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Testimoni di speranza

27 Gennaio 2013 | Filed under: Dipendenze
     

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Mi chiamo Jurgen, vengo dall’Australia e sono felice di poter condividere con voi la mia vita rinata in Comunità. Sono cresciuto in una famiglia senza fede e quando ero piccolo i miei genitori spesso litigavano. Mio padre lavorava tanto e poi ha iniziato a bere e così, mia madre, mia sorella e io siamo dovuti scappare da questa situazione pesante. Ho vissuto con mia madre per qualche anno in una casa di accoglienza.

Dopo la se­parazione dei miei genitori per un periodo non potevo vedere spesso mio padre, e per questo ho sofferto molto. Seppur avesse tanti problemi, ero molto legato a lui e ogni volta che potevo in­contrarlo ero più sorridente e avevo più voglia di vivere. Poi un giorno mia madre ha scoper­to di avere un tumore al cervello; ricordo bene quel momento: sta­vo giocando con mia sorella e al­l’improvviso è venuta l’ambulan­za che ha portato velocemente mia madre in ospedale.

Non ca­pivo nulla di ciò che stava acca­dendo. A causa della sua malattia mia madre non riusciva più a lavorare e così ho imparato sin da piccolo a dare una mano nei lavori in casa; a volte capitava che non avessi­mo abbastanza soldi per le cure e così condividevo con lei quello che mi da­vano i nonni. In seguito mia madre ha conosciuto un altro uomo; all’inizio ero chiuso nei suoi con­fronti ma poi, vedendo che era buono e ci voleva bene, gli ho dato una possibilità.

Sono passati alcuni mesi e ci siamo trasferiti dal paese alla città di Vienna; pensavo che fosse una bella av­ventura, ma era tutto da cam­biare: la scuola, gli amici, l’ap­partamento… Comunque sono riuscito velocemente ad abituar­mi alla vita in città. Dopo un po’ di tempo è morto mio padre e lì il mondo mi è crol­lato addosso: mi sono chiuso, non parlavo più con nessuno, a scuola peggioravo; mi sono al­lontanato dalle persone che mi volevano bene, dalla famiglia, dagli amici della Chiesa, da tutti.

Nel gruppo che ho cominciato a frequentare c’era solo un altro ra­gazzo della mia età, tutti gli altri erano più grandi. Loro bevevano e si drogavano e così ho iniziato anch’io; velocemente mi sono perso e non mi sono più control­lato. Cercavo sempre di più il di­vertimento nelle cose sbagliate. Mi alzavo al mattino con il pen­siero di come fare e dove pren­dere la droga; non mi interessavo di nient’altro e a casa non rico­noscevano più né chi ero né do­ve stavo.

Facevo tutto questo so­lo per dimenticare le sofferenze. Sono andato avanti così fino a quindici anni. Poi mia madre è stata ricoverata di nuovo in ospedale a causa di un altro tu­more. In quel tempo ho smesso di drogarmi e andavo ogni gior­no a visitarla per dedicarmi a lei. Poi, dopo un mese e mezzo di sofferenza, lei è morta. In quel momento ho vissuto tanta rab­bia dentro di me e ho pensato che Dio non esistesse più in que­sta vita.

Dopo un mese sono ri­caduto nella droga, nel male, peggio di prima e ho avuto dei problemi con la polizia. Mio zio mi ha aiutato e poiché ero anco­ra minorenne è diventato il mio tutore. Lui mi ha fatto conoscere la Comunità Cenacolo. Dopo vari colloqui ho avuto un incon­tro forte che mi ha toccato mol­to: Luciano, un ragazzo ex, mi ha raccontato della sua vita disperata prima di entrare, di quello che ha vissuto in Comu­nità e della sua nuova vita con la famiglia che si è costruito.

In quel momento ho ritrovato un po’ di speranza e poco tempo dopo so­no entrato al Cenacolo. Qui ho trovato quello che mi è sempre mancato nella vita: il sorriso del­le persone accanto a me, l’amici­zia vera, la gioia del lavoro fatto bene. Ho percepito l’atmosfera di una vera famiglia. Le prime volte che sono entrato in cappel­la piangevo tanto perché era co­me se vedessi passare nella mia mente tutte le mie sofferenze.

Al­l’inizio volevo scappare da tutto questo ma con l’aiuto ve­ro e fedele dell'”angelo custode”, il ragazzo che mi è stato vicino all’inizio, sono andato avanti. Attra­verso il tempo passato davanti a Gesù nella pre­ghiera sono cambiate tan­te cose dentro di me: mi sento un uomo nuovo. Oggi ringrazio il Signore e a Comunità per la vita ri­trovata e per tante belle cose che vivo.

Ringrazio particolarmente per aver partecipato al recital e ai balletti: queste esperienze mi hanno aiutato ad esse­re più libero con me stesso e a superare tante mie paure. Ringrazio Madre Elvira che è sta­ta per me come una nuova ma­dre e tutti i ragazzi della Comu­nità che sento oggi come la mia nuova famiglia.

Jurgen

Comunità Cenacolo


     

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Tu ci hai dato un modello di vita
nella famiglia di Nazareth,
aiutaci, o Padre buono,
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l'amore, la pace e la gioia.
Fa' che la nostra vita,
sia profondamente contemplativa,
intensamente eucaristica
e vibrante di gioia.
Aiutaci a rimanere insieme
nella gioia e nella sofferenza
attraverso la preghiera familiare.
Insegnaci a vedere Gesù
nei membri della nostra famiglia
specialmente nelle loro difficoltà.
Possa il Cuore Eucaristico di Gesù
rendere i nostri cuori miti ed umili
come il suo e possa aiutarci
a compiere i nostri doveri familiari
in modo santo.
Possiamo amarci
come Dio ama ognuno di noi,
ogni giorno sempre più,
e possiamo perdonarci le offese
come Dio perdona le nostre.
Aiutaci, o Padre buono,
a prendere ciò che ci dai
e a darti tutto ciò che ci chiedi
con grande gioia.
O Immacolato Cuore di Maria,
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rimani sempre con noi,
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AMEN

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