Medjugorje – Commento al Messaggio del 25 ottobre 2011
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“Cari figli,
vi guardo e nei vostri cuori non vedo la gioia. Oggi io desidero darvi la gioia del Risorto perché Lui vi guidi e vi abbracci con il suo amore e con la sua tenerezza. Vi amo e prego incessantemente per la vostra conversione davanti al mio figlio Gesù. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”
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E’ un messaggio bellissimo questo che ci dona la Regina della pace che, ancora una volta, dimostra la sua premura materna. Come ci aveva già detto in passato, lei ci guarda continuamente e si accorge che in questi tempi non c’è la gioia nel nostro cuore. Questa condizione, per altro, non è assolutamente accettabile per i cristiani che, usciti dalle mani di Dio, sono stati creati per vivere quotidianamente nella gioia.
In virtù del Battesimo, infatti, noi cristiani diventiamo “templi vivi” dello Spirito Santo che viene ad abitare in ciascuno di noi. Ebbene, lo Spirito dell’Amore divino è pace e gioia perciò, chi vive in comunione con Dio, deve naturalmente essere pieno di gioia. Se invece questa gioia non si trova nel nostro cuore, vuol dire che qualcosa non va …
Nei “Fioretti” di San Francesco, lessi una pagina molto significativa: Un giorno, il Serafico Padre si accorse che uno dei suoi frati camminava sempre con gli occhi bassi ed il volto triste. San Francesco lo chiamò e lo rimproverò aspramente, poi gli ordinò di andare a confessarsi.
Il Santo poverello di Assisi, dopo il suo incontro con Gesù, perse ogni altro interesse perché “Chi ha Dio, niente gli manca”. Francesco aveva scoperto la “Perfetta letizia” anche, e specialmente, nelle difficoltà perché, quando si trovava in qualche avversità, poteva offrire quella sofferenza al Padre che lo colmava del suo amore e, nell’amore, la gioia.
Perché invece il suo fraticello era tanto triste? Probabilmente, per qualcuna delle ragioni per cui anche a noi viene a mancare la letizia. E le ragioni possono essere tante: l’attaccamento alle cose materiali che allontana il cuore dall’amore di Dio (diceva S. Paolo: “la carne fa guerra allo spirito”), far crescere in sé l’egoismo (che è il contrario dell’amore), coltivare la vanità (che porta all’orgoglio e poi alla superbia), la sensazione di solitudine, le preoccupazioni per il domani (che cosa mangeremo, come vestiremo, come pagheremo) che cozzano contro la fiducia nella Provvidenza divina, le sofferenze fisiche o morali (che affliggono tanti), la violazione della Legge di Dio, il riaffiorare di ferite interiori …
Noi però dimentichiamo troppo facilmente che Gesù è morto per ciascuno di noi, per liberarci dal potere del peccato e della morte, per darci la libertà dei figli di Dio, per riversare in tutti e in ciascuno di noi l’abbondanza dello Spirito dell’Amore che può guarire ogni ferita, saziare ogni desiderio, donare la pace e la gioia piena. Può tutto, ma noi dobbiamo volerlo …
La Madonna ha promesso di darci la gioia di Gesù risorto “perché Lui vi guidi e vi abbracci con la sua tenerezza”, ma è comunque necessario che noi accettiamo di intraprendere un autentico cammino di conversione. Se, infatti, accettiamo di abbandonarci, fiduciosamente, nelle braccia del Padre (che ci ama di amore infinito e vuole sempre e solo il nostro bene), se purifichiamo il nostro cuore da ogni peccato e da ogni concupiscenza, se accettiamo di amare il prossimo come noi stessi e, infine, se ci apriamo alla preghiera del cuore, alla Parola e all’Eucaristia, allora la nostra vita si riempirà di luce, la pace e la gioia del Risorto abiteranno stabilmente nel nostro cuore e vivremo il pegno della felicità eterna che ci attende nei cieli.
Don Manlio
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