Lettere alle donne sposate – 4°
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Franchezza e semplicità
Mi chiedete se coloro che vogliono vivere con qualche perfezione possono vedere così spesso il mondo. La perfezione, mia cara Signora, non esige che non si veda il mondo, ma che non si conservi il gusto delle sue cose e che non si amino. La vista del mondo costituisce un pericolo, perché chi lo vede, si trova nel pericolo di ‘amarlo; ma alle anime che sono ben risolute, non nuoce minimamente. In una parola, sorella mia, la perfezione della carità è la perfezione della vita, perché la vita della nostra anima è la carità. I nostri primi cristiani erano nel mondo col corpo, ma non col cuore, e quindi potevano essere perfetti. Mia cara sorella, io vorrei che, in noi, non si potesse scoprire nessuna finzione, nessuna vera finzione.
La franchezza e la semplicità sono le virtù più indicate per noi. ” Mi irrita, dite, il fatto che la gente mi giudica male. Non faccio nulla di veramente buono, e tutti credono che faccia molto “… In una parola, disprezzate ugualmente l’opinione buona o cattiva che il mondo avrà di voi e non perdete la pace per questo. Dire che non siamo quello che il mondo crede quando pensa bene di noi, è cosa buona, perché il mondo è un ciarlatano – e non è dire troppo – sia nel bene che nel male” . 6. Alla moglie del Presidente Brùlart: Chambéry, febbraio-marzo
Preghiera franca
Io ve l’ho detto. Signora…non voglio assolutamente una preghiera fantastica, turbolenta, melanco nica, scontrosa e triste, ma una preghiera dolce, soave, piacevole, pacifica e, in una parola, una preghiera estremamente franca, che si faccia amare da Dio in primo luogo, ma anche dagli uomini. 5. Alla Signora di Limojon: Annecy, 28 giugno 1605.
Unione con Dio e col prossimo
Voi avete un grande desiderio della perfezione cristiana. Questo desiderio è il più generoso che possiate avere. Nutritelo dunque e fatelo crescere tutti i giorni. I mezzi con cui si deve giungere alla perfezione sono diversi, secondo la vocazione di ciascuna. Religiosi, vedove e coniugati, tutti devono cercare la perfezione, ma non tutti allo stesso modo. Per voi, signora, che siete sposata, i mezzi sono l’unione con Dio e l’unione col prossimo, con tutto ciò che queste unioni comportano.Il mezzo da usarsi per unirsi a Dio dev’essere principalmente l’uso dei Sacramenti e l’orazione.
Quanto all’uso dei Sacramenti, non dovete assolutamente lasciar passare più di un mese senza comunicarvi; e, almeno di quando in quando, secondo il progresso che avrete fatto nel servizio di Dio e secondo il consiglio dei vostri padri spirituali, potrete anche comunicarvi più spesso. Quanto alla confessione, io vi consigliere! di usarla ancor più spesso, specialmente quando siete caduta in qualcuno di quelle imperfezioni che turbano la coscienza, come avviene facilmente agl’inizi della vita spirituale. Tuttavia, nel caso che non aveste le comodità richieste per confessar- vi, il pentimento e la contrizione potrebbero supplire…
Vi consiglio d’impervi di quando in quando il sacrificio di visitare gli ospedali, consolare gli ammalati…, intenerire per esse il vostro cuore e pregare per essi, prestando loro qualche servizio.
Però, in tutto questo, abbiate cura che il signor vostro marito, i vostri domestici o i signori vostri parenti non abbiano motivo di sentirsi urtati perché passate troppo tempo nelle chiese, vivete troppo a lungo ritirata, trascurate per troppo tempo le cure della casa o, come accade talvolta, sindacate troppo rigidamente la condotta altrui o disdegnate troppo apertamente le conversazioni nelle quali non vengono osservate scrupolosamente le regole della devozione. In tutto questo, dobbiamo essere dominati e illuminati dalla carità, che ci porti ad assecondare la volontà del prossimo in tutto quello che non è contrario ai comandamenti di Dio.
Non dovete solo essere devota e amare la devozione, ma renderla amabile a tutti; e la renderete amabile, se saprete renderla utile e gradevole. I malati ameranno la vostra devozione, se saranno consolati caritatevolmente; la vostra famiglia la amerà, se vi vedrà più sollecita del suo bene, più dolce quando trattate di affari, più amabile nelle riprensioni, e così in tutto il resto. E il vostro signor marito la amerà, se, a misura che la vostra devozione va crescendo, vedrà che siete più cordiale verso di lui e più soave nell’affetto che gli dimostrate.
I signori vostri parenti e i vostri amici la ameranno, se scopriranno in voi maggiore franchezza, maggiore capacità di sopportazione e una maggiore accondiscendenza alle loro volontà che non saranno contrarie a quella di Dio. In una parola, per quanto è possibile, bisogna che rendiate la vostra devozione attraente. 3. Alla Signora del Presidente Brùlart: Annecy, 3 maggio 1604.
S. Fancesco di Sales
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