche fuori della comunità sii coerente con la fede che professi, vivendo secondo il Santo Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo.
All’interno della comunità non disturbare il lavoro dei fratelli con i tuoi ritardi e le tue negligenze. Vivi nell’obbe-dienza e nel rispetto delle regole che la comunità ti dona e non sciupare le occasioni che essa ti offre per il tuo cammino di discernimento…….
……Non smettere mai di cercare, di interrogarti sulla chiamata che Cristo quotidianamente ti rivolge. Per aiutarti a di-scernere confrontati regolarmente con il Padre Spirituale e il Vicerettore.
Nei momenti di condivisione giocosa e spensierata non essere «pietra d’inciampo», ma al contrario sii fonte di gioia per i tuoi fratelli.
Impara la pazienza non lamentandoti degli sgarbi che ricevi, ma perdona «fino a settanta volte sette», con umiltà e semplicità.
Impara a tenere a freno la lingua e a controllare le tue parole, per non essere di scandalo ai tuoi fratelli, poiché dice il Signore: «Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina da asino, e fosse gettato negli abissi del mare».
Sii sempre disponibile nei confronti dei tuoi fratelli, senza fare differenze di alcun tipo, perché essi sono tempio del Signore.
Vivi il servizio con impegno e generosità, affinchè il Signore non ti dica: «Ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato». Impegnati dunque anche in attività pratiche di volontariato e di promozione umana.
Impara a rispettare la sofferenza degli altri e la tua, perché spesso Dio si rivolge all’uomo proprio nei momenti bui e ricostruisce dall’abisso in cui l’uomo si trova.
Ricordati che il tuo cammino di SANTITÀ va costruito giorno per giorno, nel continuo ascolto della Parola e nel continuo discernimento.
Non smettere mai di camminare, perché le grandi cose che il Signore ti darà la Grazia di compiere sono solo frutto delle piccole cose quotidiane.
Impegnati a far sì che questo strumento sia efficace. Che non restino solo parole, ma che tu attraverso le opere possa dimostrare la tua fede e il tuo cammino di ricerca.
Confida sempre nell’aiuto del Signore, perché se farai fatica e ti impegnerai, nella sua misericordia Egli compatirà la tua debolezza e ti rinfrancherà.
Il Signore ti benedica e ti preservi da ogni male. Amen”.
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